Lo Psico-Occhio: Guerre segrete


"Lo Psico-Occhio" è una rubrica che intende illuminare l'universo della cultura comics e nerd attraverso il prisma della psicanalisi. Per apportare una visione differente e inedita su quel che crediamo di sapere già, ma che a volte ha bisogno che lo guardiamo... Due volte!

Disclaimer: questo articolo è integralmente redatto da Alex Hivence per Comicsblog.fr.
Psicanalista nella vita reale, analizza dietro la sua identità segreta la psiche e la personalità degli eroi della cultura comics, manga e nerd.


Guerre segrete, eroi in confinamento
di Alex Hivence (trad. di A. Neri)

LA STORIA
Senza la minima avvisaglia, una ventina di eroi e una decina di super-criminali spariscono dalla faccia della Terra. Mentre gli abitanti del pianeta si chiedono perché siano spariti, gli scomparsi vengono divisi in due gruppi e teleportati su uno strano mondo, Battleworld. Un'entità, l'Arcano, si rivolge loro con queste parole: "Io vengo da un luogo arcano!. Distruggete i vostri nemici e tutto ciò che desiderate sarà vostro! Niente di ciò che sognate è impossibile per me!".

È qui che cominciano le Guerre Segrete! E noi vedremo come in questa storia classica del 1985 le reazioni di ogni eroe possono sorprendentemente chiarire le nostre reazioni rispetto all'attuale confinamento.

EROI IN ISOLAMENTO
Vedremo come questa storia, peraltro semplice, presenti delle analogie interessanti con la nostra situazione di confinamento attuale. Benché noi non siamo in guerra (checché ne dicano i politici) e certo, questa non-guerra non è segreta (anche se...) e nessuna entità divina ci dà degli ordini marziali (anche se...). Ma comunque questi eroi e villain, strappati dai loro cari, a parte i loro compagni di confinamento, si ritrovano da un giorno all'altro confinati contro la loro volontà e non possono cambiare questa situazione senza passare da delle tappe necessarie. Il confinamento produce dei riassetti psichici, dei meccanismi psicologici che si smuovono di fronte a questa situazione. Gli eroi di queste Guerre Segrete parlano già di noi ed ecco quel che ci dicono di quello che oggi attraversiamo e degli effetti psicologici che possiamo decifrare.


MAGNETO: L'ILLUSIONE GRUPPALE E L'OGGETTO CATTIVO
In una situazione di sopravvivenza come quella che crea il confinamento, la questione del gruppo di appartenenza appare fondamentale. Passato il momento di stupore, o addirittura di negazione, l'annientamento lascia presto il campo in favore di una reattività. Ed è questa che dà un'organizzazione ai gruppi. In Guerre Segrete, la dicotomia sembra fin dall'inizio ben impostata: gli eroi da una parte, i cattivi dall'altra. Però l'Arcano, questa entità invisibile e minacciosa, ha pensato a tutto: ha messo Magneto tra gli eroi, creando subito una polemica. Gli X-Men lo considerano, in quanto mutante, come uno di loro e quindi un alleato possibile in tempo di crisi, mentre i Vendicatori si mostrano intolleranti, vedendolo come il nemico dell'umanità che era. Uno dei primi atti fondatori è, quindi, di buttar fuori Magneto dal gruppo degli eroi, come si espelle un oggetto cattivo per assicurare la coesione del gruppo.

È un meccanismo ben conosciuto della psicologia dei gruppi, meccanismo chiamato "illusione gruppale": questo principio permette, al prezzo di un sacrificio di una persona che stigmatizza i sentimenti ambivalenti, di formare la coesione del gruppo, una sacra unione. Questa coesione resta del tutto illusoria, ovviamente, perché questa apparente unità riposa solo sull'esclusione di quello che stigmatizzerà tutto il pericolo esterno. Allo stesso tempo, questo permetterà temporaneamente di fondare una dinamica di gruppo, con un leader. Durante il confinamento, vediamo come le nozioni di appartenenza, dei pareri opposti vengono sempre più amplificati. In questa situazione di insicurezza, di sopravvivenza, ognuno ha bisogno più del solito di attaccarsi, di unirsi a dei gruppi di appartenenza, per poter sormontare la prova. In questo, la figura di Magneto rappresenta la figura che causa la polemica e che si deve odiosamente respingere collettivamente per creare un'illusoria unità. In seguito, questo sistema di alleanze cambierà, ma questo rifiuto creerà l'atto fondatore del primo gruppo rassicurante, prima di nuovi riassetti successivi a seconda di vari cambiamenti.


