Recensione: El Borbah

Un detective particolare!
di Umberto Rossolini

EL BORBAH
Autore: Charles Burns (testi e disegni)
Formato: 104 pagine, b/n, cartonato, 21,5x30, 22 €
Editore: Oblomov Edizioni

Charles Burns è considerato uno dei grandissimi della Nona Arte, sia per quanto riguarda le sue doti nel disegno che per la sue capacità di raccontare. In molti si ricorderanno Black Hole, fumetto che narra le vicende di adolescenti in lotta contro un virus che inesorabilmente dilaga all’interno di una comunità. L’impronta horror sembra già aleggiare in questo El Borbah, una raccolta di storie pubblicate in gioventù dall’autore nei primi anni '80, sebbene si distacchi da opere successive per una maggiore leggerezza e senso dell'umorismo, che, calati in storie noir, rendono particolare la lettura. L’humor generato principalmente dallo stesso protagonista, che per una sua caratteristica già non può fare altro che farci sorridere: si tratta infatti di un lottatore di wrestling. Un lottatore dall’identità sconosciuta (oltre al fatto che non sappiamo se effettivamente combatta in qualche ring) che fa alquanto sorridere visto che se ne va in giro con il suo costume pronto a menare le mani. Il suo stesso carattere viene semplicemente abbozzato, sappiamo che ha solo una grande avidità e di conseguenza una predilezione nell’accettare casi che possano portare ad ottime ricompense. Oltre a questo lo vediamo essenzialmente aggirarsi fra vicende alquanto tipiche del genere noir, come la ricerca di una ragazza perduta, che per vari motivi si ricollegherà ad un’altra serie di particolari avvenimenti.

Proprio questo è lo stile generale delle avventure, dove il protagonista vorrebbe picchiare chiunque, in linea con il proprio personaggio, e viene inevitabilmente rimbalzato da un evento all’altro come se, e potremmo avere spesso questa sensazione, alla fine fosse solamente trascinato dagli eventi, più che essere autore di vere e proprie ricerche da detective. Le storie scorrono piacevolmente, il protagonista comunque non si fa mai coinvolgere, proprio perché il vil denaro è il suo solo interesse e questo ci potrà far sorridere quando si farà incastrare in scenette totalmente assurde.

Queste avventure, che si sviluppano in pochissime pagine, spesso autoconclusive, sono disegnate ottimamente da Burns, che all'epoca aveva già un suo stile assai caratteristico, molto simile a quello che vedremo su Black Hole. In particolare, non possiamo che meravigliarci di fronte alle sue inconfutabili capacità di inchiostrazione - che rende veramente molto l’idea di materiali o tessuti - e di rappresentare i volti, sempre carichi di grande espressività.

Insomma, se siete alla ricerca di un piacevole fumetto, dalle tinte noir e horror, mescolati ad un pizzico di sano umorismo, questo volume - il primo di una trilogia, con Big Baby e Skin Deep (tutti pubblicati da Oblomov) - fa decisamente per voi. Veramente una bella scoperta.
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