Focus: Lo spirito fiero dei battle manga - Prima parte

Con questo Focus, Lo spirito fiero dei battle manga, scritto da Jason Thompson, partiamo in un lungo viaggio in cui analizzeremo i rapporti tra i manga e l'Occidente.

Jason Thompson è un artista, scrittore e designer di San Francisco. È stato editor dal 1996 al 2006 per VIZ Media, dove ha lavorato su moltissimi manga e ha svolto il ruolo di caporedattore per l'edizione americana di Shonen Jump. Nel 2007 è uscito il suo Manga: The Complete Guide, la prima enciclopedia dedicata ai manga in lingua inglese. Scrive per il sito Anime News Network, per la rivista Otaku USA, per Wired e altri. Nel frattempo ha anche realizzato diversi fumetti (tra cui King of RPGs'), scritto articoli per molte antologie, creato due giochi da tavolo ("Cartooner" e "Mangaka") e disegnato innumerevoli poster e illustrazioni per giochi da tavolo, in particolare per "Dungeons & Dragons". 

Yûjô! Doryoku! Shôri!
Lo spirito fiero dei battle manga 
O come gli shōnen manga assomigliano ai comics di supereroi. 
di Jason Thompson (trad. di A. Neri)

Nel fumetto americano e giapponese, c’è una sola domanda che non passa mai di moda: "Il personaggio X può battere il personaggio Y?". Malgrado la relativa popolarità dei fumetti per ragazze giapponesi e i dati demografici che parlano sempre più di una buona distribuzione tra i due sessi, il genere dello shōnen manga resta ancora il numero uno e al suo interno il primo sotto-genere è il “battle manga”.

Adoro i battle manga - in quanto ex-caporedattore dell’americano Shonen Jump, come non potrei? Nel cuore dei ragazzi giapponesi (e di quelli che leggono roba diretta a loro), la lotta tra Goku e Vegeta, o quella tra Kenshiro e Raoh, proiettano un’ombra lunga quanto quella dei Fantastici Quattro contro Galactus, o Superman contro Batman ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Il paragone tra battle manga e comics di supereroi è inevitabile. Poteri incredibili - il bene contro il male - e scene di combattimento - sostanzialmente rivolte ai ragazzini - uhmm, quindi? C’è comunque una differenza fondamentale. Nel momento in cui il Direct Market (la rete principale di distribuzione e vendita di fumetti negli Stati Uniti, N.d.T.) si è sviluppato alla fine degli anni ’70, i supereroi erano la specie dominante dei fumetti americani già da così tanto tempo da essersi evoluti in nuove specie come fringuelli isolati su un’isola. Supereroi SF, supereroi comici, supereroi magici. Dall’altra parte, il battle manga è una formula. Può riguardare lo sport (Eyeshield 21, Slam Dunk), giochi da tavolo (Hikaru no Go), la cucina (Iron Wok Jan). Se i supereroi sono un simbolo della storia, il battle manga detta totalmente la struttura della storia. Per certi versi è più flessibile, per altri più limitante. 

Non si può dire che un manga è un battle manga solo perché c’è della lotta. I grandi manga di mostri come Slayer e Muhyo & Roji, coinvolgono eroi che combattono contro dei mostri in ogni episodio, ma la storia si concentra sulla creatura e non sulla battaglia; l’eroe fa atto di presenza e provvede alla chiusura. I manga come Rozen Maiden e Sailor Moon possono anche essere costruiti su una sfilza di lotte, ma le scene di combattimento sono così rapide e la strategia e la coreografia hanno talmente poca importanza che fanno solo marginalmente parte del genere. No, un vero battle manga deve contenere LUNGHE lotte, come il combattimento tra gli eroi e Freezer in Dragon Ball Z, che dura più di 400 pagine. Un vero battle manga non ruota solo intorno a personaggi e creature, ma parla della competizione in sé
Un battle manga ha tre elementi principali:

(1) L'EROE VA IN BATTAGLIA

Scott McCloud in Fare il Fumetto fa giustamente notare che i manga sono diventati più fantastici negli ultimi 25 anni. Rispetto ai comics americani, i manga dominano ancora nelle storie che parlano di sport, università, arti marziali, ma queste storie realistiche sono sempre più superate numericamente da racconti di science fiction/fantasy (e c’è poca separazione tra questi due generi: il "vero" SF è fuori moda tanto in Giappone quanto in America). In questo modo il fumetto americano e quello giapponese sono cresciuti insieme, in un regno comune di battaglie fantastiche.

