Recensione: Dylan Dog 256

Fight Club per Dylan!
di Alessandro Neri

DYLAN DOG 256
Autori: Bruno Enna (testi), Nicola Mari (disegni), Angelo Stano (copertina)
Formato: 98 pp., b/n, brossurato, 21x16, 2,70 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Dopo un’altra storia scadente (vedi alla voce “eufemismo”) come "I Mostri di Sullivan", eccone una di una certa qualità. Ike, ex-collega di Dylan, è un poliziotto infiltrato in una cosca malavitosa che organizza combattimenti illegali. Bloch chiede aiuto al nostro Indagatore per tirarlo fuori dai guai.

Come a detta di molti accade anche troppo su Dylan Dog, le citazioni sono evidenti: si va dalla copertina identica ad una scena de Il Cacciatore a Donnie Brasco, Matrix, Down di Warren Ellis... Dopo diverse prestazioni ("Il Guardiano del Faro" e "Anima d’Acciaio" solo per citare le ultime), diciamolo, di basso livello, rivalutiamo Enna, che sa creare una bella storia, non appesantita da fronzoli inutili, ma che si perde nel finale, forse un po’ scontato e un po’ troppo tirato via: le 98 pagine ci vanno strette ed Enna chiude la vicenda in fretta e furia. Però l’autore sardo è bravo davvero a rompere certi schemi/tabù dylaniati e bonelliani in generale: vedere Bloch pestato a sangue e imprecante già dalle prime scene è un pugno dato anche al lettore. L’inchiostratura pesa e il disegno di Mari è ottimo, soprattutto per un fumetto come Dylan Dog; ancora di più se la storia è particolarmente cupa come questa.

Certo, siamo ancora ben lontani dalla golden age dylaniata, ma dopo l’estate colorata (250 e Color Fest), qualche storia sparsa e il ritorno di Sclavi, speriamo che una nuova era inizi per Dylan. 
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