Intervista: Giuseppe Palmentieri, presidente ALF

L'AssoFumetterie a tutto tondo
a cura di Alessandro Neri

Oggi facciamo due chiacchiere con Giuseppe Palmentieri, Presidente dell'ALF - Associazione Librerie del Fumetto. Come tante altre attività, le fumetterie sono in grossa difficoltà dopo più di un mese di saracinesche abbassate dovuto all'emergenza coronavirus e il futuro è incerto. Sentiamo quindi quali sono le idee e le proposte dell'ALF.

Ciao Giuseppe, grazie per aver accettato questa intervista e buon compleanno, avete appena compiuto tre anni!
Eh si. Grazie. Sono già trascorsi tre anni.

Partiamo dall'attualità... Le librerie e le fumetterie hanno riaperto in questi giorni (non in tutte le regioni) dopo oltre un mese di chiusura dovuta alle misure prese dal Governo per fronteggiare l'emergenza sanitaria ancora in corso. Come stanno avvenendo le riaperture? I clienti stanno già tornando?
È presto per dare e per avere segnali incoraggianti dalle librerie. Siamo ancora in piena emergenza e bisogna ancora restare a casa. Non tutti i librai hanno deciso di ricominciare, alcuni temono che questa riapertura sia stata frettolosa e che non porti risultati, anzi possa rendere vani i sacrifici fatti fino ad oggi. Un’attività come la libreria ha bisogno del contatto con il pubblico, ha necessità di condivisione e interazione.
Entrare in libreria con mascherina e guanti, mantenendo la distanza di sicurezza e non avendo lo stato mentale adatto per cercare tra le pagine del libro un momento di evasione, è contro la natura sociale delle nostre attività.

Andiamo un attimo oltre oceano... Sembra che negli USA la DC Comics abbia organizzato insieme a due nuovi distributori legati ad alcune fumetterie una rete distributiva alternativa rispetto all'attuale quasi monopolista Diamond. Che ne pensate?
Bisogna specificare che questi due neonati distributori sono temporanei. Non sarà semplice, per loro, misurarsi con l’emergenza e la nuova attività. Sono curioso di vedere come proseguirà. In genere non sono d’accordo con le soluzioni di emergenza. Spesso sono solo frettolose e confusionarie.

In Italia non siamo certo in una situazione di monopolio tra Pan, Star Shop, Manicomix, Melicomics, Terminal Video ed altri. E anche da noi abbiamo distributori di proprietà di vostri colleghi, ma non sono i distributori di uno dei primi due editori italiani. Visto che i due nuovi distributori DC (o almeno uno di loro) sono collegati a delle fumetterie, viene spontaneo chiedervi se pensate se la cosa potrebbe essere in qualche modo ripetibile anche in Italia. Sarebbe auspicabile? 
In Italia non c’è un monopolio distributivo. Esistono le esclusive. Pan distribuzione ha in esclusiva Panini Comics Italia; Star Shop ha in esclusiva Star Comics e Manicomix ha J-Pop. C’è un quasi totale monopolio editoriale con Panini Comics.
I tre principali distributori hanno anche negozi di proprietà o in franchising. Insomma viene difficile capire realmente quanto e come siano legati distributori ed editori e spesso i ruoli commerciali si confondono. In Italia potrebbe verificarsi lo stesso caso della distribuzione USA? Non credo. Ma in fondo Manicomix non nasce da fumetterie o shop store come i Games Academy?

Sempre riguardo a questo periodo di emergenza, c'è stata solidarietà da parte dei vostri partner, cioè editori e distributori? Ci sono state iniziative che vi sono piaciute ed altre meno?
Non proprio. Tante belle parole ma nessuna concreta soluzione a lungo termine. Tutti pensano che entro fine aprile si ritorni alla completa normalità, e prendono tempo. Non si rendono conto che il problema reale si presenterà tra qualche mese, quando verrà a mancare il cash flow. Chi crede che il pubblico tornerà a fare acquisti come se niente fosse ha preso un abbaglio. Chi pensa di inondare i negozi di prodotti editoriali è un pazzo.
L’unica reale e concreta iniziativa è stata promossa da Roberto Recchioni, curatore editoriale di Dylan Dog, che ha schierato un team di grandi autori in aiuto della sua fumetteria del cuore Forbidden Planet (socio ALF). Mettendo all’asta le opere degli artisti si spera di sostenere la libreria romana almeno nelle spese di fitto. Recchioni spera che questa iniziativa sia emulata dai colleghi. Anche noi.

