Recensione: Buffy: l'ultimo bagliore

Fine dell'ottava stagione per Buffy
di Gianluca Lamendola

BUFFY: L'ULTIMO BAGLIORE
Autori: Joss Whedon, Scott Allie e Jane Espenson (testi), George Jeanty e Karl Moline (disegni)
Formato: 168 pagine, colore, brossura, formato 17x26, Euro 13.50
Editore: Edizioni BD

Con il volume numero otto dal titolo altamente evocativo - "L'ultimo bagliore" - si conclude (casualmente?) l'ottava stagione di Buffy, ma si aprono nuovi ed inquieti scenari per la storyline del nono ciclo già in lavorazione.

Che il geniale Joss Whedon, avendo trovato la cosiddetta “gallina dalle uova d'oro”, voglia sfruttarla, come ha fatto George Lucas con la saga Star Wars, non è una colpa; semmai, sorprende come, a differenza del arguto regista-economista, Joss riesca a farlo con una certa disinvoltura e accortezza. Tanto che, al contrario di quanto può asserire lo stesso sceneggiatore nella sua postfazione al volume, le vicende di questa serie - adattata ora per il variegato mondo dei comics dopo la fine della sua incarnazione televisiva - non hanno subito alcuna battuta di arresto, ma anzi, hanno tratto sempre nuova forza vitale dalle singole storie dei personaggi che animano il Buffyverse. E allora, ecco che in mezzo all'apocalisse troviamo Buffy preda delle sue fantasie per i suoi due amanti-vampiri (Spike e Angel), oppure Xander e Dawn progettare il loro futuro insieme su un'astronave pilotata da... blatte! 

Difatti, anche questa ottava stagione si contraddistingue per la sua logicità. Precisiamo che il termine non equivale a “verosimiglianza”, ma riguarda piuttosto il patto “non scritto” tra il lettore e Whedon – insieme al lavoro di tutti gli altri sceneggiatori (Drew Goddard, Jeph Loeb, Brian K. Vaughan) e disegnatori, come Georges Jeanty (di cui avevamo parlato già a riguardo di Buffy L’Ammazzavampiri: Lupi Alle Porte) - suggellato da una grande dose di fiducia da parte del fan. Ben vengano, perciò Dee orientali dalla statura colossale, elfi, centauri, demoni insieme ai rapidi cambi di barricata da parte dei protagonisti, oppure ad una nuova dimensione nata dal coito della cacciatrice con la sua nemesi, perché lo sappiamo: tutto ci verrà infine spiegato. E così avviene, attraverso l'uso di lunghi dialoghi, mai però noiosi e didascalici, sempre in linea con lo stile dello sceneggiatore che qua, però, accantona parte della sua nerdosità (e vista l'overdose di citazioni pop del settimo volume, lo possiamo perdonare) per risultare più comprensibile.

Per chi non lo sapesse, la guerra tra i marines e l'esercito di cacciatrici si è momentaneamente arrestata, dopo che Twilight (o per meglio dire Angel) ha svelato i suo scopi proponendo un futuro radioso a Buffy a prezzo, però, della distruzione della Terra insieme ai suoi amici. Quale sia stata la scelta della nostra eroina la conosciamo già, e allora non resta che gustarci questa lunga scazzottata contro le mostruosità di questo nuovo mondo e i tanti colpi di scena di questo finale di stagione.

New Entry nella solida mitologia del Buffyverse è un misterioso “uovo”, denominato seme delle meraviglie, che pare aver manipolato le vite di molti esseri soltanto per essere protetto (aspettate di vedere chi sia l'attuale difensore!), dato che, come concentrato di energia magica, il seme è l'unico legame tra la Terra e gli altri regni mistici. Una situazione alquanto problematica se pensiamo che anche la sua distruzione comporterebbe un disastroso cambiamento nel tessuto stesso del mondo: niente magia, niente cacciatrici. Una normalità, a pensarci bene, neanche tanto desiderabile, nonostante le tante fatiche affrontate fino a qua. Cosa farà Buffy? Una scelta da cui neanche i suoi super-poteri da Supergirl sembrano poterla sottrarre. Una sequela di circostanze che sembrano portare al tetro Domani vissuto da Melaka Fray - l'unica ammazzavampiri di una futuristica Manhattan - nella miniserie omonima (Joss Whedon's Fray) e nel quarto volume di questo ottavo ciclo di Buffy. Difatti, la giovane non se la passa proprio bene, dopo che un'imprecisata cacciatrice prima di lei ha scacciato tutti i demoni dalla Terra, tranne ovviamente i vampiri. 

Un tentativo riuscito di ringiovanire innanzitutto il character - Buffy dalla sua prima apparizione nel liceo di Sunnydale ne ha fatta di strada sul sentiero dell'età - e di riproporre le atmosfere urbane unite all'impacciatezza degli inizi, che lo stesso Whedon ha dichiarato di apprezzare maggiormente come ambientazione per le avventure della Scooby Gang. Peccato che il prezzo da pagare per questo il ritorno all'origine – dopo il procedere da blockbuster di questa ottava serie - sia terribile: in primis la morte di uno dei personaggi storici, a noi molto caro, ci mostra come l'innocenza dei tempi andati sia ormai perduta, acuendo, così, la nuova frattura tra alcuni scoobies. Noi stiamo con Buffy, e voi?
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