Lo Psico-Occhio: Silver Surfer

"Lo Psico-Occhio" è una rubrica che intende illuminare l'universo della cultura comics e nerd attraverso il prisma della psicanalisi. Per apportare una visione differente e inedita su quel che crediamo di sapere già, ma che a volte ha bisogno che lo guardiamo... Due volte!

Disclaimer: questo articolo è integralmente redatto da Alex Hivence per Comicsblog.fr.
Psicanalista nella vita reale, analizza dietro la sua identità segreta la psiche e la personalità degli eroi della cultura comics, manga e nerd.


Silver Surfer, il Surfista d'Argento, lo conosciamo tutti. Fin dalla sua creazione nel 1966 sulle pagine di Fantastic Four, è diventato una figura mitica. Questa figura argentata che percorre il cosmo sulla sua tavola ha attraversato moltissime avventure. È contemporaneamente in preda ai tormenti dell'animo e conosce una libertà senza limiti tra le meraviglie che lo circondano. È contemporaneamente dotato di un potere cosmico e regolarmente sottomesso da Galactus, il divoratore di mondi. È contemporaneamente il salvatore del pianeta Zenn-La per il quale si è sacrificato e infossato in un'angoscia insondabile. È questa una somma di paradossi o esiste un denominatore comune che permette di sondare l'animo del nostra Surfista dalla pelle d'argento? Cosa simboleggia Silver Surfer? Cosa rivela sul piano psichico che può illuminarci sul nostro rapporto rispetto al mondo? È quel che cercheremo di svelare qui, nello Psico-Occhio!


LASCIARE LA PROPRIA TERRA E IL PROPRIO AMORE: IL LUTTO IMPOSSIBILE
In origine, Silver Surfer è un abitante del pianeta Zenn-La, pianeta pacifico e utopico che ha raggiunto un livello tale di civiltà che le guerre, la fame, la povertà e i crimini sono scomparsi. Zenn-La è, quindi, un Eden in cui i suoi abitanti si dedicano alla scienza e alle arti. Norrin Radd, che non è ancora Silver Surfer, vive su questo pianeta col suo amore di sempre, Shalla Bal. Contrariamente agli altri abitanti di Zenn-La, Norrin non gode a pieno di questa vita senza avventure né rischi. Sogna sfide e battaglie, si tuffa nella storia del suo pianeta per poter rivivere l'antico passato avventuroso di Zenn-La. All'arrivo di Galactus, il Divoratore di mondi, e di fronte alla minaccia della sparizione del suo mondo, Norrin Radd sceglie di andargli incontro per proporgli un patto: accetta di essere un suo araldo, cercherà per lui dei pianeti che plachino la sua fame, se risparmia il pianeta Zenn-La. Galactus accetta l'offerta e il seguito lo conosciamo. Gli dà dei poteri cosmici, una pelle d'argento che lo protegge da ogni pericolo dell'universo e una tavola sulla quale muoversi a velocità fenomenali in questo infinito universo. Ormai è per sempre l'araldo del Divoratore di mondi, in un destino senza ritorno. Silver Surfer è nato. 

La genesi di Silver Surfer evoca così fin dall'inizio il lutto e la perdita. Rinunciando al suo pianeta, perde la possibilità di tornare sul suo mondo di origine e perde il suo amore di sempre. Silver Surfer compirà la sua missione per il suo Signore Galactus, comunque commiserandosi per la sua perdita infinita, il suo pianeta e il suo amore, persi per sempre. Trascina così sulla sua scia questo lutto e la sua desolazione permanente, questa tristezza eterna legata ad una perdita irreversibile. Un lutto cominciato proprio perché si è sacrificato. E mentre avrebbe potuto essere orgoglioso di questa posizione di eroe e della soddisfazione di una vita piena di avventure alle quali aspirava, il Surfista non smette di comunicare all'universo muto i suoi lamenti e la sua disperazione. Questa rinuncia, questa perdita e questo lutto sembrano quindi fargli provare una tristezza senza fine di cui diventerà una figura, una tristezza argentea in forma umana su una tavola che attraversa il cosmo.

Ma qual è, quindi, la spiegazione psichica a questa permanente sofferenza?


