Recensione: Ratolik, il re dell'errore

Ratolik e l'ispettore Biloba
di Giuseppe Nieddu

RATOLIK, IL RE DELL'ERRORE
Autori: Leo Ortolani (testi e disegni)
Formato: 128 pagine, b/n, brossurato, 11,5x17, 3,90 €
Editore: Panini Comics

I fan del Ratto non sono certo nuovi alle parodie di cui è protagonista e si può intuire, sin dal titolo, Ratolik, il re dell'errore, con che cosa abbiamo a che fare: la versione ortolaniana di Diabolik.

La particolarità di questo albo rispetto alle altre parodie del grande Leo Ortolani salta subito all'occhio: l'autore ha deciso di omaggiare le sorelle Giussani non solo dal formato dell'albo, che si presenta come un tascabile, tipico di Diabolik, ma anche nell'immagine di copertina, che riproduce ed omaggia gli albi del famoso ladro, e nella quarta copertina dove, di norma, viene proposto l'immagine di una delle belle donne protagoniste di quella particolare avventura. Anche se in questo caso non si può proprio parlare di una donna... E neanche di bellezza.

Aperto l'albo si può notare che gli omaggi continuano. Si parte con una splash page introduttiva che mostra l'oggetto del desiderio del protagonista e si prosegue notando che Ortolani si è voluto cimentare nella gabbia a due che contraddistingue gli albi del "Re del Terrore". Ma non finisce qui. La genialità dell’autore continua in quello che lo ha sempre distinto: la sua grande ironia e il senso dell'umorismo. Si ha quindi una sceneggiatura particolarmente parodistica e attenta. Quindi, si possono rilevare dei segnali di stile, come i primissimi piani sugli occhi del protagonista (su cui non manca un sempre presente velo di sarcasmo) e delle divertentissime gag sugli inganni che creava il re del terrore. Infatti questo bellissimo omaggio non riguarda il Diabolik moderno, ma quello degli inizi, quello degli anni '60, quello che per scappare riusciva a costruire delle enormi trappole in mezzo alla strada e le attirava con un pulsante dalla sua auto, o che aveva rifugi disseminati di passaggi segreti e trabocchetti di una precisione architettonica incredibile.

Il disegno, rimane quello caratteristico di Ortolani, con i suoi personaggi a “muso di scimmia”, ma anche questo è adattato a questo albo eccezionale. Vengono rappresentati, sempre in tono scherzoso, tutte le ambientazioni e le sfumature semplici e minimali degli albi di quegli anni.

Si ha quindi un’opera particolare che non è solo una parodia ma anche, e soprattutto, un bellissimo omaggio ad uno dei più importati fumetti della storia italiana.
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