THOR: L'APPARTENENZA RASSICURANTE
Un altro esempio che ci illumina sui meccanismi finalizzati a compensare l'insicurezza della situazione di crisi è quello di Thor, dio del Tuono e principe di Asgard. Mentre il Dio del Tuono arriva coi suoi compagni Vendicatori in questo luogo sconosciuto e minaccioso, opererà un cambio di alleanze abbastanza sorprendente in un primo momento. Così, nella base degli eroi, Thor rianima l'Incantatrice, svenuta dopo un combattimento, per potere discutere con una dea a proposito dei recenti avvenimenti, lasciando la base per la loro discussione. Si dissocia, così, dai suoi compagni Vendicatori, dei quali si vantava di essere l'alleato incondizionato pochi istanti prima, per parlare con qualcuno con cui condivide l'origine. Questo esilio, quindi, porta Thor a sentire questo bisogno di avvicinarsi ad una persona, pur nemica, che ha la sua stessa patria, Asgard per la precisione. Questo forma un mezzo di rassicurazione in un momento di angoscia, insicurezza ed allontanamento. Privando i suoi precedenti alleati di una potenza divina, questa assenza li metterà in pericolo.

Thor mostra così nel suo avvicinamento all'Incantatrice che in una situazione di crisi i legami si ridefiniscono, si riadattano in previsione di trovare un nuovo equilibrio per affrontare un contesto angosciante. Se anche gli dei hanno bisogno di attaccarsi a quel che è a loro familiare, ad un'appartenenza, intendendo che l'altro capirà con i suoi stessi punti di riferimento, possiamo ben immaginare che noi poveri mortali facciamo altrettanto a modo nostro. Ritrovare una sensazione di sicurezza attraverso i legami familiari, che evocano dei comuni punti di riferimento, forma un modo per ritrovare uno specchio rassicurante presso qualcuno che avrà le stesse basi di riferimento. È  un modo per ritrovare una base di sicurezza, riavvicinarsi ai propri cari, al di là di occasionali disaccordi passati. Un bisogno di parlare con quelli che hanno una percezione che parte da uno stesso passato, da una lingua comune, per compensare questo esilio in sé stessi e questo confinamento forzato.


SPIDER-MAN : L'INVOLUCRO CONTENITORE
Uno dei protagonisti di Guerre Segrete che vede un elemento fondamentale trasformarsi, è Spider-Man. Quest'ultimo, alla ricerca di un modo per riparare il suo costume danneggiato durante i combattimenti, trova una macchina aliena che gli dà in un attimo un costume nero che soddisfa tutti i suoi bisogni. Si auto-ripara, contiene tele e si modifica a piacimento. Una seconda pelle arrivata giusta giusta in un momento critico. Questo costume, di cui sappiamo che si tratterà di un simbionte alieno, è proprio come una seconda pelle, un involucro protettore che permette di sentirsi in sicurezza, che sostiene in battaglia e assicura l'integrità corporea. Una nozione in psicoanalisi combacia con questo principio: l'Io-pelle. L'Io-pelle è in psicoanalisi un concetto che associa lo sviluppo della psiche e del corpo. Partendo dall'idea che il corpo e la psiche sono legati, e questo fin dalla vita fetale e prima infanzia, la pelle è così considerata come un involucro contenitore che permette uno sviluppo armonioso dell'Io, assicurando delle funzioni specifiche. Un legame corpo-psiche che permette di vedere come l'involucro psichico si costruisce. L'Io e la pelle come luogo sensoriale che così si sviluppa in un tira e molla tra ognuna delle due istanze.

