Recensione: The Graveyard Book

Le vite di Gaiman nei cimiteri
di Giuseppe Nieddu

THE GRAVEYARD BOOK
Autori: Neil Gaiman e P. Craig Russell (testi), Kevin Nowlan, P. Craig Russell, Tony Harris, Scott Hampton, Galen Showman, Jill Thompson, Stephen B. Scott e David Lafuente.(disegni), Lovern Kindzierski (colori)
Formato: 360 pagine, colore, brossurato, 14x21, 19,90 €
Editore: Nicola Pesce Editore

I cimiteri risvegliano nella mente delle persone i più svariati sentimenti e pensieri. Paura, timore, tristezza, curiosità. È dove si viene accolti quando di noi non rimane che il corpo. Sono gli ultimi luoghi, quelli che custodiscono un segreto per sempre.
Ma, a volte, fra i loro segreti, vi è la vita.
Bod è vivo ed abita proprio li, nel cimitero. La sua famiglia è stata sterminata per motivi che lui ancora non conosce. Ma ha trovato un'altra famiglia: i fantasmi lo hanno adottato e lo proteggono. E non sono i soli.
Un essere misterioso, simile ad un uomo, ha volontariamente deciso di essere suo padrino ed il suo contatto con l'esterno, per proteggerlo e prepararlo per il suo futuro al di fuori del cimitero. E per la battaglia che dovrà affrontare.
Questa è la storia di Nobody Owens, il figlio del cimitero.

Questa storia ha un percorso particolare. L'opera a fumetti ha origine da un libro, che a sua volta nasce da un racconto breve. Quest'ultimo venne incluso nella raccolta intotalata “Il Cimitero Senza Lapidi”. Erano poco più di una dozzina di pagina, ma piano piano fu di ispirazione per un intero libro, divenendone, di fatto, il quarto capitolo. Il titolo di questo libro è The Graveyard Book (in Italia Il Figlio Del Cimitero), di Neil Gaiman.
La versione a fumetti di questa bella storia è ad opera di P. Craig Russell, che cura sia la sceneggiatura che parte dei disegni. Infatti, per quanto riguarda l'aspetto grafico,  si è trattato di un lavoro collettivo che coinvolge i disegnatori Kevin Nowlan, Tony Harris, Scott Hampton, Galen Showman, Jill Thompson, Stephen B.Scott e David Lafuente. Ognuno di questi artisti è riuscito, in armonia con gli altri, a dare il proprio tocco personale alla narrazione e alle scene. Le varie tipologie di tratti si sposano perfettamente con il carattere che prende la storia mano a mano che prosegue.
È di particolare interesse il terzo capitolo, “I Segugi di Dio” ad opera di Tony Harris e Scott Hampton. Infatti questo capitolo racchiude due momenti narrativi distinti, entrambi oscuri, ma ambientati in mondi diversi. Ed uno è quello dei magri notturni (ai lettori più attenti non può sfuggire il chiaro riferimento alla cosmogonia che Gaiman ha voluto omaggiare). L'ambientazione cambia completamente da una pagina all'altra e i due stili sono perfettamente adatti ai ritmi e alle ambientazioni diverse.  

Il lavoro di Russel sulla sceneggiatura è fedele allo spirito dell'opera originale. È infatti riuscito a trasportare nella Nona Arte, quello che Gaiman da sempre trasmette ai suoi lettori attraverso le sue opere: l'avventura, il desiderio di crescita, la famiglia. Quest'opera in particolare narra, attraverso la morte, dell'importanza della vita. Il tutto attraverso il modo caratteristico dell'autore, che ci mostra l'importanza di questi valori definendo il loro opposto.

Per la versione italiana di quest'opera, bisogna ringraziare la NPE. La casa editrice ha il merito di aver portato nel Bel Paese le trasposizioni a fumetti anche di altre opere di Gaiman. Va inoltre segnalato che grazie al loro lavoro, The Graveyard Book, tassello irrinunciabile per i fans dello scrittore inglese e del fumetto in generale, viene raccolto per la prima volta in un unico volume.
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