Il sito Fumetterie.com di Manicomix come lo vedete? Può essere utile in questa fase e magari anche dopo?
Fumetterie.com è un’iniziativa nata in 48 ore, che non ha chiesto collaborazione alle fumetterie ma delle quali porta il nome. Non è una soluzione perfetta ma va sostegno delle fumetterie che non hanno un negozio online e per le quali era necessario ricominciare a fatturare, quindi spero abbia successo. Ovviamente è un sito temporaneo che smetterà di esistere a fine pandemia. Non deve assolutamente continuare anche dopo. Altrimenti sarebbe un danno che si aggiunge ad altro danno. 

Lasciando da parte il coronavirus e parlando invece della situazione in generale, voi come ALF eravate e siete molto favorevoli e direi anche contenti per la nuova legge sul libro (quella che vieta sconti superiori al 5% del prezzo di copertina), sbaglio? Puoi spiegarci brevemente perché? C'è anche chi dice, magari semplicisticamente, che sconti così piccoli possono allontanare una fetta di lettori...
Abbiamo attivamente partecipato alla creazione della legge. Un rappresentante ALF, Francesco Settembre, era presente a Montecitorio quando con ALI, SIL e ADEI si presentava la questione. Non c’erano altri rappresentanti del mondo del fumetto. Solo l’ALF. Questa legge non è pensata esclusivamente per i librai ma anche per i piccoli e medi editori che faticano a trovare spazio negli scaffali delle librerie. Lo sconto al 5% è un modo per mettere sullo stesso piano gli editori che non possono permettersi di svendere il proprio prodotto. Quando non puoi svendere un libro, non ha senso che ne acquisti o pubblichi più del necessario, perciò è naturale mirare alla qualità. Il sistema di vendita basato sullo sconto aggressivo non ha portato risultati positivi. Gli italiani hanno smesso di leggere ma al tempo stesso gli editori hanno pubblicato molto di più (vedi “bolla editoriale” senso e significato). Un sistema viziato e malato che necessitava di una cura. Magari non sarà lo sconto, anche se ti dico in segreto che io non ho mai fatto sconto a nessuno, magari sarà l’educazione alla lettura. La stessa educazione che porta chiunque a comprare pane, carne, generi alimentari e bibite senza pretendere nessuno sconto. La nuova legge punta molto sull’educazione alla lettura. Lo Stato ha stanziato fondi affinché si possano creare attività con la pubblica amministrazione e con l’istruzione pubblica, ha istituito la Carta Cultura che consiste in 100€ da poter spendere in libri e non dimentichiamo che c’è sempre la 18 app, sulla quale potremmo parlare tanto, visto l’uso che ne fanno o forse dovrei dire che NON ne fanno, i neo maggiorenni.

Cos'altro dovrebbero fare i nostri governanti per favorire i piccoli negozi, come possono essere le fumetterie? Cioè, oggi, come Associazione, quale è la prima cosa, legge o iniziativa, che chiedereste al Governo italiano?
Si è capito che la fumetteria è una libreria, vero? La Tax Credit è un’altra misura predisposta dallo Stato per aiutare le librerie, già in vigore.
Non vogliamo essere favoriti, conosciamo bene il nostro ruolo e la nostra importanza nella società e per il mercato del fumetto. Penso si sia sentita la mancanza del flusso di cassa dei librai nell’intero settore. Se a questo aggiungi che non è possibile fare promozioni legate allo sconto e che le fiere sono saltate, hai un quadro preciso di quanto sia necessario prima per gli editori e poi per i distributori che le librerie riaprano. Il commercio online non regge da solo. Con l’online i ricavi sono diversi e lavorare con Amazon non è la cosa migliore del mondo...

E i distributori? Una vostra grande battaglia è sempre stata il reso, lo è sempre? Cosa chiedete ai distributori?
La nostra battaglia non è il reso. Il reso è una strategia commerciale che dovrebbe servire agli editori, perché se in quanto editore hai solo la capacità di promuovere il tuo prodotto con la strategia dello sconto, forse dovresti capire che hai bisogno di comunicare qualcosa di diverso. Se non lo fai e decidi che la promozione è nelle mani del libraio, allora dovrebbe esserci divisione del rischio. L’editore ha sempre avuto tre obiettivi: pubblicare, vendere e svendere. Purtroppo le librerie del fumetto sono sempre state viste come clienti finali e non partner commerciali. Clienti ai quali vendere. Addirittura concorrenti ai quali sottrarre vendite attraverso l’online. Facile farlo quando nessuno ha i tuoi stessi costi e prodotti, vero? Il libraio dovrà agire di conseguenza e ordinare il giusto, senza investire nei prodotti che non hanno richiesta. Dovrà differenziare i suoi acquisti e guardare ad altri mercati. Il commerciante può vendere di tutto a chiunque, l’editore no. 

