Recensione: Memphis

From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee
di Alessandro Neri

MEMPHIS
Autori: Rodolphe (testi) Bertrand Marchal (disegni)
Formato: 144 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 5 €
Editore: Editoriale Cosmo

Louis Rockwell, grafico per il "Memphis News", scopre che la sua ex non lo riconosce. Peggio, vive in uno stabile in cui tutti gli abitanti hanno la stessa vitalità delle statue di cera. Anche Roosevelt, giornalista che si occupa di fenomeni strani per lo stesso quotidiano, ha notato che a Memphis, Tennessee, accadono cose quantomeno sospette. Insieme scopriranno perché nessuno sia mai uscito dalla città: non ci sono aerei e le autostrade non portano da nessuna parte. A loro si unirà la stagista Kate Wilson, bella quanto libertina.

A Memphis non cambia mai nulla. Le stesse auto, gli stessi palazzi, gli stessi show... Per decenni! Nessuno sembra accorgersi di questa anomalia, tutti troppo indaffarati a lavorare, a riposarsi, a divertirsi. Perché i nostri due giornalisti sembrano essere gli unici che hanno notato che da molto tempo tutto è uguale a sé stesso e che non si può lasciare la città? Andando avanti nelle loro indagini, scopriranno altri mille misteri, mille interrogativi... E il clima di paranoia aumenterà sempre più, fino alla fine dell'avventura. 

Il duo "Louis-Roos contro il resto del mondo" è al centro di un fumetto "sci-fi realista", in cui sono il mistero, la suspense, il dubbio e la paranoia a farla da padrone; di certo non grandi astronavi o battaglie intergalattiche. Rodolphe, uno dei grandi della bédé e già creatore di Trent, è, non a caso, un fan della vecchia serie televisiva Ai confini della realtà. E, sempre per restare in ambito TV, Memphis potrebbe ricordare per certi versi la recente Wayward Pines (ma il fumetto riproposto in Italia da Cosmo è precedente).

Per quanto riguarda il disegno, Marchal conosce bene Rodolphe, avendoci già collaborato su Il Villaggio, Namibia e Frontiera. L'artista belga ha un tratto chiaro e realista, classico ma che non disdegna angolazioni molto cinematografiche. Anche le espressioni dei visi sono ben studiate. E, soprattutto, rende perfettamente l'atmosfera di questi anni '60 che sembrano non dover mai finire. 

Un fumetto da leggersi tutto d'un fiato.
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