Recensione: Highway to Hell 0

La strada dei cliché
di Giuseppe Nieddu

HIGHWAY TO HELL 0
Autori: Davide “Boosta” Dileo e Victor Gischler (testi), Riccardo Burchielli (disegni), Francesco Mattina (copertina)
Formato: 16 pagine, b/n e colore, spillato, 17x26, gratuito
Editore: Panini Comics

Si parla di omicidi e orrore. Lungo una strada dell'East Coast americana, la Route 5, due agenti dell'FBI sono stati mandati per investigare sull'ondata di terrore che sembra spadroneggiare su questo lungo ed angosciante percorso made in U.S.A.

Basato su un racconto di Davide Dileo, meglio conosciuto come il Boosta dei Subsonica, questo fumetto nasce dall'incontro con quest'ultimo con il collettivo artistico "The Italian Job", e lo scrittore e sceneggiatore/scrittore Victor Gishler.
Questo albo, presentato al Comicon di Napoli e poi riservato solo al circuito delle fumetterie, in omaggio con Anteprima di maggio, si presenta molto bene: una copertina accattivante, ad opera di Francesco Mattina, delle ottime introduzioni agli autori, di cui una realizzata come una sorta di "falsa intervista" allo sceneggiatore, come se i fatti raccontati fossero reali.

La sceneggiatura - del romanziere Victor Gischler (La gabbia delle scimmie) è efficace, in particolare per quanto riguarda i tempi narrativi e le inquadrature, con degli ottimi climax. E i disegni di Riccardo Burchielli (John DoeDMZ, Northlanders), si sa, sono sempre belli.

Quello che però non convince sono i personaggi. Partendo dai personaggi principali, si ha una sorta di "strana coppia" che appare un po' troppo stereotipata, con i due agenti che sono l'uno agli antipodi dell'altro: il primo è il classico tipo ordinato, educato e preciso, impersonato da un vegetariano Induista, con tanto di turbante che gli adorna il capo; il secondo è disordinato,  trasandato, volgare, antisalutista, donnaiolo e particolarmente propenso ai modi spicci e violenti su chiunque si metta sulla sua strada.

Continuando, la rosa dei personaggi continua a ricordare molti dei luoghi comuni tipici degli sceneggiati americani, come i giovani vice-sceriffo diffidenti ed arroganti nei confronti dell'FBI (che ricevono comunque una lezione dal tipo violento del duo) e il saggio e anziano sceriffo, aperto al dialogo e alla collaborazione, la cui autorità ristabilisce l'ordine con poche e ben precise parole.

Purtroppo neanche i dialoghi e il linguaggio crudo sono il massimo, riflettendo alla perfezione il cliché che incarna ogni singolo personaggio. Forse con l'intenzione di voler rendere meglio la natura semi-splatter del racconto.

L'esordio non è quindi dei migliori per questa serie. Si spera che il primo numero, previsto per novembre 2014, sia superiore a questo albo poco convincente, magari approfondendo un po' di più i personaggi, senza farsi troppo trasportare da modelli oramai saturi e poco allettanti.
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