La domanda delle domande: che cosa può dare una fumetteria più di quello che dà Amazon? Ovviamente è una provocazione, ma perché un giovane lettore di fumetti dovrebbe andare a prendere i fumetti in fumetteria quando può ordinarli su internet comodamente dal divano e gli arrivano nel giro di pochi giorni al massimo?
La fumetteria ha dimostrato di essere fondamentale per il mercato editoriale. Non deve inventarsi nulla.
Come mai non ci sono nuove pubblicazioni? Le edicole sono aperte, Amazon continua a vendere e allora perché gli editori hanno bloccato le pubblicazioni?
Lavorare con Amazon è bello per il cliente, ma non per l’editore. Se sparissero le librerie diminuirebbe l’offerta, chiuderebbero gli editori e calerebbero i lettori, con o senza Amazon. Prima si capisce e prima si smette di fare i bulli contro le fumetterie che “devono evolversi altrimenti muoiono”. Quando poi a dirlo è gente che non si è mai approcciata al mondo del lavoro è davvero il colmo.
Leggo sui social di persone che comprano e poi chiedono “cosa ne pensate?”
È di questi clienti che dovremmo preoccuparci? Preferiamo lavorare su quelli nuovi, preferiamo offrire servizi che Amazon non può offrire, preferiamo lavorare trasformando continuamente il nostro oggetto di vendita.
Quante volte si è detto che i libri sarebbero scomparsi? Con l’avvento di internet, con gli ebook, con la crisi del lettore ma invece, guarda un po', esistono ancora e hanno sempre il loro irresistibile fascino. 

10-15 anni fa le fumetterie in Italia erano circa 300. Quante sono adesso?
La risposta non è così semplice. Cosa si intende per fumetteria? Una libreria che vende solo fumetti? Oppure uno store che vende gadget, giochi da tavolo, giochi di ruolo e di carte collezionabili, videogiochi, abbigliamento, dvd, vinili, cibo cinese o americano o giapponese? Cosa si intende per fumetteria? Per ognuna delle categorie citate potrei giurare di conoscere negozianti che hanno un’attività interamente dedicata ad una sola di esse che vendono anche fumetti in percentuale minima ma che si considerano “fumetterie”.

Allora, dopo averci detto cosa possono fare il Governo, gli editori e i distributori, dopo averci detto perché dovremmo andare in fumetteria... Chiudiamo il cerchio con un appello ai tuoi colleghi librai: perché tutti quelli che ancora non sono nell'ALF dovrebbero iscriversi all'Associazione Librerie del Fumetto?
Non c’è bisogno di fare appelli. C’è bisogno di capire che è necessario fare gruppo per fare al meglio il nostro lavoro. ALF lavora sulla formazione dei suoi associati, ci aiutiamo a superare le difficoltà e lo facciamo attraverso la condivisione di esperienze. Spero di aver reso bene l’idea di quanto sia confusa la filiera nella quale lavoriamo ed è la presa di coscienza di questa situazione a farti crescere come professionista.

Mi viene in mente un'ultima cosa e poi ti lascio: sempre per il coronavirus le fiere, ovviamente, non possono tenersi. Ma al posto di cancellare l'evento (come sta avvenendo negli USA e altrove), in Italia quasi tutti gli organizzatori le stanno rimandando a fine estate o in autunno (andando pure a creare degli ingorghi imbarazzanti), ma mi sembra veramente impossibile che possano aver luogo. Che ne pensate, c'è un motivo dietro questi non-annullamenti? L'ottimismo è il profumo della vita o c'è dell'altro?
Le fiere da sempre rappresentano l’EDEN per gli editori e i distributori. Gli editori pensano il loro catalogo ad hoc per permettere ai loro titoli di punta di essere pubblicati in contemporanea con gli eventi fieristici di spicco e i distributori spesso fanno lo stesso portando anteprime di nuovi titoli prima di distribuirli ai negozianti. Soldi freschi, massimizzazione degli incassi, ottimizzazione del lavoro, business del cliente.
Perché in Italia non si cancellano ufficialmente le fiere? Forse perché tutto si regge su un sistema di debito/credito di non facile risoluzione. Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di colleghi che hanno chiesto la restituzione dell’acconto o del saldo dello stand perché impossibilitati (per decisioni economiche ma anche legate agli interrogativi da Covid-19) dal poter frequentare la fiera alla data stabilita in seconda battuta dall’organizzazione, richiesta tornata al mittente se non con forte penale da pagare. Insomma nel mondo del fumetto funziona così, invece di affrontare i problemi e trovare soluzioni responsabili, vale il “si salvi chi può” per dirla in maniera elegante. E poi ci si lamenta quando si dice che i fumetti siano “cose per bambini”.

Ti ringrazio per la disponibilità, ci risentiamo presto!
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