Recensione: Demian 18

La fine dell'ottimo noir di Ruju
di Michele Miglionico

DEMIAN 18
Autori: Pasquale Ruju (testi), Maurizio Di Vincenzo e Cristiano Spadoni (disegni), Alessandro Poli (copertina)
Formato: 130 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 3 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Anche quest'avventura si chiude, per il momento. Non si può dire che "non poteva finire altrimenti", perché finali diversi sarebbero stati altrettanto leciti, ma il creatore di Demian ha optato per una conclusione suggestiva, per quanto da manuale.
Approfittando della chiusura della miniserie, possiamo trarne un veloce bilancio.

Pasquale Ruju non ha sbagliato un colpo. Tutte le sue sceneggiature sono state ineccepibili e la qualità degli albi, complice uno staff di disegnatori di tutto rispetto, non ha mai subito scossoni dalla sua vetta, nemmeno negli episodi di passaggio. Questo diciottesimo albo non sfugge alla statistica: il felice tratto di Di Vincenzo e Spadoni consente allo scrittore di regalare le emozioni dovute e portare a termine le ultime trame nel modo giusto anche se non è immediato discriminare il lavoro dei singoli illustratori.

Sesso e amore, epica e melodramma, sapientemente dosati dal primo all'ultimo numero in una salsa noir che cattura anche chi, normalmente, non apprezza il genere.

Le tavole finali lasciano per il futuro uno spiraglio che con tutta probabilità si incarnerà nell'annunciato "speciale".

Va da sé che quest'albo non va neanche sfogliato, se non si tengono a mente almeno i più fondanti dei precedenti. Da recuperare.
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