Focus: I virus nei fumetti Vs. i virus nella vita reale

Editoriale speciale Covid-19
di Jose Maniette

Non vi sarà sfuggito che il delicato periodo che stiamo attraversando è la normalità nei fumetti: possiamo pure dire che si tratta di una crisi più che superficiale rispetto a quello contro cui si battono i supereroi ogni giorno. I racconti che mettono in scena una contaminazione, una pandemia su scala mondiale sono veramente tanti e hanno tendenza ad aumentare in questi ultimi anni, poiché il fenomeno zombie ha conosciuto, in particolare con The Walking Dead, una significativa inflazione. Ed ecco che ci accorgiamo che viviamo prima di tutto in un universo di fantascienza, cioè con dei mezzi tecnologici e sanitari di molto superiori a quelli che sono in realtà a nostra disposizione. Esistono dei geni come Reed Richards o Tony Stark, capaci di inventare soluzioni a qualsiasi problema. Con loro i vaccini si trovano in meno di 24 ore e, cosa ancora più improbabile, la loro fabbricazione, produzione e distribuzione si fanno in uno schiocco di dita. Se confrontiamo questo metodo con quel che avviene nella vita reale, capiamo che tutto questo è solo un'esagerata finzione e d'altronde non è un caso se il cancro è in fin dei conti un tema molto poco affrontato nei comics: perché è un esempio concreto del limite medico che dobbiamo affrontare e che non avrebbe giustificazioni in un universo narrativo in cui gli scienziati fanno miracoli. Il più delle volte si evita l'argomento, anche se non sempre.

Nei comics la contaminazione deve essere plasticamente e artisticamente rappresentabile, in altre parole la pandemia prende la forma di sintomi improbabili quanto assassini; gli zombie sono un esempio perfetto di quel che dobbiamo leggere. Anche recentemente abbiamo avuto una versione tecnologica del fenomeno con un virus che si propaga attraverso Internet e i social network in DCeased della DC Comics.  Purtroppo la realtà è molto più prosaica (o forse dovremmo dire fortunatamente, perché chi avrebbe voglia di vivere in un mondo come quelli degli universi Marvel, DC o Image, in cui Galactus può arrivare e mangiarsi il pianeta e in cui i morti escono dalla terra per infestare le strade? Non noi, francamente!) e questa realtà è un virus da poco (paragonato alle nostre letture), che non provoca sintomi pericolosi nelle persone giovani e sane, quasi nessun sintomo nella maggioranza dei casi, ecco il Covid-19, il coronavirus del momento, ad esempio. Ma noi non siamo governati da dei Reed Richards o dei Tony Stark, noi abbiamo sfortunatamente persone che non sono preparate, che non misurano le sfide sanitarie e mondiali, e per le quali il profitto è il solo orizzonte sul tavolo. Sono capaci di far manganellare o gasare degli operatori sanitari che reclamano dei mezzi per salvare vite ed esaltarli dieci giorni dopo, come ultimo baluardo della nostra civiltà. Tutto ciò spiega perché anche un virus come il Covid-19 mette la nostra economia e il nostro sistema di vita in ginocchio e ci obbliga a ripensare tutto il nostro quotidiano, fino alle nostre relazioni interpersonali. Nella nostra realtà, fortunatamente, non ci sono i supercriminali dei fumetti, ma non ci sono neanche questi geni, visionari, i colpi di teatro e il lieto fine sistematico, con resurrezioni continue. La vita reale in questo momento ci lascia almeno i fumetti per sognare, immaginare, pure anticipare, ma ci ricorda anche che ognuno di noi, ad un certo punto, potrebbe ripensare sé stesso e indossare il costume del supereroe di quartiere che, a modo suo, con dei gesti semplici e un comportamento ragionevole, può salvare delle vite.

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