Recensione: Agenti dell'Atlas - Dark Reign

Tra vecchio e nuovo
di Gianluca Lamendola

AGENTI DELL'ATLAS - DARK REIGN
Autori: Jeff Parker (testi), Carlo Pagulayan, Clayton Henry e AA.VV. (disegni)
Formato: 272 pagine, colore, brossurato, 17x26, 17,90 €
Editore: Panini Comics

Eccoci con un nuovo volume dedicato alla serie Agents of Atlas che riprende le vicende là dove si erano interrotte. Difatti, ora vediamo il leader di questo gruppo di eroi, Jimmy Woo (ex agente dello SHIELD) affrontare l’onere della sua scomoda eredità: guidare l’organizzazione criminale Atlas al posto del suo nemico Artiglio Giallo. Infatti, uno degli aspetti che rende interessante la storia è proprio la sfida che deve affrontare il protagonista: riuscire a cambiare dall’interno questo impero criminale senza che questo cambi lui. 

Così, seguendo un intreccio che si sviluppa tra il presente e il passato della squadra, scopriamo ulteriori dettagli sulla profonda mitologia della serie. Una concatenazione di eventi che rendono la storia più avvincente, mostrando un potenziale narrativo ancora molto lontano dall’esaurirsi, anche perché in quel caso sarà la composizione stessa del gruppo, con le vicende personali di ognuno, a darle nuova linfa. Infatti, in tutti i personaggi della serie, dalla squadra di Woo (il robot-umano M-11, l’uomo dello spazio Robert Grayson, la mitologica Venus, l’uomo gorilla Ken Hale e l’atlantidea Namora) fino all’Artiglio Giallo (un vecchietto cinese simile a Lo Pan di Grosso guaio a Chinatown, solo che meno orripilante e demoniaco), avvertiamo qualcosa di misterioso a cui non eravamo più abituati, probabilmente perché il loro essere caduti nel dimenticatoio dopo gli anni ’50, li ha mantenuti inaspettatamente "giovani" e accattivanti. Il merito oltre ai testi di Jeff Parker è anche degli abili disegnatori che si susseguono capitolo dopo capitolo, perché pur rimanendo fedeli al proprio stile (come il realismo particolareggiato di Carlo Pagulayan, o quello più sporco di Gabriel Hardman, o il tratto spigoloso di Dan Panosian) riescono a fondere l’antico con il moderno, dandoci, attraverso la fisicità stessa dei personaggi, tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. 

Viva il retrò! Buona lettura!
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