Qui, Spider-Man si rinnova con questo costume che presenta tutte le caratteristiche di una seconda pelle. Questo garantisce i suoi bisogni e si adatta alla sua psiche. È interessante vedere come questo costume arrivi in un momento di crisi, di confinamento. Di fronte a questa crisi che forma una prova, in questo momento di confinamento in cui l'Io è sottoposto ad una dura prova, Spider-Man trova un costume che presenta le caratteristiche d'un Io-pelle. Questo in psicoanalisi garantisce le funzioni di holding e di handling, cioè di sicurezza, di essere portato, di cure materne. Garantisce anche una funzione di protezione rispetto a tutti gli eccitamenti (quando l'ambiente manda troppi stimoli) e le aggressioni esterne. Garantisce anche il senso del Sé, di essere unico e di legame sensoriale, un'interfaccia, con l'esterno, come per mantenere un'impronta sensoriale delle esperienze, permettendo di non temere di essere cancellato nei momenti di separazione.

Questo costume arriva, quindi, in un momento di separazione anche dai propri cari, come una compensazione, un modo potenzialmente regressivo di rassicurarsi in questa prova che mette insieme separazione e angoscia della morte. Si potrebbe pensare che è difficile capire come una sorta di pigiama che si porta tutti i giorni e che si occupa di tutto da mattina a sera sarebbe un mezzo per rassicurarsi in modo regressivo. Ma in questi tempi di confinamento, alcuni possono essersi già fatti un'idea, avendo già ricostituito il loro Io-pelle, il loro pigiama rassicurante e multifunzionale, sorta di coperta di Linus indossabile che rassicura in modo regressivo. E quelli che non l'hanno fatto, di sicuro non è che non avevano voglia. Così Spider-Man si ritrova in questa stessa situazione. Di fronte a questa crisi angosciante, trova un comodo costume, che non si strappa, che si adatta a tutte le situazioni del confinamento, rispondendo ai bisogni dell'Io di essere portato, coccolato, contenuto, da un involucro rassicurante. Laddove normalmente il suo umorismo basta per far fronte a situazioni drammatiche, di fronte a questa prova che mette insieme separazione, perdita di punti di riferimento e angoscia della morte, un contenitore in più viene a completare la sua panoplia psichica. Questo bisogno di trovare un contenitore che permetta di sentirsi esistere e contemporaneamente sentirsi rassicurato si traduce, quindi, nella scoperta di questo costume/pigiama nero che Spider-Man terrà anche in seguito.

Inoltre, è interessante notare che in seguito questo costume, una volta finito il "confinamento", non si adatterà più alla realtà e comincerà a non garantire più l'equilibrio delle sue funzioni, ma a manifesterà dei cedimenti o degli eccessi, come un Io-pelle quando non è più adattato al suo ambiente e si altera finendo per causare effetti pericolosi. Ma questa è un'altra storia.


L'INCREDIBILE HULK: LA REGRESSIONE CRESCENTE
Hulk arriva teleportato con gli altri eroi contro la sua volontà. Arriva con l'intelligenza del Dr. Bruce Banner, cosa che gli dà un'intelligenza di scienziato in un corpo dalla forza titanica. Questo lo rende una risorsa preziosa e in teoria lo metterebbe al di sopra delle vulnerabilità degli altri eroi. Però Hulk non avrà un ruolo importante nella storia. Non è il leader né per quanto riguarda la forza, in quanto Thor si scatenerà contro una violenta tempesta mostrando il suo potere e il suo piacere nella battaglia, né per quanto riguarda l'intelligenza visto che Reed Richards (capo dei Fantastici Quattro) prenderà la leadership. Così, Hulk in questo confinamento non troverà il suo posto da nessuna parte, benché ne avesse l'occasione e le risorse per prendersi un ruolo di peso. Non soltanto Hulk resterà un po' in un limbo, ritrovando quasi il suo posto di recluso di prima, ma per di più sarà sempre più irritabile, attaccabrighe, pronto a battersi. Si accorgerà da solo che l'intelligenza di Banner lo lascia piano piano e si metterà a parlare di sé di nuovo in terza persona.

