Recensione: Samuel Stern 6

Le buone impressioni di un lettore occasionale
di Michele Miglionico

SAMUEL STERN 6
Autori: Luca Blengino (testi). Riccardo Randazzo (disegni), Maurizio Di Vincenzo (copertina)
Formato: 96 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 3,50 €
Editore: Bugs Comics

Sì, lo confesso: non avevo mai letto prima Samuel Stern. Ed è un male, per il semplice fatto che chi ama il fumetto - come il sottoscritto - dovrebbe dare sempre una chance alle nuove serie e alle nuove leve, sin da subito, soprattutto per editori ed autori italiani. Meglio tardi che mai, con la complicità del lockdown da pandemia.

Sono stato fortunato per più di un motivo. Ho trovato tra le mani un albo sui generis.
Spesso nelle serie televisive, per logiche di produzione, alcuni episodi vengono incentrati su personaggi secondari, a discapito del protagonista. Io ho sempre apprezzato queste opportunità. Sulla carta stampata queste esigenze non ci sono... se non per una vocazione narrativa. "Me lo sono sempre chiesto... Che succede alla fine della storia?", si chiede uno dei comprimari di Samuel Stern. Questa avventura di Blengino dà una risposta. Si apre con la fine di un caso, l'esorcismo della Valery del titolo, e si esplora che cosa succede nella sua vita dopo quell'esperienza, come affronta il disturbo post-traumatico da stress, che impatto ha il suo incontro con l'eroe. Lo sceneggiatore ha così tutto il tempo di costruire un personaggio a tutto tondo e di scavarne la psiche, senza che questo sacrifichi l'azione o l'esigenza di un "monster of the week".

Grazie a questo approccio non nuovo ma sempre inusuale, io lettore occasionale posso familiarizzare con il mondo di Samuel Stern: capire che è un esorcista particolare, diverso da un reale Padre Amorth, perché i suoi demoni sembrano parassiti nati all'interno di anime predisposte; eppure lavora con un reverendo - Padre Duncan - e lavora in una libreria. Il tutto si svolge ad Edimburgo: scelta geniale, perché è una location non abusata, una città di cultura che permette di mantenere un impianto anglofono ed esotico che tanto piace a noi italiani esterofili. Non mi è chiaro, dopo questo solo albo, come e perché Stern si ritrova ad avere queste competenze e questa missione, ma confido che lo scoprirò strada facendo. 

Una parte consistente della narrazione è affidata a un classico diario, che fa virare verso la "narrativa illustrata" piuttosto che l'"arte sequenziale", e l'alternanza dei punti di vista del narratore è poco elegante, ma inevitabile. 
L'aspetto più delicato di tutta la storia sono i temi toccati: il confine tra amore e ossessione, lo stalking, la rappresentazione della donna. Non è facile affrontarli senza scadere in stereotipi. Molti lettori potrebbero ritrovarsi nel senso di solitudine e di inadeguatezza delle vittime dei demoni. Sarà banale e scontato, ma il richiamo all'horror del Dylan Dog dei tempi antichi viene facile, quando si gioca sulla linea sottile che divide i mostri e gli incubi del soprannaturale dall'orrore della vita quotidiana. 

Il disegnatore Randazzo mostra solo qualche limite nella riconoscibilità delle fattezze dei personaggi da una sequenza all'altra, e non parliamo dei casi in cui è giustificato dalla possessione demoniaca o dal percorso psicofisico del personaggio. Per il resto, basta sfogliare l'albo, per capire che se lo standard arbitrario di riferimento è la SBE - lasciato volutamente in acronimo - non c'è nulla da invidiare al formato di ispirazione. Questo vale anche per la sceneggiatura. 
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