Recensione: DMZ 1

La Seconda Guerra Civile Americana è bellissima!
di Alessandro Neri

DMZ 1
Autori: Brian Wood (testi e disegni), Roberto Burchielli (disegni), Jeromy Cox (colori)
Formato: 128 pagine, colore, brossurato, 17x26, 13 €
Editore: Panini Comics

A furia di occuparsi della politica di altri Paesi e di sottovalutare le tensioni interne, il Governo USA ha perso il controllo del proprio territorio ed è scoppiata la Seconda Guerra Civile Americana. Manhattan, la DMZ (Demilitarized Zone), è in mezzo ai due fuochi. Una troupe televisiva atterra sull'isola, ma l'elicottero viene abbattuto e sopravvive solo un giovane fotografo (un po' alla Jimmy Olsen). Da qui cominciano le tribolazioni del ragazzo, da una parte per la più basilare sopravvivenza, dall'altra per cercare di fare il suo lavoro di reporter.

L'eclettico Brian Wood, già designer di videogame come GTA e Max Payne e scrittore di Channel Zero, ci confeziona questa bella storia apocalittica, che non può non farci pensare a 1997: Fuga da New York, Batman: No Man's Land, Io sono Leggenda... Purtroppo può facilmente fare anche riferimento agli attentati dell'11 Settembre, alla guerra in Iraq, quella in Yugoslavia e a cento altre tragedie in giro per il mondo, tutte recenti o ancora in corso. Lo sceneggiatore è di una bravura strepitosa e, con la calma di cui ha bisogno, ci mostra l'adattamento dei sopravvissuti. Wood mette le mani anche su qualche tavola e le cover, ma il grosso del lavoro è ovviamente fatto da Roberto "ricxx" Burchielli (John Doe, Garrett, Northlanders), che si conferma un maestro del dettaglio e dell'inchiostratura: alcune tavole sono dei veri capolavori. C'è sicuramente una grande ricerca iconografica dietro: tutte le immagini ci richiamano tristemente alla mente le torri abbattute di Ground Zero. Al tempo della prima pubblicazione di DMZ (nel 2006), l'artista toscano ha sul curriculum poco più di tre albi di una serie italiana, ma, catapultato nel grande comicdom, non si fa di certo trovare impreparato.

E proprio grazie al fatto che Burchielli non sacrifica nulla della sua arte per adattarla al comic-book, ma anzi, viene da questo messa in valore, abbiamo tra le mani un fumetto che farà contenti gli appassionati di comics di ogni nazionalità. Una serie che non lascia indifferenti, agli antipodi da altre più standardizzate, formattate, con belle ragazze, macchine, mostri ed esplosioni. Un fumetto forte e interessante, molto politico nella forma, molto solido nella sostanza, che Panini fa bene a riproporre per nuovi lettori.
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