Insomma, Hulk regredisce e diventa sempre più irritabile. Durante la storia, vediamo che, malgrado la sua forza erculea e la sua intelligenza fuori dal comune, è lui che deve affrontare la frustrazione più di tutti. Finisce pure l'avventura con una stampella fabbricata da Mister Fantastic, ferito nell'ultimo combattimento. La frustrazione crescente genera una regressione crescente. Hulk affronta una sensazione di impotenza che può essere paragonata a quella subita durante un confinamento. Non trova un suo posto, si sente inutile sia per quanto riguarda l'intelligenza che la forza, questo confinamento lo rimette al suo solito posto, proprio quando avrebbe avuto tutti i vantaggi per occupare un posto di rilievo. Così, il confinamento funge da rivelatore. Non sono né la forza bruta né la debolezza di Banner a tagliarlo fuori, è qualcosa di più profondo. E il confinamento fa emergere questi aspetti sotterranei, inconsci, riportandolo ad un punto di arrivo in cui è vulnerabile fisicamente e mentalmente. Per Hulk, onnipotente, l'impotenza provoca una regressione, soprattutto per il fatto di non poter affrontare un elemento fondamentale: la sua frustrazione e il saper scendere a patti con la sua parte di impotenza in una situazione che è più grande di lui. Hulk ci insegna in questo modo che l'impotenza genera una legittima frustrazione, ma che se questa resta racchiusa, non formulata, può provocare una frustrazione e una irritabilità importanti che conducono a scelte irrazionali.


IL PROFESSOR X : LA MOBILITÀ RITROVATA 
Il Professor X, leader degli X-Men segue una traiettoria quasi opposta. Avendo le gambe paralizzate ed essendo su una sedia a rotelle, recupera l'uso delle gambe durante questo confinamento. Come in un periodo di quarantena, in cui la mobilità si basa non più sul fisico ma sulle capacità a comunicare in altri modi, sembrerebbe che il telepate, colui che appunto sa comunicare in altri modi (si potrebbe dire attraverso canali diversi), sia avvantaggiato. E come per manifestare questo vantaggio di un uomo di pensiero in una tale situazione confinata, il Professor Xavier non solo recupererà l'uso delle sue gambe, ma anche la leadership degli X-Men sul campo e concluderà l'esperienza di questa guerra confinata con un costume che traduce il ruolo più attivo che ormai deve avere nei combattimenti.

Il Professor X può così rappresentare, in situazione di confinamento, le persone che sono meno a loro agio sul campo; il suo posto è più in disparte, nel campo del pensiero. In questo confinamento in cui stare in disparte è la norma, questo personaggio diventa un protagonista fondamentale, diventando più diretto, più offensivo, alleandosi a Magneto per guidare insieme i mutanti. Mostra così quel che diventerà realtà anni dopo, quando avrà superato questa questione della sua posizione defilata. Uscito da questa posizione dietro le quinte grazie al confinamento, Xavier si rivela per come sarà in seguito, più offensivo. Così, il confinamento può invertire i posti delle persone, mettendo al centro del palcoscenico delle persone che in genere stanno più in disparte, l'occasione di superare i propri handicap, quali che siano, per ricoprire un ruolo più di primo piano. Il confinamento redistribuisce così le vulnerabilità e le fragilità a causa del contesto differente, portando ognuno a trovarsi un nuovo posto.


COLOSSO : LA SEPARAZIONE E IL TRANSFERT VERSO QUELLA CHE LO CURA 
Colosso, l'X-Man dal corpo d'acciaio e dal cuore d'argilla si ritrova lontano dalla sua amata, Kitty Pryde, membro donna (e secondario all'epoca) degli X-Men. Fin dall'inizio, questa separazione obbligata, questo confinamento, a Colosso provoca ansia per il futuro ricongiungimento. Questa angoscia per la separazione non lo molla e lo fa spesso essere malinconico pensando all'amata perduta. Durante una battaglia, il nostro colosso d'acciaio viene ferito e si ritrova tra le mani di una guaritrice aliena che non parla la sua lingua, una che gli cura le ferite e che lo rimette in piedi. E cosa stupefacente, Colosso si innamora di Zsaji, così si chiama. In sogno vede le due immagini del suo amore di gioventù e di questa guaritrice straniera sovrapporsi e sviluppa dei sentimenti d'amore nei confronti di quest'ultima.

