Recensione: Dawn of X

L'alba degli Hick-Men
di GianLorenzo Franzì

DAWN OF X (X-Men 1, Marauders 1, New Mutants 1, X-Force 1)
Autori: Jonathan Hickman, Gerry Duggan, Ed Brisson, Benjamin Percy (testi), Leinil Francis Yu, Matteo Lolli, Rod Reis, Joshua Cassara (disegni)
Formato: 48 pp. cad., colore, spillato, 17x26, 5 € cad.
Editore: Panini Comics

E dopo la cavalcata selvaggia in 12 numeri, divisi equamente e pressoché alternativamente in Powers Of X e House Of X #1-6 che hanno funzionato da preambolo (e di cui abbiamo parlato qui), ecco la rinascita del mondo mutante vero e proprio, con un universo coeso distribuito in quattro testate che ripartono dall’inizio. 

UNA NUOVA ERA INIZIA DALL’ALBA
Il lungo preambolo è servito ad Hickman a distruggere tutto e ricostruire, nell’ottica di avere un panorama narrativo che fosse una tabula rasa su cui riscrivere le avventure di uno degli universi narrativi più floridi e ricchi creati dalla Marvel, quello mutante. Che per tutti gli anni ’80 e ’90 è stato il fiore all’occhiello, dal punto di vista della qualità ma anche del merchandising, della casa editrice newyorkese, per merito ovviamente di Chris Claremont, l’autore britannico che ha in pratica creato i mutanti per come oggi li conosciamo, il 90% dei personaggi che oggi amiamo, e le dinamiche narrative ed interpersonali che sono adesso alla base dei meccanismi creativi non solo degli X-Men, non solo della Marvel ma di buona parte dell’immaginario pop (dalla serialità nei fumetti fino al cinema e alla televisione).
Come tutte le cose migliori, sono bastati allo scrittore pochi ma basilari concetti per riverniciare di nuovo le avventure mutanti e dargli un nuovo slancio: 
*SPOILER ALERT*
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a cominciare da Moira McTaggart, al secolo Moira X, personaggio sempre perlopiù secondario che invece nella visione hickmaniana è il perno su cui ruota tutto il resto. Perché ha rivelato che Moira è anche lei una mutante, con il potere di reincarnarsi con la memoria delle sue vite precedenti: questo ha fatto sì che potesse consigliare Charles Xavier e portarlo verso una strada che alla fine ha condotto tutti al paradiso mutante di Krakoa, una sorta di terra promessa per tutti i mutanti.
*FINE SPOILER*
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È abbastanza chiaro, dopo aver letto i primi numeri uno che riformano l’universo X (X-Men, Marauders, New Mutants, X-Force), il rimando ai concetti basilari che lo stesso Claremont ha dettato, aggiornati intelligentemente all’età moderna: la metafora sul diverso, congenita nel concetto di “mutante” Marvel, è presente più che mai, fino alle radici stesse dell’isola di Krakoa, sorta di paradiso perduto e ritrovato di una razza perennemente in fuga e oppressa, chiaro simbolo che non può che riportare alla diaspora ebraica e alla speranza di Israele. Sono concetti importanti e culturalmente “pesanti”, che, come detto, riportano gli X-Men alla loro base ideologica rendendola al contempo ancora più raffinata e alta: e sono allo stesso tempo idee che rendono la lettura dei volumi X stratificata e impregnata di riflessioni culturali e sociali, come ai bei vecchi tempi.
E di bei vecchi tempi non si parla mai a caso, perché anche oggi, nel 2020 così come all’alba degli anni ’80, c’è un solo autore al vertice, una sola mente che garantisce coesione narrativa: Hickman come Claremont, insomma, riporta i personaggi sotto un unico alveo creativo dando loro libertà d’espressione ma anche garantendo quella unità d’intenti e di qualità che è stata alla base del successo del brand decenni fa.
Se Chris creava e scriveva, oltre ad Uncanny, anche New Mutants, Wolverine ed Excalibur, oggi Jonathan immette sul mercato X-Men, Marauders, New Mutants e X-Force rendendoli ognuno parte di un discorso più ampio ma perfettamente fruibile anche singolarmente.
È così che nei crediti delle storie si legge, dopo il nome dell’autore (rispettivamente, Gerry Duggan, Ed Brisson e Benjamin Percy), un bel “Capo di X” come status di Hickman. 
Un discorso forse complicato all’apparenza, ma che rende la lettura appassionante come non capitava davvero da tanto, tanto tempo.