Un pregiudizio comune a quelli che non hanno letto molti manga (o che non hanno letto quelli buoni) è che i manga siano pieni di pagine caotiche e chiassose. In realtà, lo shōnen manga viene prima di tutto progettato tenendo presente la chiarezza. Quando è stato chiesto come aveva fatto visivamente per esprimere l’azione in Yu degli Spettri (YuYu Hakusho), Yoshihiro Togashi ha risposto: "In ogni caso cerco di rendere semplice per il lettore la comprensione di ciò che sta succedendo". Linee di velocità e altri effetti di azione possono essere comuni, ma le pagine vengono composte appositamente per la massima chiarezza. La successione delle tavole è sempre chiara. Gli oggetti escono raramente dalle vignette. I manga hanno molto meno testo dei fumetti classici americani, ma i personaggi commentano l’azione, e questi commenti sono spesso ridondanti (spesso sono gli amici dell’eroe e i compagni a farlo, e ciò pare più plausibile che se fosse l’eroe stesso a spiegare quello che sta facendo - comunque gridare il nome della tecnica usata è una tradizione dei manga e degli anime). Penso che, a parte la lettura da destra verso sinistra, per un novizio di fumetti sarebbe molto più facile capire una battaglia media in versione manga, che una normale lotta tra supereroi di comics. Ovviamente, ci sono dei manga più "esibizionisti" come Trigun, chiaramente influenzato dai supereroi.

A parte l’aspetto grafico, la più grande differenza tra lo shōnen battle manga e i comics di supereroi è la natura rituale della lotta. In parole povere, i supereroi derivano dai crime comics e i battle manga dal mondo dello sport. In genere i supereroi sono in parte detective che arrestano i villain mentre stanno compiendo qualche piano diabolico, o li incontrano per caso camminando per strada ("Spider-Man assiste ad una conferenza stampa, quando improvvisamente vede Lizard e Scorpione..."). Negli shōnen manga, benché ci sia qualche serie in cui le battaglie derivano in modo naturale dalla storia stessa (come One Piece e quello che è solo in parte un battle manga, Inuyasha), l’archetipo della struttura della trama è il torneo. Un torneo per salvare la terra (Dragon Ball Z), un torneo per conquistare la terra (MÄR). Un torneo per vedere chi è il migliore (Shaman King, Iron Wok Jan, Flame of Recca, Yu degli Spettri, Naruto, ad infinitum). Gli antagonisti possono barare e sfruttare i tecnicismi, ma né loro né gli eroi operano al di fuori di questa struttura essenziale. Il mio amico Andrew Farago, direttore del Cartoon Art Museum, dice che questo fa di Secret Wars il comics più simile ai manga di tutti i fumetti americani classici. 

In un torneo è ideale che tutti combattano lealmente e alla massima potenza. Nei comics di supereroi, le battaglie sono spesso vinte o perse per fortuna o a causa di circostanze ambientali: Capitan America lancia lo scudo in un dirupo e causa una valanga! O un operaio vede un Ammazzaragni che combatte contro Spider-Man, e prende alle spalle l’Ammazzaragni con il proprio equipaggiamento! Ma con poche eccezioni (come le improbabili coincidenze nel "supereroico" Le bizzarre avventure di JoJo) gli eroi dei manga non hanno bisogno della fortuna o di trucchi ingegnosi (in teoria lo scrittore ha bisogno di una certa maestria, come cattivo esempio, prendiamo la scena in Samurai Deeper Kyo dove il nemico calcola la velocità massima alla quale un essere umano può sguainare una spada e attaccare e "Kyo sguaina e attacca anche più rapidamente!", che sonno!). Se parliamo in generale, gli eroi di manga amano la lotta leale (anche rischiando il destino del mondo pur di dare al cattivo di turno una chance di vincere, come in Dragon Ball Z) e dominare i loro avversari con coraggio e determinazione. Quando ottengono un trionfo, di solito è grazie ad una forza interiore che deriva da qualche emozione forte - "Non ti dimenticherò mai per questo!", "Voglio proteggere quelli che amo!", "Voglio solo che siamo amici!". La strategia è piacevole, ma secondaria. La famosa scena di Ditko quando Spider-Man pensa alla sua famiglia e ai suoi amici e raccoglie le forze per sollevare le macerie ed uscirne è una delle scene più "manghesche" della Silver Age.

Continua con
Lo spirito fiero dei battle manga - Seconda parte
- Lo spirito fiero dei battle manga - Terza parte
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