Recensione: Dampyr 212

"Halloween in salsa messicana" (cit.)
di Michele Miglionico

DAMPYR 212
Autori: Claudio Falco (testi), Fabiano Ambu (disegni), Enea Riboldi (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 3,50 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

L'azione parte a Medellin, Colombia, e sembra di essersi sintonizzati su una puntata di Narcos. Una retata della polizia contro i trafficanti di droga è solo il gancio che porta a un'avventura più complessa, dal momento che la cosca si fa chiamare figli di Ixtlàn, dal nome di un Maestro della Notte, ed è composta appunto da non-morti. Perché i protagonisti della serie appaiono in scena, il passo è breve, se pur richiede un congruo numero di tavole. Ciò che li aspetta non è solo un lineare scontro con i vampiri durante la sfilata "carnevalesca" o la solita scaramuccia con un Maestro, perché dietro la loro missione si nasconde qualcosa di più, tanto per cambiare.

Con una buona programmazione, per il numero di novembre arriva un'avventura ambientata nel dìa de los muertos in Messico. Lo scenario è da cartolina, probabilmente, eppure è calzante ai fini della storia e non rappresenta nemmeno una mera coincidenza che Harlan Draka e i suoi due amici arrivino a Città del Messico in questo frangente.  
A dirla tutta in tema di pianificazione, i curatori della serie non hanno avuto modo di cercare di catturare un'eventuale risacca di eventuali nuovi lettori reduci dal crossover con Dylan Dog; la testata ha una continuity serrata, l'episodio non può non far riferimento a eventi pregressi e da questo punto di vista fallisce nel far sentire a casa il lettore occasionale, nonostante qualche allusione alla backstory nel redazionale.

La sceneggiatura di Claudio Falco è da manuale, per lo stile Bonelli e per lo stile Boselli, Fabiano Ambu potrebbe rappresentare un buon epigono di Corrado Roi, anche se si fa fatica a distinguere i suoi personaggi maschili dai capelli neri - a momenti sembra la saga del clone di Dampyr. Un problema di fondo della serie è la già succitata trama orizzontale, che rappresenta invece il punto di forza dal punto di vista degli appassionati fedeli. A ciò si aggiunge che la sospensione dell'incredulità viene sempre più messa a dura prova: l'assunto iniziale della saga sfarina verso lidi più mistici e surreali, dimensioni dell'oltretomba e inferni che collidono con le solide fondamenta nel mondo reale. Non dispiace, comunque, come si attinge alla mitologia azteca per raccontare qualcosa di diverso in questa sede. In sintesi, il prodotto rimane di ottima fattura e il rapporto qualità/prezzo di questa serie rimane impareggiabile.
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