UNA X CIASCUNO
Andando caso per caso, nella testata madre X-Men è lo stesso Hickman a scegliere il cast per mettere tutte le carte in tavola: e sceglie, restando sempre sul tema “coesione”, tutti coloro che fanno parte della famiglia allargata dei Summers, partendo ovviamente dal capostipite Nathan Summers, aka Corsaro, capo dei Predoni Stellari e sempre sottodimensionato dai vari scrittori ma dalle grandi potenzialità; Scott, alias Ciclope, punto fermo della narrazione decennale mutante e oggi più che mai a fuoco con le sue caratteristiche e i suoi complessi; passando alla ex moglie, Jean Grey, tornata (momentaneamente?) ad indossare letteralmente i panni mai démodé di Marvel Girl, mater familias di un gruppo disfunzionale che non può che comprendere anche i due figli dislocati spazio-temporalmente Rachel Summers (nata dagli Scott e Jean della dimensione Giorni di un Futuro Passato) e Nathan Cristopher Dayspring Summers (clone del figlio di Scott e Madelyne clone a sua volta di Jean Grey, proveniente lui da una dimensione futura...). la complessità sta nei personaggi stessi, come si può vedere: ma Hickman rilancia e descrive Krakoa come un luogo denso di misteri ed epicentro di nuovi intrighi e complotti. Solo nel primo episodio, disegnato in maniera eccellente da un rinato Leinil Francis Yu - che non fa che confermare la sua aderenza artistica allo spirito di gruppo mutante - infatti abbiamo come sottotrame: 
*SPOILER ALERT*
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il nuovo arrivato Dr. Mars che si inietta qualcosa nelle vene prima che la Forgia cada nelle mani degli X-Men, per poi scomparire misteriosamente; un essere “in negativo” che esce da una capsula contenitiva e ritrovato da Tempesta proprio nella Forgia; lo scetticismo sospetto di Polaris davanti l’ottimismo sfrenato del sempre cupo Ciclope; il Direttore Devo (chi è? Da dove arriva?); la dott.ssa Gregor che dice di poter “riportare indietro” il marito morto. Ed è solo l’inizio, perché nei nn. 2 e 3: Ciclope parla di “un luogo di cui di solito non parliamo”; nel bel mezzo di Krakoa scopriamo esistere una sorta di vulcano nel cui interno vivono mostri informi degni di Lovecraft; nella fauce di Arak (una cava interna ad Arakko, isola “sorella” di Krakoa, entrambe nel passato unite a formare Okkara, amica di Apocalisse...) vive l’ultimo degli enigmatici Evocatori, che segretamente si incontra di notte proprio con il folle mutante evoluzionista; tre arzille vecchiette che si fanno chiamare Ordocoltura conoscono i giunti krakoani e ne fanno uso per saltare da una parte all’altra del globo e rubare i fiori dell’isola.
Insomma, così tanta carne al fuoco che sulla testata ammiraglia si può tranquillamente vivere di rendita per altri due anni almeno. 

NON UNA DI MENO
Non meno affascinanti sono le altre testate di cui sopra, a partire proprio da Marauders, forse la sorpresa più inaspettata. Protagonista è una Kitty Pryde che infine prende il suo posto “tra gli adulti” - a “soli” quarant’anni dal suo ingresso tra i personaggi!!! - e divide equamente la scena con Emma Frost, altro character ormai leggendario nel macrocosmo X: entrambe, affidate alla penna frizzante e approfondita di Duggan, prendono tutto quello che di buono è stato scritto sulle loro personalità e costruiscono una storia fresca, avvincente, ritmata, che aggiunge altri misteri (Kitty non può passare dai giunti krakoani - ma i più agguerriti ricorderanno che Claremont anni fa suggerì che forse non era una mutante ma una “Neo”...; Alfiere indaga su un uomo sparito dopo essere entrato proprio in un giunto; la Frost incarica la Pryde per una sorta di contrabbando legalizzato dei fiori di Krakoa) all’affresco, ricongiungendosi mirabilmente alla narrazione globale e dande quel senso di coesione che da tanto, troppo tempo mancava sulle testate mutanti. Impossibile poi essere qui un po' partigiani: su Marauders buona parte della riuscita è dovuta alle tavole perfette di Matteo Lolli, talento nostrano che ha un meritato posto di rilievo in un parco testate tra le più in evidenza della Marvel. Matteo fa un lavoro eccellente, schizzando su carta il ritmo fresco e la narrazione immediata dello scrittore, interpretando l'adulta Katherine Pryde con una caratterizzazione fisica che è già iconica, lasciando che la plasticità del suo tratto “sporchi” e insieme si sposi perfettamente con la sua impostazione classica e pulita.
Stesso discorso per New Mutants e X-Force
La prima ha un’eredità pesantissima, essendo il gruppo nato proprio con Claremont e passato poi di incarnazione in incarnazione, di successo in successo e alla fine trasformatosi proprio nella X-Force di Cable: Hickman qui co-sceneggia insieme a Brisson, scegliendo inaspettatamente un tono da sci-fi comedy perfetto ed equilibrato, aiutato da un Rod Reis che in grandissima forma riprende Sienkiewicz, uno degli illustratori che portò gli originali Nuovi Mutanti alla fama con la "Saga del Demone Orso" insieme al solito Claremont. 
X-Force nasce invece sotto il segno dell’action più sfrenato, ma alla fine del primo albo, dopo aver disseminato la lettura di altri indizi e misteri, piazza il colpo di scena più eclatante di questa prima infornata di numeri uno, ovvero l’omicidio di Charles Xavier per mano di nuovi Reavers, e la conseguente distruzione del suo casco Cerebro, con la probabile perdita della facoltà di poter riportare in vita tutti i mutanti morti. Senza dimenticare che ovviamente ancora nessuno sa perché, fin da PoX e Hox, proprio il buon professor X non abbia mai mostrato il suo volto sotto il casco…
*FINE SPOILER*
*FINE SPOILER*
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Insomma, i presupposti per una nuova era leggendaria ci sono tutti. 
Da un deus ex machina unico ad un sottofondo narrativo coeso e intriso di mistero e metafore in egual misura, dagli omaggi e richiami ad un passato leggendario (Claremont, certo, ma anche Lobdell e Morrison, gli altri due scrittori che hanno, ognuno nel suo decennio, dato un senso e un significato profondo agli X-Men) ad un presente intessuto di sottotrame, personaggi e interrelazioni particolarmente accattivanti e appassionanti.
La forzata e momentanea pausa dovuta all’emergenza Covid-19 ha dato uno brusco stop alla pubblicazione italiana delle nuove serie da parte di Panini, mettendo in panchina anche le prossime Excalibur e Fallen Angels, ma se il buongiorno si vede dal mattino, anzi dall’alba, noi X-fan possiamo gioire e godere ancora di più in fremente attesa di storie che, di certo, scriveranno la Storia. 
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