NEL COSMO INFINITO: ESILIO E MALINCONIA
Silver Surfer sembra così entrare in un lutto permanente, senza uscita, e che mostra anche degli aspetti più profondi di un lutto, di una separazione. Quel che è differente tra lutto e malinconia, è che il lutto finisce dopo alcune tappe e che la sofferenza è legata alla persona, l'oggetto d'amore, di attaccamento perduto. Mentre la malinconia esprime una sofferenza su sé stesso, dando prova di auto-svalutazione, di colpevolizzazione continua e senza fine.

Quel che all'inizio sembrava un lutto, col Surfista che ha perso il suo pianeta e insieme il suo amore di sempre, si trascina nel tempo, si blocca, si cristallizza. Il Surfista appare così come un essere depresso, dalla sofferenza morale continua, non sentendosi mai all'altezza, non sentendosi amato ovunque si trovi. Quel che permette di spiegare questo passaggio dal lutto alla malinconia ci mostra il Surfista in una nuova luce. Non dimentichiamo che la sua esistenza sul suo pacifico pianeta già causava un tormento a Norrin Radd. Cosa che lui sembra aver dimenticato, represso nei suoi lamenti. Aspirava ad un'altra vita, preso così inconsciamente in sentimenti ambivalenti nei confronti di quel che rappresentava il suo pianeta Zenn-La e la sua cara Shalla Bal. Non è allora difficile immaginare che in queste circostanze, Norrin Radd provava dei sentimenti d'amore e allo stesso tempo di odio nei loro confronti. Ciò spiegherebbe perché si è mosso velocemente per lasciare il proprio pianeta per un destino incerto. Eroismo, forse, o allora un "lascia o raddoppia" per sentirsi vivo almeno una volta.

Nella malinconia, le auto-accuse e l'auto-svalutazione permanente derivano dal conflitto di ambivalenza, cioè dal conflitto tra i sentimenti d'amore e insieme d'odio che caratterizzano la relazione con l'oggetto del legame. Questo conflitto intrapsichico che non è stato risolto si riattualizza nella vita psichica: l'Io che si identifica con l'oggetto perduto diventa allora il bersaglio del giudizio severo, della svalutazione. Il malinconico detesta sé stesso invece di esprimere i suoi sentimenti di odio nei confronti dell'oggetto perduto, di cui ha perso ogni traccia. O che idealizza, che è lo stesso. 

Per Silver Surfer, Shalla Bal è quest'oggetto perduto per sempre. Così non potrà mai risolvere questo sentimento ambivalente che sente nei suoi confronti, non potrà mai ammettere la parte d'odio che provava nei suoi confronti e per la prigionia in una vita piatta e pianificata in anticipo che lei rappresentava. In un meccanismo di ribaltamento, Silver Surfer assume su sé stesso questo odio, vivendo non un lutto legato ad una separazione, ma una malinconia legata ad una separazione impossibile, poiché porta in sé dei sentimenti inconsci e questo conflitto intrapsichico che esisteva in lui e che non ha risolto. E siamo testimoni delle sue lagnanze senza fine che sono una forma di soddisfacimento definibile come sadico per quanto sembra trarre piacere in questi lamenti rivolti al cosmo, sordo alle sue suppliche. Questi lamenti rivolti ad un Altro assoluto e assente sono abbastanza tipici delle manifestazioni della malinconia. Ma quindi, come fa Silver Surfer ad andare avanti? Curiosamente, la sua ancora di salvezza arriva da dove non ci aspetta.


GALACTUS: DEPRESSIONE E ANCORA DI SALVEZZA
È verso Galactus che va Norrin Radd per uscire dalla sua originaria situazione di disperazione, anche se poi lo nega rendendo Zenn-La un paradiso e Shalla Bal un amore senza riserve. Benché non ne sapesse niente, poiché era una transizione, Norrin Radd si buttò letteralmente in un abisso. Quello di un Divoratore di mondi. Questa decisione funziona come se inconsciamente Norrin Radd avesse individuato in questa situazione l'occasione di uscire dalla sua prigionia. Preso tra le mura del suo pianeta, preso dal suo amore con Shalla Bal, Norrin Radd pensa a quelli di cui si dice che non hanno di che lamentarsi, che hanno tutto per essere felici, impedendo loro in questo modo di esprimere il loro sgomento. Il Surfista vive così questa depressione astenendosi dall'esprimere affettività negative costitutive dell'essere umano e che non hanno alcun rapporto con quel che l'individuo possiede o meno. È il dramma costante della depressione. Norrin Radd sogna l'avventura che la sua vita non gli offre, quella parte di insicurezza che ci fa sentire vivi e che potrebbe rianimare il suo gusto per la vita.

