Recensione: Batman - Il Ritorno del Cavaliere Oscuro

Il Batman estremo di Miller
di Jose Maniette

BATMAN - IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO
Autori: Frank Miller (testi e disegni), Klaus Janson (chine), Lynn Varley (colori)
Formato: 208 pagine, colore, cartonato, 17x26, 24 €
Editore: Panini Comics

Per debuttare in Italia con le pubblicazioni DC Comics, Panini ci invita a (ri)scoprire una delle opere più importanti di un certo Frank Miller, una versione futurista e disillusa di un Batman che sta diventando vecchio. Il Cavaliere oscuro sta tornando!

Arriva quel giorno in cui la saggezza ti porta a ritirarti dal grande circo dei giustizieri. O sennò è la morte drammatica del tuo side-kick che ti spinge a fare un passo indietro. Comunque, sono più di dieci anni che Batman non solca più le malfamate strade di Gotham City. Bruce Wayne ha superato la cinquantina e il suo corpo non è più l'arma assoluta che è stata in passato. Il commissario Gordon è a poche settimane dalla pensione e anche lui non sembra scoppiare di salute. In altre parole, gli eroi sono stanchi, ed è un peccato perché la corruzione e il crimine non si sono di certo estinti, al contrario! Ultima disgrazia in ordine di tempo, l'apparizione di un gruppo di delinquenti assassini, chiamati Mutanti, il cui aspetto ricorda Ciclope, il leader degli X-Men della Marvel. Non esitano ad uccidere, stuprare, distruggere, semplicemente perché possono farlo: non hanno né scrupoli né rimorsi e non c'è nessuno a fermarli. Ma Wayne sente sempre più spesso il richiamo della notte, il brivido della lotta selvaggia che dorme dentro di lui e che si risveglia giorno dopo giorno. Batman è in pensione, ma gli basta radersi i baffi ed errare con nostalgia nella sua caverna piena di gadget (a proposito, Alfred non è morto e gli fa sempre da maggiordomo tuttofare) affinché il Pipistrello sbatta di nuovo le sue ali. I vecchi amici e nemici ritornano anche loro, a cominciare da Due Facce, liberato dal manicomio di Arkham, e il cui viso è stato totalmente restaurato grazie all'aiuto economico dell'amico Bruce Wayne. Anche i media si sono scatenati: se alcuni incoraggiano e applaudono il ritorno del Cavaliere Oscuro, altri sono increduli e fanno partire una caccia alle streghe, accusando l'eroe di essere al massimo una fonte di disturbo e di ispirazione per gli psicopatici di ogni tipo. Al tramonto della sua carriera, prima che cada la notte, Batman intraprende un'ultima lotta, mentre anche il Joker si prepara a tornare. Il come-back di troppo?

Frank Miller firma questo capolavoro nel 1986, in pieno boom del periodo gritty dei supereroi. Ne è d'altronde uno degli artefici, dei detonatori, proprio con questa storia. L'uomo non nasconde la sua ideologia repubblicana e la sua tendenza a giustificare la sua violenza estrema, il ricorso alle armi personali per difendersi, quando lo Stato è sopraffatto o giudicato colpevole dal cittadino. La soluzione non sta più nel sistema, ma al di fuori. All'epoca Miller riuscì a giustificare e rendere comprensibile le sue tesi e le ragioni che spingono Batman a riprendere il mantello, cosa che non è più riuscito a fare in questi ultimi anni in cui si è accontentato di rimuginare su antiche fantasie di vendetta sanguinolenta e xenofoba, ignorando volgarmente qualsiasi finezza di sceneggiatura e qualsiasi volontà di sfumare il suo pensiero. I suoi disegni sono abbastanza caratteristici di uno stile in via di maturazione e che in seguito sarebbe sfociato in Sin City e nei suoi radicali giochi di ombre. In questo volume, Miller moltiplica le piccole vignette consecutive, con didascalie a volte ridondanti, per sottolineare l'onnipresenza e la vacuità dei media che confondono entertainment, informazione e propaganda. A tratti, lo stile sembra una bozza, i personaggi appena schizzati, con i visi gonfi, i corpi stanchi, le silhouette disordinate, in un universo corrotto. A volte, un'intera pagina muta, senza didascalie né onomatopee, interrompe il ritmo continuo delle altre tavole e offre un'immagine iconica di un Batman col fiato corto ma ancora capace di lanciarsi in un'ultima missione, in tutto il suo splendore e in tutto il suo dramma. Ma dietro questo aspetto volutamente caricaturale, Miller riesce ad instaurare un contesto, un vero contesto, a rendere credibile questa versione sfinita di un Batman che torna in azione e di una Gotham corrotta più che mai e che ha bisogno di essere ripulita.

Un volume non soltanto prezioso e indispensabile per il suo valore artistico, ma anche una testimonianza indubbiamente pertinente di quel che era la sofferenza dell'americano medio sul finire degli anni '80 e dell'amministrazione Reagan. Ultraconsigliato, ovviamente. 
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