Recensione: Silence of God

Sette giorni per una vendetta
di Giuseppe Nieddu

SILENCE OF GOD
Autori: Massimo Rosi (testi), Giulio Ferrara e Giulio Bilisari (disegni), Valeria Vitiello (mezzetinte)
Formato: 192 pagine, b/n, brossurato, 17x26, 15 €
Editore: Double Shot/Leviathan Labs

Il tempo è scandito dallo scorrere dei giorni. Per una ragazza che ha provato a difendere quello in cui credeva, quei giorni non esistono più. Dovrebbe essere lo stesso anche per suo padre. Ma il suo tempo scorre diversamente.
Alla rovescia.
Per vendicarsi di chiunque sia stato il responsabile della sua tragedia personale, ha con sé due armi, oltre a quelle ordinarie: il suo addestramento come militare e la rinuncia da parte della Morte a portarlo via con sé. Almeno fino alla scadenza. Che è solo di sette giorni. Questo è il suo termine. E, accompagnato da un'alluvione che si rovescia sulla città, questo essere semi-indistruttibile e inarrestabile si mette in moto...

Quest'opera, ideata e scritta da Massimo Rosi (che abbiamo già apprezzato su altri lavori, come Dark Frontier), si presenta come un noir sovrannaturale, violento e dinamico. Suddiviso in 7 capitoli (tanti quanti sono i giorni che rimangono al protagonista), ci coinvolge pienamente sin dalle prime pagine. I personaggi, ben caratterizzati, vengono immediatamente inseriti nel loro contesto, messi a nudo di fronte al lettore, trascinato nel loro mondo. Vengono mostrati per quel che sono: il riflesso di un'umanità cruda e spietata che non vive di sogni, bensì solo di impulsi ed avidità.

Giulio Bilisari e Giulio Ferrara illustrano la vicenda attraverso un bianco e nero dal tratto graffiante che avvolge con le sue luci ed ombre il dolore dei personaggi e le loro avventure (anche grazie alle mezzetinte di Valeria Vitiello), con un'attenzione particolare nel rendere dinamica e disturbante la narrazione, e facendoci comprendere quanto il tutto sia "sporco" e come la pioggia, metafora di dolore e contemporaneamente di purificazione, sia anch'essa parte fondamentale degli eventi.
Sì, perché anche la Natura ha il suo ruolo, esattamente come la Morte, che ne è solo un aspetto. Essa non è solo un'entità che mostra pietà per il dolore di un padre, è anche, a suo modo, un essere che prova amore. 
Ed è fondamentale ricordarlo, leggendo questa storia.
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