Lo Psico-Occhio: Eroi in Crisi


"Lo Psico-Occhio" è una rubrica che intende illuminare l'universo della cultura comics e nerd attraverso il prisma della psicanalisi. Per apportare una visione differente e inedita su quel che crediamo di sapere già, ma che a volte ha bisogno che lo guardiamo... Due volte!

Disclaimer: questo articolo è integralmente redatto da Alex Hivence per Comicsblog.fr.
Psicanalista nella vita reale, analizza dietro la sua identità segreta la psiche e la personalità degli eroi della cultura comics, manga e nerd.

Eroi in Crisi, dei salvatori dietro le maschere
di Alex Hivence (trad. di A. Neri)

Non si è mai sentito parlare così tanto di eroi di tutti i giorni! Al tempo della pandemia di Covid-19, questa parola "eroe" viene associata all'atto eroico, ma anche alla vulnerabilità, al rischio corso dietro l'uniforme e la maschera. Le notizie incrociano a volte in modo curioso il mondo dei fumetti. Con la storia di Eroi in Crisi, tenteremo di chiarire in cosa gli eroi di questo racconto ci permettono di capire le difficoltà psicologiche presenti e future dei professionisti sanitari confrontati alla crisi attuale del Coronavirus.

Eroi in Crisi è un titolo DC Comics pubblicato in Italia da Lion Comics a partire dall'aprile 2019. Si tratta di una miniserie che affronta un tema particolare: lo stress post-traumatico, ma anche l'esaurimento negli eroi. Ai testi il prolifico Tom King e ai disegni Clay Mann, ma anche un po' di Lee Weeks e Mitch Gerads.


LA STORIA
Nel corso delle loro tante missioni, gli eroi incrociano la morte spesso da molto vicino, che questa riguardi - in situazioni traumatizzanti - le persone che loro provano a soccorrere o i loro colleghi o loro stessi. Questi eroi, benché possano apparire invulnerabili agli occhi del pubblico, hanno comunque le loro ferite, riaperte da questi momenti in cui sono sfiorati dalla morte, in cui la loro psiche non sopporta più questa tensione, in cui il loro spirito cede di fronte a dei momenti traumatici. Per questo viene creato un luogo di cura: il Santuario. Questo è stato inventato allo scopo di offrire agli eroi uno spazio per riposare, un porto di pace dove riprendersi dalle ferite, assistiti da uno psicologo virtuale che li porta ripercorrere questi eventi traumatici con lo scopo di guarirne.

Ma ecco che si verifica un dramma: il Santuario viene attaccato. I residenti del Santuario sono violentemente e brutalmente uccisi, salvo due eroi, Booster Gold e Harley Quinn. Per gli eroi che conducono l'indagine, Batman, Superman, Wonder Woman e Flash, sono loro i principali sospettati. Sotto forma di indagine di polizia, scopriremo così i segreti di questo Santuario e degli eroi che erano lì, le loro ferite e i loro segreti, i loro peccati e i loro traumi nascosti.


EROI IN DIFFICOLTÀ
Riletto alla luce di quel che sta passando il Paese e in particolare i professionisti sanitari, che alcuni chiamano eroi, questa storia illustra bene l'idea secondo la quale ogni eroe, anche se lo si qualifica con un "super", presenta delle zone vulnerabili. La sensazione di onnipotenza che il salvatore può trasmettere a chiunque lo guardi non si accompagna però da una reale invulnerabilità. È quel che ci ricorda Eroi in Crisi: ogni eroe del momento può essere richiamato alle sue debolezze in occasione di un evento traumatizzante o in una situazione traumatica di esperienza di morte imminente. Ogni eroe possiede un proprio limite, un suo punto di rottura. Al pari dei nostri eroi, vediamo che ogni salvatore è ineguale di fronte alle situazioni, agli eventi, ma quel che resta uguale per tutti è il punto di rottura che li riguarda tutti, Superman compreso.

Se nella storia questi non menziona eventi in sé traumatizzanti, vediamo in alcune vignette il suo problema di identità a proposito del fatto se sia Superman il suo Io Ideale e se Clark Kent sia l'Io il cui ideale è Superman. Invece Batman parla dei legami creati per ricostruirsi una famiglia e delle perdite che avuto in questa occasione. Wonder Woman racconta un incubo di quando era bambina che la porta ad andare a cercare sua madre, lei stessa in una situazione di ferita mortale, portandola a scegliere di mantenere per sé le sue difficoltà ricordandosi che altri soffrono più di lei.

Così, ognuno mostra come intende il fatto di salvare gli altri e salvare sé stesso. Le due cose sono sempre legate, nessuno si trova al posto di salvatore, o di sanitario, per caso. Qui, colui che cura prende quello di cui ha avuto bisogno per guarire sé stesso e lo trasforma nella capacità di prendersi cura dell'altro. È un processo che si basa su una metabolizzazione psichica, una sublimazione delle sue ferite in un atto che guarisce. Le sequenze di Superman, Batman e Wonder Woman ne sono una dimostrazione ed è così per coloro che ad un certo punto decidono di prendere cura di altre persone. Con la forza e i problemi che questo comporta.