È offrendo i suoi servigi al Divoratore di mondi, incarnazione del gusto per la morte, che troverà una soluzione, stranamente. Vagherà per il cosmo alla ricerca di pianeti disabitati e questa attività frenetica darà un senso alla sua vita, gli darà una direzione, spinto da un Padrone. Sembra che così la sua sottesa malinconia ceda ad un attacco maniacale, in quanto la mania, nel suo movimento frenetico e incessante, è il contrario della malinconia. Galactus offre uno scopo a quest'anima in pena e quando il Surfista gli si metterà di nuovo di traverso per risparmiare i pianeti abitati, il Divoratore di mondi inibirà le sue emozioni come se fosse la medicina giusta, anestetizzando in questo modo qualsiasi sentimento di affetto che gli impedisce di compiere la sua missione. Se a prima vista questo trattamento può sembrare crudele, c'è da dire che è proprio quel che guarisce il Surfista dalla sua malinconia. Almeno temporaneamente, fino al suo incontro col pianeta Terra e con Alicia Masters, la fidanzata cieca della Cosa dei Fantastici Quattro. Proprio lei risveglierà le sue emozioni e la sua opinione su sé stesso e sul mondo che lo circonda, nel bene e nel male.


IL CONFINAMENTO: LA MALINCONIA A DURA PROVA
Quando Silver Surfer, riscoprendo le sue emozioni, si opporrà al suo Signore per allearsi ai Fantastici Quattro e salvare il nostro mondo dall'appetito di Galactus, quest'ultimo lo esilierà sulla Terra. Bandito dallo spazio per essersi ribellato contro il suo Signore, il Surfista d'Argento non potrà più navigare nel cosmo in tutta libertà. Se il nostro eroe considera in un primo tempo questo esilio come un'opportunità per saperne di più sulla Terra e i suoi abitanti, questa euforia di partenza diventerà ben presto malinconia e nostalgia. La nostalgia corrisponde ai pensieri di un periodo perso a cui è impossibile far ritorno, mentre la malinconia corrisponde ad una perdita che è impossibile definire, precisare, nominare, e che lascia un vuoto. Se la nostalgia e la malinconia sono sorelle, con la perdita come madre, comunque si differenziano. Il Surfista d'Argento proverà in questo confinamento una nostalgia che assumerà una parvenza di malinconia. Questa è riattivata da questo confinamento, prendendo aspetti diversi.

Provando a legare con qualcuno durante questo esilio forzato, il Surfista sarà sempre deluso dai suoi incontri, che siano col tiranno Destino, col brutale Hulk o col mostruoso e subdolo Quasimodo. Per il Surfista, ogni incontro sarà un'occasione di speranza, di trovare un'alleanza, un appoggio esterno, cercando qualcuno a lui affine. Nessuno di questi tentativi gli darà soddisfazione, ma gli porterà amare delusioni. Tutto questo rende Silver Surfer un esiliato permanente in preda a ricorrenti delusioni. E queste alimenteranno sempre più la sua malinconia e disperazione. 


Inoltre, manipolato in questo periodo da Mefisto, il Signore degli Inferi, Silver Surfer verrà messo alla prova dall'illusione di raggiungere la sua amata Shalla Bal, prima di ricadere nella frustrazione quando si renderà conto dell'inganno. Mefisto cercherà così di corrompere il Surfista d'Argento. cosa che gli provocherà solo frustrazione, riaccendendo il senso di perdita dell'essere amato e la sua triste malinconia.

È allora che il Surfista cambia, diventando più aggressivo. Rovesciando le sue pulsioni sadiche che applicava a sé stesso - rimproverandosi senza sosta, svalutandosi in continuazione -, il Surfista d'Argento attaccherà gli umani. Prende come protesto il fatto di voler unire gli esseri umani diventando il loro nemico comune, ma questa strategia rivela una molla inconscia. Questa aggressività rivela la parte di odio che lo anima e mostrerà così dei fattori scatenanti di questa malinconia. Contrariamente al lutto che segue delle fasi proprie, o alla depressione che si prefigge di essere all'altezza di un'immagine senza macchia impossibile da raggiungere, la malinconia scaturisce dal conflitto di ambivalenza amore-odio, come l'abbiamo visto in precedenza.


