Recensione: Speciale Zagor 32

Di nuovo al villaggio
di Matteo Spadini

SPECIALE ZAGOR 32
Autori: Riccardo Secchi (testi), Marcello Mangiantini (disegni), Alessandro Piccinelli (copertina)
Formato: 160 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 6,50 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Zagor, questa volta senza il suo compare Cico, viaggia su una carrozza in compagnia di altre tre persone: una coppia e una giovane donna. Ben presto, però, gli spensierati animi dei viaggiatori sono costretti a cambiare umore a causa di un gruppo di banditi in cerca di denaro e di guai. Lo spirito con la scure non ha intenzione di facilitare loro il compito ma è comunque costretto a lasciarne andare via uno, che si porta appresso la ragazza come ostaggio. Zagor, seppur ferito, riesce a raggiungerli, ma non può evitare il peggio; l’uomo spara ad entrambi e fugge. Due uomini che passano in quel punto li notano e li portano con loro in un villaggio.

Il primo quarto di storia procede, in realtà, su ritmi lenti e con pochissimi eventi significativi. La voglia di non staccarsi dalle pagine viene, più che altro, dai toni cupi e precisi del disegno di Marcello Mangiantini, soprattutto in alcune vignette mute che mostrano con abilità l’ottima sceneggiatura di Riccardo Secchi (figlio d’arte). Superata la metà dell’albo, schiariti certi punti lasciati in sospeso, ci si ritrova immersi nel mistero e nella follia di un mondo circoscritto che tiene in scacco la propria gente, pensando di fare la cosa giusta con le mani sporche di sangue. Interessante, e coraggiosa, la scelta di Secchi di avvalersi del bandito per fare da spalla allo spirito con la scure nell’ultima parte della storia. L’uomo, costretto a tornare con Zagor di nuovo al villaggio, si ritroverà in mezzo a due fuochi e verrà messo di fronte a scelte che lo condurranno, probabilmente, alla condanna che cercava.

Come aveva fatto, per certi versi, M. Night Shyamalan col suo splendido e commovente The Village, Riccardo Secchi crea un luogo di rottura con il resto del mondo, in questo caso senza barare sul vero periodo storico, in cui l’uomo vive rispettando leggi e precetti costruiti ad hoc, conserva con assoluto rigore le proprie usanze e custodisce quel segreto che nessuno, per alcun motivo, dovrà conoscere.

“Le domande sono un peso
E le risposte sono una prigione per tutti noi”
Back in the Village - Iron Maiden
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