TRAUMA, MORTE E RIPETIZIONE
Lo vediamo in Eroi in Crisi, le situazioni in cui gli eroi incrociano la morte in un'improvvisa e brutale irruzione portano ad un trauma. E questo può accadere che se ne sia personalmente coinvolti o che si sia assistendo ad una morte brutale. In particolare, è il caso del personaggio Lagoon Boy che rivive costantemente il momento in cui un raggio laser lo attraversa, o quando Booster Gold parla della macchia di sangue che vede sempre sui suoi occhiali, mentre in realtà è cancellata: gli era schizzata addosso mentre sotto i suoi occhi moriva Batman (una versione da un mondo alternativo). Trovarsi davanti ad una situazione di morte quando questa fa una brutale irruzione nella realtà, lascia delle tracce. Questo incontro con la morte è tipico degli eroi e Eroi in Crisi ci mostra che i supereroi non sono un'eccezione, riportandoli alla loro dimensione di esseri umani (o quasi) sotto la loro maschera. 

Quello che crea il trauma è la morte. Ora, sappiamo tutti che esiste. E comunque, la sua improvvisa irruzione agisce come un'effrazione che avviene senza che ce l'aspettassimo. La differenza tra una situazione di lutto e quella di una morte traumatica è una differenza simile a quella che c'è tra un trasloco e una rapina in casa. Anche se ogni morte provoca un trauma, la morte che avviene brutalmente prima di averla potuta pensare riveste un carattere che attraversa qualsiasi armatura, qualsiasi superpotere, qualsiasi supposta invulnerabilità. Questa dimensione della morte, quasi sempre respinta, o accettata quando la psiche ha il tempo di integrarla in un processo temporale, genera un trauma quando arriva senza che si sia preparati. O quando le situazioni si accavallano mentre la psiche non ha potuto integrare questo lutto, a seconda del tempo interno necessario ad ogni lutto. Quel che crea il trauma allora è la realtà sbattuta in faccia mentre la mente guardava altrove. Un po' come qualcuno che, di sorpresa, vi leva la sedia mentre vi state sedendo. La realtà si ritira sotto i vostri piedi e vi resta la realtà nuda e cruda. La caduta è dura, a seconda della vostra elasticità o che riusciate a reggervi a qualcosa, ma comunque sarà una caduta. In quel momento, anche un supereroe non può evitarla. È questo che Eroi in Crisi ci mostra. Che ognuno, durante un avvenimento dato, ha incontrato la sua vulnerabilità, il suo punto di rottura.

Le tavole dalla composizione classica con 9 vignette illustrano quel che provoca il trauma per ogni eroe. Così, viene mostrato quel che si rivela nel momento di un trauma è contemporaneamente una cosa nuova, insolita, la morte e l'angoscia che fa emergere, ma che riporta anche ai traumi passati. Batman racconta delle morti dei membri della sua Bat-family con, sullo sfondo, la perdita originale dei genitori, che ben conosciamo. Superman si fa delle domande sulla sua identità, lui che è un bambino adottato, mentre Wonder Woman tenta di tenerne uno contando solo su sé stessa, lei che si è autogenerata. Ogni eroe, alla luce del suo trauma, vede così scoperto il suo punto di rottura dietro la sua armatura, questo punto che forma insieme la sua vulnerabilità, ma che è anche ciò che l'ha condotto ad essere un eroe. Sono le due facce di una stessa moneta. Eroi in Crisi ci ricorda il lato della croce, là dove il lato testa lascia apparire la maschera, l'uniforme e le sue virtù di immaginaria onnipotenza.


CORSA CONTRO IL TEMPO
In Eroi in Crisi, l'indagine è una corsa contro il tempo. Il tempo è un elemento importante, che determina la storia. Così come per la corsa contro il tempo che si impadronisce dei team sanitari oggi, la temporalità al centro di Eroi in Crisi è al centro anche di qualsiasi evento traumatico. Come dicevamo, quel che crea il trauma è il fatto che il tempo psichico sia preso in velocità dal tempo del reale, come un elemento della Forza della velocità, quella forza dalla quale attinge Flash, che andrebbe indietro nel tempo per far collidere gli elementi. Che Eroi in Crisi sia costruito come una storia fatta di flashback d'altronde corrisponde bene al modo in cui funziona un vissuto traumatico. C'è l'impatto traumatico e in seguito la persona tenta di riprendersi, di ricostituire gli avvenimenti come si farebbe con i pezzi sparpagliati di un puzzle. 