Se fa di sé stesso l'oggetto dei suoi rimproveri, dei suoi insulti, del suo odio ecc. traendo una sadica soddisfazione da questa sofferenza, questo può, di fronte ad una situazione a cui il soggetto trova una giustificazione, rovesciarsi se trova qualcun altro che potrebbe portare per qualche tempo il suo fardello al posto suo. Così, il Surfista, considerando l'umanità perfida, rivolgerà l'odio che fino ad allora rivolgeva su sé stesso su questi umani, che diventeranno a loro volta riprovevoli e causa di tutti i mali. Uno degli effetti di questo confinamento sarà quindi vedere questo provvisorio capovolgimento. Se questo sarà fermato dall'intervento esterno di Mister Fantastic, questa manifestazione comunque chiarirà come agisce la malinconia e come in una situazione di confinamento possa prendere caratteristiche di paranoia, rendendo l'Altro non più un cosmo sordo e muto, ma il suo persecutore. Questa paranoia passeggera mostrerà in questo modo l'aspetto nascosto della malinconia quando viene sottoposta ad una situazione di maggiore frustrazione e perdita.

L'elemento che permetterà a Silver Surfer di uscire da questo confinamento gli sarà particolarmente chiaro e gli verrà suggerito dalla Cosa e non da uno scienziato come Mister Fantastic. Dopo numerose prove senza successo, questi gli suggerisce di passare la barriera del confinamento senza la sua tavola, cioè accettando, anche solo provvisoriamente, una perdita, per accedere di nuova alla sua libertà. Così, la perdita di una parte di sé sembra essere decisamente un elemento fondamentale della malinconia, permettendo per un dato periodo di tempo di ritrovare la capacità di movimento, che sia il momento nello spazio o il movimento psichico. La malinconia - di ciò che spesso rifiuta - ci insegna una lezione: per smettere di portare un fardello impossibile, bisogna accettare la perdita, compresa la perdita di una parte di noi stessi.


SILVER SURFER "NERO" : LA MALINCONIA NERA
Se gli elementi di cui abbiamo parlato finora affrontano principalmente la genesi dell'eroe e i suoi primi passi nell'universo Marvel, in cui la malinconia non l'hai mai lasciato. Cosa che lo rende un personaggio particolare. Ovviamente, il Surfista ha conosciuto dei periodi di remissione, delle avventura palpitanti abbastanza da fargli dimenticare per un po' il suo male interiore. E anche delle avventure sentimentali che lo aiutano a superare altre perdite. Ciononostante, la malinconia gli resta attaccata addosso e la sua iterazione lo dimostra ancora una volta, con la miniserie "Silver Surfer: Nero".

In questa miniserie, Silver Surfer è risucchiato in un buco nero dopo una battaglia con l'Ordine Nero, prima di ritrovarsi contro un Dio dei Simbionti. Si ritrova contaminato da una nociva materia nera che prima gli ricopre la mano, per poi invadere progressivamente il resto del corpo, minacciando di inghiottirlo. Così, Silver Surfer si ritrova in una lotta per non cadere di fronte a questa materia nera che invade il suo corpo. Ma starete pensando: qual è il rapporto con la malinconia?

La malinconia significa etimologicamente "bile nera" (viene da "melag-kholia"). Questa bile, secreta dal corpo, era per gli antichi, tra cui Omero, la causa dello stato malinconico. Il corpo doveva equilibrare i suoi umori, delle bili di quattro colori diversi, per conservare uno stato fisico e mentale armonioso. Troppa bile nera portava ad uno stato di tristezza, di dolore morale, di afflizione.


In questa miniserie che fornisce una iterazione recente di Silver Surfer, il racconta diventa allegorico e mostra, vista dall'esterno, la lotta del Surfista con questa bile nera, queste tenebre malinconiche che invadono il suo corpo. Per chiunque abbia passato uno stato malinconico, anche breve, anche benigno, non è certo difficile capire che per la malinconia, corpo e spirito sono una cosa sola: il corpo riflette nei suoi movimenti lo stato psichico interno. Il Surfista combatte così attivamente, psichicamente, mentalmente, moralmente queste tenebre che provano ad invaderlo, tenebre che si basano in particolare su tutti i suoi crimini passati; da qui i suoi sensi di colpa.

