Recensione: Gea 18

Speranza!
di Claudio Zen

GEA 18
Autore: Luca Enoch (testi, disegni e copertina)
Formato: 132 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 3,20 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Gea si accomiata dai suoi lettori. Un’ultima avventura che termina con un finale aperto che più aperto non si può e che permette a Luca Enoch di lanciare ai lettori, una volta di più, un messaggio con gli spunti che sottendono tutta la sua poetica artistico-creativa: la speranza è la chiave di volta per sopravvivere. Sia nel mondo fantastico squassato dalla guerra con i "demoni", sia nel nostro mondo. La tolleranza per il diverso, la comprensione, la superiorità del femminile sul maschile, la fiducia nelle nuove generazioni (migliori di quelle che le hanno precedute), la presa di coscienza che il bene e il giusto non stanno da una parte sola, sono gli elementi alla base della storia e della poetica dell’autore che questi sparge a piene mani in quest’ultimo numero.

Certo, sul piano di lettura più semplice (e facile) la fine di Ahmad e delle sue teste rosse così come la neutralizzazione degli hasmallim possono apparire risolte in maniera molto frettolosa e pure il commiato "buonista" dalla serie può sembrare affrettato ed interlocutorio. Ma se riusciamo anche solo un po’ ad approfondire la nostra lettura, ecco che quest’ultimo numero ci appare per quello che è: un grido di speranza, quasi un testamento morale da parte di un uomo ragionevole che si è trovato, suo malgrado, a vivere in una società che di ragionevole ha sempre meno. Enoch, coerente con sé stesso, ci porta oltre la mera narrazione e cerca di farci riflettere su corsi e ricorsi storici, sull’inutilità della guerra, sul rispetto per chi è diverso da noi tirando le fila di tutti i personaggi apparsi nella saga, anche quelli in apparenza marginali.

Se l’albo merita la sufficienza, la saga di Gea dovrebbe essere adottata come libro di testo nella disastrata scuola italiana. Consigliato soprattutto a chi pensa che "i fumetti sono solo per ragazzini".
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