Le capacità di comprensione, di anticipazione, di integrazione, di elaborazione psichica sono colte di sorpresa. Il trauma è un bolide che ti tampona e polverizza, il tutto in una frazione di secondo. Di fronte ad un evento traumatico, una persona dovrà "far rapporto", da sola o in squadra, capire quel che è successo rimettendo insieme i pezzi del puzzle che hanno portato a questa situazione. In Eroi in Crisi, questo rapporto viene proposto dalla sala interattiva in cui un computer intelligente fa da terapista. E come procede? Chiede alla persona vittima di stress post-traumatico di scegliere una persona e un ambiente per poter rimettere in una storia gli eventi. Perché quel che forma il trauma potrebbe riassumersi in quel che non permette più di inscriversi in una storia, un corpo estraneo in un racconto, un bug nella linea di codice che va reintegrato attraverso un elemento umano fondamentale per continuare a pensare, a pensarsi e, qui, a curarsi: la narrazione.

Raccontare di nuovo l'evento per dargli un senso permette di digerirlo, di integrarlo psichicamente, al racconto della propria vita. Di farne un elemento della propria tela cronologica ed emozionale personale. È così che lo stress post-traumatico, finché non è curato, si manifesta attraverso un ciclo temporale. Come Lagoon Boy che rivive in continuazione il laser che lo trapassa, contando le 337 ripetizioni, concludendo - una volta che il computer ha fatto il conto del numero di volte in cui la sala di simulazione gli ha lanciato il laser per rivivere questo momento traumatico - "magari sono 337 volte, ma per me è per sempre". La persona traumatizzata ormai vive in un tempo congelato, bloccato. Si tratta dunque di raccordare questo evento, riconnetterlo con gli altri elementi della vita. Curare quel che è rimasto paralizzato. 


TORNARE INDIETRO NEL TEMPO
In Eroi in Crisi, è interessante notare che due dei protagonisti principali, addirittura i due essenziali, sono dei personaggi che hanno un rapporto particolare col tempo. Booster Gold, che viene dal futuro e può viaggiare nel tempo, e Flash, Wally West, che può anch'egli spostarsi nel tempo usando la Forza della velocità, che gli permette di muoversi ipervelocemente. Come abbiamo visto, la temporalità rappresenta un elemento determinante del trauma, tanto in quel che provoca quanto in quel che cura. Se il trauma è questo bolide che colpisce all'improvviso la psiche umana, anche dell'eroe, anche del supereroe, la sua risoluzione dipende dal fatto di riallineare gli elementi nel flusso temporale ordinario, come farà Booster Gold. Mentre Wally West proverà a riparare il suo vissuto traumatico andando indietro nel tempo.

È quel che fanno le persone in situazione di stress post-traumatico quando provano a rifare la storia andando con la mente indietro nel tempo dicendosi "E se...", ricreando la realtà per tentare di alleviare il senso di colpa che riguarda il trauma. L'eroe è colui, e le vignette dei differenti personaggi in Eroi in Crisi lo mostrano, che trova normale salvare vite e si sente in colpa perché non riesce a salvarne di più. A volte resiste nel parlare di sé, come Harley Quinn che non vuole queste cose psicologiche, mostrando dei meccanismi di difesa, ma che a volte tenta un'introspezione su fondo di auto-svalutazione. O come Booster Gold: a volte le cicatrici sono ciò che gli dà forza, ma che gli ricorda la sua vulnerabilità che si trasforma in empatia. O come Batgirl. Tutte le singolarità si esprimono con le loro diversità e le loro ricchezze, ma tutti hanno in comune questa preoccupazione di prendersi cura degli altri, di salvare vite, mettendo la loro vulnerabilità così umana da parte un momento, per agire. Questo non vuol dire che questa non continui ad esistere quando l'uniforme e la maschera sono messi da parte. Meritano, quindi, la riconoscenza e un porto di pace e che ci si prenda cura di loro, a loro volta.


Così, come Eroi in Crisi, in cui l'eroe invulnerabile è destrutturato per lasciar apparire degli individui dalle crepe tangibili, cosa che li rende ancor più coraggiosi che se fossero davvero invulnerabili, i professionisti sanitari di oggi si comportano eroicamente o, diciamo - per evitare questa parola che farebbe pensare che possono fare a meno di sostegno -, coraggiosamente. Cosa che non li rende in sé degli eroi, ma delle persone la cui esemplarità ispira gli altri e che, dopo la crisi, dovremo continuare a sostenere. 

Dagli eroi in crisi ai sanitari in difficoltà, vediamo che il passo è breve. Che la finzione dei nostri fumetti illumina la realtà in una luce inaspettata. E che la realtà dà, a volte, delle lezioni alla finzione. E che certe donne e certi uomini ispirano l'umanità. A loro diciamo "grazie". Verrà il momento in cui prenderemo cura di loro, a nostra volta.
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