Recensione: Tex Romanzi a Fumetti 12

Nulla da perdere

di Matteo Spadini

TEX ROMANZI A FUMETTI 12

Autori: Giorgio Giusfredi (testi), Alfonso Font (disegni e copertina), Matteo Vattani (colori)

Formato: 52 pagine, colore, brossurato, 22,5x30, 9,90 €

Editore: Sergio Bonelli Editore

Il numero dodici dei “romanzi a fumetti” di Tex è una storia classica con una costruzione, per certi versi, anomala. L’ultima missione di Lucky Joe, il vecchio ranger affiancato da Tex e Carson, rappresenta il compimento della sua vita, che è stata per lui dolce solo in parte. Il ranger non ha più nulla da chiedere per sé stesso, né da perdere. Ma c’è un pezzo del suo grande amore rimasto in vita che ha preso una strada rovente, e che sta per prendere fuoco del tutto. Prima di andarsene, Lucky Joe vuole mettere le cose a posto, chiudere i conti e aprire il suo cuore per l’ultima volta.

L’anomalia che troviamo nel classicismo (e nel romanticismo) di una trama semplice ma non banale è la voce narrante di Lucky Joe, che compare a intermittenza e ci racconta un po’ di lui. Il ranger si prende la scena nei momenti più introspettivi, quando a parlare sono i ricordi, le sensazioni, il sangue sulla stella. Ma la sapiente sceneggiatura di Giorgio Giusfredi non confina Tex e Carson ai margini della trama; i due pards tornano protagonisti sparando i loro colpi e le loro battute, servendosi di alcuni vecchi trucchi che a vederli non ci si stanca mai.

I flashback si mischiano col presente e si fondono nelle incredibili tavole di Alfonso Font. Forse, il vero lusso di questo volume sono proprio i disegni del fumettista spagnolo; dal tratto inconfondibile, rappresentano la vera essenza della narrazione per immagini. La polvere che si alza al passaggio dei cavalli ti va negli occhi, senti gli spari della colt e l’ultimo respiro del loro bersaglio. La naturalezza con cui il giorno scavalca la notte al giro pagina. La pioggia battente che bagna la carta, il sangue amaro che impregna il tessuto. Il gioco di luci dei colori di Matteo Vattani completa un’opera che riesce ad alternare il veloce ritmo dell’azione a momenti più intimi, senza mai rompere un accurato e costante equilibrio.