È Wolverine che fornirà una spiegazione rispondendo a Diablo: "È un effetto del trattamento". Wolverine avrebbe potuto spiegare così il transfert in psicoanalisi. Provare un sentimento d'amore per chi ascolta, prende cura, si preoccupa, ha un ruolo di protezione e riconforto, dipende effettivamente dal trattamento e si definisce transfert. Colosso, in questa situazione di confinamento, e quindi abbandonato a sé stesso, le sue ansie da separazione, di perdita, si ritrova velocemente a provare emozioni forti nei confronti di questa donna che lo riconforta e lo cura. Durante questa fase, dimenticherà peraltro la sua angoscia che sentiva all'inizio, barattandola con questo sentimento d'amore che prende tutto il posto nei suoi movimenti psichici. Alla fine di questo confinamento dovrà dire addio a questa relazione, con colei che l'ha curato e che muore, in un sacrificio. È il destino di quelli che curano, come dei dottori: non sono fatti per restare, poi devono "morire" simbolicamente per far posto ad un'autonomia. Questa esperienza lo porterà ulteriormente a prendere le distanze dal suo amore di gioventù, come se questa terapia indiretta del confinamento l'avesse portato a prendere le distanze da dei sentimenti che fino ad allora non aveva mai rimesso in discussione.


SHE-HULK E WASP: ATTI DI VIOLENZA
Un altro versante degli aspetti del confinamento è quello del rischio aumentato di violenze intrafamiliari. Delle violenze interne derivanti dalla tensione intrapsichica crescente e che può, in una situazione già fragile, anche in modo discreto, provocare degli atti eteroaggressivi e una violenza interpersonale. Come nelle violenze coniugali.

In Guerre Segrete, abbiamo due esempi di queste violenza contro delle donne su questo mondo confinato. Là dove normalmente i villain battono gli eroi temporaneamente, grazie ad un lontano colpo di blaster, una trappola elaborata ecc., qui due personaggi femminili subiscono violentemente a turno i personaggi maschili. Wasp era scappata dalla dimora di Magneto che tentava di sedurla, mentre lei lo manipolava per estorcergli delle informazioni, ed ora resta coinvolta in un incidente e cade nelle mani della Squadra Distruttrice. I suoi membri la colpiscono con entusiasta violenza, cogliendo l'occasione di sfogarsi su una donna in difficoltà e lasciata a morire dai suoi compagni. Sarà rianimata per un pelo da una guaritrice nativa del pianeta.

Poi, è la stessa She-Hulk che, cercando di vendicare la sua amica che crede morta, assedia la base dei villain, prima di farsi pestare anche lei dal team tristemente ben noto come Squadra Distruttrice, insieme al Dottor Octopus, all'Uomo Assorbente e a Titania, creatura del Dottor Destino.

Questi passaggi di Guerre Segrete mostrano bene come una situazione come il confinamento può portare delle persone potenzialmente violente o già violente a commettere degli atti ancora più cruenti in una situazione così particolarmente ansiogena e fonte di tensione intrapsichica.


LA COSA E LO SGUARDO DELL'ALTRO
Se c'è un altro personaggio che subisce una trasformazione durante questo confinamento intergalattica, è Ben Grimm, la Cosa dei Fantastici Quattro: intrappolato nel suo corpo di pietra, sogna di ritrovare il suo aspetto umano. Un desiderio che hanno provato a realizzare i più grandi scienziati, tra cui lo stesso Mister Fantastic, senza mai riuscirci. Su questo pianeta isolato, lontano dagli altri abitanti per i quali è una barzelletta a causa del suo aspetto roccioso, Ben Grimm si ritroverà in una situazione inaspettata: ritroverà il suo aspetto umano, perdendo di fatto i suoi poteri in momenti così critici.

Questa trasformazione sembra arrivare nel peggior momento. Proprio quando i suoi alleati e lui stesso sono in mortale pericolo, il suo aspetto umano è impotente e non può difendersi. Comunque, ritroverà il suo aspetto della Cosa durante il suo esilio, prima di rendersi conto che può controllare le sue trasformazioni, situazione per lui inedita. Allora questo isolamento che lo tiene lontano dallo sguardo degli altri, lontano dallo sguardo dell'Altro, modifica anche l'immagine che ha di sé stesso? L'Altro in psicoanalisi è questo altro assoluto che ognuno si immagina e al quale attribuisce delle intenzioni, dei giudizi, delle idee, provocando timidezza, paura di deludere, ecc. È un altro che non esiste, ma che rappresenta la somma di tutte le idee che abbiamo raccolto degli altri, che ci hanno influenzato e che abbiamo piazzato in una figura simbolica alla quale cerchiamo di piacere, di cui cerchiamo l'approvazione ecc.