È così che la divinità dei simbionti ha potuto contaminarlo, trovando il punto debole, la breccia nello spirito del Surfista. E il suo auto-disprezzo, il suo profondo senso di colpa, il suo alto senso morale che si basa sulla sensazione di non essere mai abbastanza nobile, mai abbastanza puro. Questa stessa sensazione nasce dall'odio che il Surfista sente nei propri confronti. Quell'odio che non ha potuto far portare all'oggetto perduto, all'essere perduto, a quella parte perduta, e che da allora grava al suo interno. Perché la malinconia è una malattia delle origini. La miniserie "Nero" lo mette in evidenza riportando Silver Surfer alle origini di tutto, comprese le origini del suo Signore. Ritorna nella matrice che lo fa nascere, verso la matrice materna. A tal proposito, le sequenze in cui si vede il Surfista in posizione fetale sono in effetti abbastanza interessanti. Mostrano bene come la malinconia parli di un desiderio di ripiegamento su sé stessi, di una ricerca di essere di nuovo un tutto come durante la vita fetale. Del resto, prendere questa posizione nei momenti di difficoltà e di depressione è abbastanza frequente, col corpo che esprime a suo modo questo ripiegamento d'origine.


CONCLUSIONE: RITORNO ALLA PERDITA ORIGINALE
Come abbiamo provato a spiegare, Silver Surfer e la malinconia sono inseparabili quanto il Surfista e la sua tavola. La malinconia si forma a prescindere dall'esilio dal suo pianeta d'origine, a prescindere dalla perdita del suo amore di una vita, a prescindere dal senso di colpa che rinascerà quando capirà la portata delle sue azioni che hanno provocato la distruzione di mondi al servizio del suo Signore Galactus. La malinconia era già lì, in embrione in questo giovane uomo desideroso di avventure e perso sul suo stesso pianeta, depresso in quel mondo perfetto con un amore di una gioventù idilliaca.

È interessante notare un elemento biografico di Norrin Radd: la madre di Norrin, Elmar Radd, infelice nell'ambiente asettico del suo pianeta, si suicidò per la disperazione. Norrin scoprì il cadavere della madre, un evento tanto traumatico da sparire dalla sua memoria per dei decenni, per poi ricordarsene solo recentemente. Così, la madre di Norrin Radd ha anche lei attraversato la depressione ed è quindi possibile pensare che essere allevato da una madre depressa lasci qualche traccia di malinconia. Una figura materna in parte assente dalla vita a causa di una depressione latente può, a volte, lasciare il bambino che accudisce in un sentimento di solitudine, in un sentimento di perdita di un qualcosa che non c'è mai stato completamente.


Il bambino può allora amare profondamente questa madre, ma, contemporaneamente, odiarla profondamente per i suoi momenti "di assenza". Senza, tuttavia, poter esprimere le sue emozioni, per quanto questa figura materna appare fragile. Il piccolo essere può allora conservare tutto ciò al suo interno, latente. La malinconia è il profondo sentimento di una perdita, più profondo di una separazione, più profondo di un lutto, perché è una perdita di qualcosa che non c'è mai stato. E questo la rende una traccia indelebile. Il suo amore di gioventù, Shalla Bal, è quindi stata, in realtà, solo una figura d'amore materno. mentre il Surfista che col suo sacrificio diventa l'araldo di Galactus ricrea la separazione subita in occasione della sua antica perdita, tornando ad un certo punto ad essere l'artefice del proprio destino.

Patologia a parte, la malinconia è quel sentimento che chiunque può provare, un sentimento umano esistenziale. Il dolore di vivere percepibile in particolare nel nostro mondo contemporaneo fa della malinconia una delle manifestazioni della condizione umana. La perdita è, a prescindere da tutto quel che abbiamo potuto compiere, un sentimento ancora più presente che contrasta con questo accumulo. Non ci sentiamo mai completi, arrivati, malgrado quel che raccogliamo. Fondamentalmente, ci manca qualcosa, e possiamo sentirci smarriti e malinconici per questa mancanza costante. E da questo, non possiamo guarire. Si tratta semplicemente di conservare, come un'ancora di salvezza, come si attraversa l'oceano su una barchetta, la propria capacità a sognare e il piacere di pensare, e a trasformare questa perdita in un motore, una tavola argentata. È così che il Surfista, personaggio cosmico,  ci racconta soprattutto di questa parte inalterabile della nostra umanità.
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