Recensione: The Green Woman - La donna verde

Un thriller soprannaturale a fumetti
di Giuliano Scialpi

THE GREEN WOMAN - LA DONNA VERDE
Autori: Peter Straub e Michael Easton (testi), John Bolton (disegni)
Formato: 152 pagine, colore, brossurato, 17x26, 14 €
Editore: Panini Comics

Un film vero e proprio trasposto su pagine disegnate per la Vertigo, questo è The Green Woman, l'opera prima dello scrittore Peter Straub e di Michael Easton, magicamente assecondati da John Bolton con i suoi conturbanti disegni.

Il tema trattato è semplice, il male puro, quello che fa leva sulla parte peggiore di noi per trascinarci in oscuri abissi di perdizione e dannazione dove ogni speranza di redenzione viene soffocata dai rimpianti, dai rimorsi e dal dolore, dove la rassegnazione è la regola e l'impulso a distruggere tutto, compresi noi stessi, riempie l'anima. Non di certo un fumetto per chi ama il lieto fine perché non vi è nulla di rassicurante in tutte le pagine che si susseguono con ritmo frenetico e frammentato inseguendo una storia di assassini seriali e malvagie entità che richiedono sacrifici umani. Un thriller soprannaturale dove la componente poliziesca si interseca con l'approfondimento psicologico sulle cause scatenanti di comportamenti devianti che, tuttavia, suggeriscono gli autori, sono da ricercare soprattutto in maledizioni antiche. È infatti un reperto archeologico, la polena di una nave pirata, il rifugio del demone dalle sembianze femminili assetato di sangue innocente che domina la volontà dello spietato protagonista, il poliedrico nonché inafferrabile killer dalle iniziali F.B. 

Lo stile di John Bolton si adatta egregiamente all'intreccio coi suoi chiaroscuri, gli sprazzi di colore improvvisi come il rosso del sangue di cui è inondato il Galeone nero, le lame di luce nel buio che ricordano i film di Dario Argento e che lo incoronano principe dell'horror contemporaneo.

Un volume consigliatissimo che può tranquillamente far mostra di sè in una libreria al fianco di romanzi ben più blasonati come It o Hannibal.
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