Recensione: Daredevil 2

Il Diavolo dentro
di Matteo Spadini

DAREDEVIL 2
Autori: Chip Zdarsky (testi), Marco Checchetto (disegni), Sunny Gho (colori), Julian Tedesco (copertina)
Formato: 24 pagine, colore, spillato, 17x26, 2 €
Editore: Panini Comics

Daredevil è tornato, più o meno un mese fa. Vivo, sì, ma con parecchi problemi da risolvere, a cominciare da una condizione fisica non esattamente al meglio. Gli servirebbe un periodo di riposo, forse, lontano dai guai per un po’ per dare respiro al suo corpo e soprattutto alla sua mente, continuamente tormentata dalla sua natura di vigilante. Un mestiere, una vocazione, un modo di vivere (di sopravvivere) che lo ha reso prigioniero degli altri e di quella voglia di fare del male a chi fa del male. Ma rigorosamente senza uccidere, perché Matt Murdock non è un assassino.
Dentro alla stanza d’ufficio del suo migliore amico, Foggy, Daredevil si nasconde nell’ombra e cerca di essere creduto, almeno da lui. Non è un assassino. Non può esserlo.

Chip Zdarsky (storia) e Marco Checchetto (disegni) proseguono il lavoro sul Diavolo di Hell’s Kitchen, portando l’eroe a confrontarsi con i suoi fantasmi ma anche con gente in carne ed ossa, come il detective Cole North che gli darà non pochi problemi, e come ovviamente l’attuale sindaco della città, Wilson Fisk; una presenza molto ingombrante a cui Daredevil darà certamente la giusta attenzione, a tempo debito.

Scritto bene e disegnato ancora meglio, il Daredevil che abbiamo fra le mani è un fumetto cupo, angosciante nei toni ma davvero divertente da leggere.
Interessante, e decisamente riuscita e ben realizzata, è l’idea di Zdarsky di farci vedere come Matt “vede” quello che c’è intorno a lui. L’entrata in scena nello studio di Foggy mentre lui cerca l’amico al telefono, invano, è fra le cose migliori dell’albo, che sono comunque tante. L’essere umano che c’è in ognuno di noi esce fuori, ci parla e ci racconta le proprie paure ma anche la voglia di superarle. Così è per Matt, ma anche per Cole, protagonista anche lui nella prima parte dell’albo. La narrazione passa dal Diavolo al detective ed è una scelta grandiosa perché Zdarsky dimostra di saperlo fare. Di far parlare Matt, di fargli uscire il diavolo che ha dentro e poi spostarsi sul suo nemico e riuscire a fare con lui la stessa cosa. Perché ognuno di noi ha il diavolo dentro, come dicevano gli INXS nelle note della splendida “Devil Inside”.
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