Recensione: David Murphy 911 - Season Two 1

Un ritorno amaro
di Matteo Spadini

DAVID MURPHY 911 - SEASON TWO 1
Autori: Roberto Recchioni (testi), Pierluigi Minotti (disegni), Mattia Iacono (colori)
Formato: 24 pagine, colore, spillato, 17x26, 3 €
Editore: Panini Comics

David Murphy 911 è una miniserie in quattro volumi (formato bonellide) di Roberto Recchioni e Matteo Cremona uscita nel 2008 per Panini Comics. In sostanza, è la storia di un pompiere americano, David Murphy, che si ritrova per caso a dover affrontare una serie di eventi e sciagure più o meno gravi. Non è lui che se le cerca, sono loro che gli vanno incontro e che lo rendono, alla fine dei conti, un eroe improvvisato che non può avere la facoltà di scegliere se affrontare o meno ciò che gli capita. La sfortuna si accanisce contro di lui, una maledizione che lo costringe a confrontarsi con la malvagità di un mondo in cui il più debole ha un estremo bisogno di essere sorretto.

Ora, David Murphy torna in una nuova miniserie (“Season Two”) di sei numeri nel formato dei comics americani di una ventina di pagine ognuno, scritta da Roberto Recchioni, disegnata da Pierluigi Minotti e colorata da Mattia Iacono.
Il nostro protagonista entra in scena con un aspetto trasandato e con l’aria di uno che ne ha viste tante in passato, troppe. Sta finalmente tornando a “casa” e mentre cammina trova un enorme muro davanti a lui. Ci piacerebbe dirvi che da qui in poi inizia una storia (almeno per una quindicina di pagine) e invece in pratica vi abbiamo spoilerato quasi tutto (e la faccenda del muro già si sapeva). Se non fosse per la quantità di pagine, potrebbe essere tranquillamente un numero zero per la quantità di informazioni date al lettore e per l’uso delle didascalie che, a nostro parere, sono troppo “da presentazione”. C’era bisogno di far conoscere il personaggio a chi di David non sa proprio nulla, è chiaro, ma in questo modo si finisce per annoiare chi gli aveva già stretto la mano circa dieci anni fa.
Se si sceglie di formattare una storia in 6 numeri di circa 20 pagine ciascuno, bisogna studiarla bene, la cosa, altrimenti si rischia di far sembrare il fumetto un trailer su carta.

Il “vecchio” David Murphy funzionava perché era scritto bene, con la voglia di divertirsi e divertire il lettore. Era disegnato altrettanto bene, con la scelta di un bianco e nero che dava enorme forza ad un fumetto stracolmo di azione. Il “nuovo” David Murphy, al momento, non funziona neanche un po’ e non è colpa del formato, dei colori né tanto meno dei disegni. Il problema è nella scrittura, che sembra si sforzi terribilmente di iniziare qualcosa di nuovo, appunto, che in realtà non sembra essere nelle corde di chi scrive. Allo stile di Minotti serve un maggiore supporto narrativo perché il suo tratto non possiede quell’apertura che ha Matteo Cremona. In questo caso, forse, serviva leggere di più il David Murphy narratore.

Un ritorno, per ora, decisamente amaro.
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