Recensione: Demo

Che nessuno ci insegna a vivere
di Matteo Spadini

DEMO
Autori: Brian Wood (testi), Becky Cloonan (disegni)
Formato: 500 pagine, b/n, brossurato, 17x24, 20 €
Editore: Edizioni BD

Quando facciamo riferimento ad una demo, in genere, stiamo parlando di un brano musicale che viene distribuito in vario modo e a scopo dimostrativo. Il più delle volte, la demo ha la funzione di scoprire l’artista o il gruppo in questione ed è ad uno stato "primordiale", cioè grezza e senza gli aggiustamenti del caso che normalmente vengono riservati alla versione definitiva del brano, quella che poi probabilmente sarà all’interno di un ipotetico album.
Il termine "demo", comunque, viene usato in vari campi e sostanzialmente è proprio di un qualcosa che in pratica non è ancora pronto, che ha bisogno di tempo, di lavoro e magari di maggior esperienza per essere messo a punto in un modo, più o meno, definitivo.

Demo, di Brian Wood e Becky Cloonan, è una raccolta di storie di vita quotidiana con protagonisti esseri umani più o meno giovani, più o meno pronti per affrontare una vita che non hanno chiesto. Alcuni hanno dei poteri speciali, altri dei bisogni speciali ("Special Needs" dei Placebo è un ottimo brano per calarvi nelle atmosfere del libro), e hanno in comune una forte personalità che fa un’immensa fatica ad uscire fuori e a farsi largo in un mondo che si ostina, sempre di più, a omologare l’individuo nascondendolo nella dispersione (disperazione, a volte) di una massa parzialmente priva di una propria identità.

Quando, nel 2003, il progetto di Demo prese vita, Brian Wood non aveva ancora pubblicato la maggior parte dei suoi lavori e non aveva l’esperienza di scrittura che ritroveremo in DMZ o magari in Northlanders. E questo non è necessariamente un male perché, come detto, Demo è fatto di storie brevi, d’impatto, che non hanno una costruzione articolata ma che ci vengono proposte veloci, una dietro l’altra, come fossero delle demo di un gruppo punk rock con pochi concerti alle spalle ma con un mucchio di cose da dire. Il lavoro di Wood è sincero, sensibile e forte come un violento pugno allo stomaco. I disegni di Becky Cloonan, che è semplicemente una fuoriclasse, sono puliti, sporchi, armoniosi, spigolosi. Sono tutto quello che vi viene in mente, ma anche il contrario. Questa edizione della BD, tra l’altro, è quella definitiva che raccoglie tutti i 18 racconti di Demo. E anche quelli più recenti del 2010 (e finora inediti in Italia), cioè la seconda parte del volume, hanno tutti uno stile riconoscibile e sono stracolmi di quel naturale bianco e nero che contribuisce a rendere Demo ciò che è: angoscianti, toccanti, sinceri, necessari pezzi di vita.
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