Sembrerebbe così che questo sguardo dell'Altro sia assente per la Cosa durante il confinamento. Non essendo più sottoposto a questo sguardo invadente, la sua corazza cade. Ritorna ad essere sé stesso, senza la sua armatura di pietra, di nuovo vulnerabile. In tal modo, il confinamento può produrre, attraverso questo sguardo adesso messo da parte, degli effetti inattesi. Ovviamente ci si porta sempre questo Altro dentro di sé, ed è così che alla fine Ben Grimm ha la capacità di riprendere il suo aspetto di pietra. Ma questa lontananza forzata dagli altri lo sottomette meno allo sguardo e permette anche, elemento positivo, di ritrovare la forma umana, riunirsi ad una parte della sua vulnerabilità per farne una forza reale. La Cosa resterà su questo mondo che gli permette di accedere a questa parte di lui prima di tornare sulla Terra in seguito, dopo aver approfittato di questa occasione per riscoprirsi senza questa corazza onnipresente.


DOTTOR DESTINO: UN CONFINAMENTO DOPPIO
Last but not least, è il Dottor Destino che riesce a battere l'entità divina chiamata l'Arcano. Questa entità onnipotente sembra fin dall'inizio imbattibile. Eroi e cattivi formano due gruppi, poi tre, insomma ci sono delle divisioni, delle alleanze a geometrie variabili. Solo uno di loro resta inflessibile in questa situazione: Destino. Così, come dice anche il suo nome originale, Dr. Doom (Destino, appunto), capiamo velocemente che il Dottor Destino seguirà la sua propria strada e batterà l'Arcano, anche a costo di rischiare una morte certa in un confronto che gli taglia parti del corpo e invade il suo spirito. Come possiamo comprendere questa situazione che fa sì che questo personaggio vinca su questa entità onnisciente e onnipotente mentre nessun altro personaggio ci riesce e neanche se lo sogna? Tutti gli altri personaggi si organizzano per affrontare questo confinamento e la relativa guerra. Non Destino. Possiamo partire dall'idea che il solo che riesce a sfuggire agli effetti immediati del confinamento è in realtà quello che è... già confinato!

Il Dottor Destino è fin dalla creazione di questo nome confinato nella sua armatura, sotto quella maschera: ci nasconde le cicatrici del suo viso e quindi i fallimenti passati. È così un personaggio già chiuso, confinato in sé stesso, che porta addosso il proprio destino senza poterne scappare. Avendo già fatto l'esperienza del confinamento, e di un confinamento molto più grande poiché confinato in sé stesso, chiudendo i suoi demoni sotto la sua armatura. Pertanto, Destino è un passo avanti rispetto agli altri in questo isolamento imposto, che non lo spaventa. Ci vede piuttosto l'opportunità di uscirne più grande. E sarà così momentaneamente, poiché non avendo superato la propria nevrosi di fallimento, là dove risiede il suo reale confinamento, l'attuazione del suo fallimento finale sarà il riflesso della sua più grande ferita interna. Nel suo caso, è volendo salvare sua madre prima di accedere all'onnipotenza completa che vedrà i suoi piani ridotti al nulla dall'Arcano. Il confinamento viene a sottolineare i propri confinamenti e chiusure interne, le nevrosi di ognuno al quadrato.


Ed è così che Guerre Segrete ci racconta del nostro confinamento. Ci mostra il modo in cui si costituiscono i gruppi, trovando una figura da stigmatizzare e isolare. da rifiutare, del bisogno di riannodare dei legami diversamente, in funzione di affinità che rassicurano, o anche di una rielaborazione regressiva del proprio Io-pelle per potersi ricostituire una custodia protettrice. Ci sono anche le impotenze che provocano frustrazione e fanno regredire se vengono negate, le mobilità psichiche si riadattano e fanno evolvere quando le si colgono, l'angoscia della separazione e della morte che attraversa i nostri legami con gli altri e li rimette in discussione in altri modi, e ne possiamo uscire cresciuti. Infine, il confinamento ci racconta anche il nostro rapporto nei confronti dell'altro, nella sua violenza latente, nel suo sguardo che ci influenza, o nel rapporto con noi stessi e le nostre proprie chiusure precedenti, che avranno in ognuno una risonanza unica.

Le Guerre Segrete non sono quindi un po' quelle che conduciamo internamente durante questo confinamento?
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