Recensione: Caravan 5

Sempre buona la strada di Caravan
di Davide Paolino

CARAVAN 5
Autori: Michele Medda (testi), Fabio Valdambrini (disegni), Emiliano Mammucari (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossura, 21x16, 2,70 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

A tutti i lettori dylaniati è sembrato di aver fatto un tuffo nel passato. Un uomo di nome Whitley, che crede incessantemente negli alieni e aspetta quasi la loro venuta, è qualcosa di già letto in due geniali albi di Dylan Dog, precisamente “Terrore dall’infinito” e “Quando cadono le stelle” (nn. 61 e 131). Forse un omaggio di Medda al maestro Sclavi o forse un modo per richiamare bei momenti ai fan dell’Indagatore dell’Incubo.

Ma questo è Caravan, siamo ancora sulla strada. Da tempo i cittadini di Nest Point continuano la loro fuga da qualcosa di sconosciuto verso un punto di arrivo ancora più sconosciuto. I militari, si sa, continuano a non fornire spiegazioni. E Davide conosce quest’uomo: Whitley che ci racconterà la sua storia struggente e triste. Una storia che non prevede un happy end, ma solo cattiveria e dolore. “Come i lupi” non parla solo di alieni e della vita aldilà della terra, parla della cattiveria umana, si impunta sulle analogie tra l’essere umano e l’aspetto più animalesco che porta dentro. Parla di dolore, di lotte, di battaglie perse in partenza. L’albo è veloce in alcuni punti, tanto veloce, quasi fulmineo, le scene si sovrappongo a quelle passate in un battito di ciglia, il finale non parla di giustizia ma solo di altro dolore. Caravan continua ancora per una buona strada.

I disegni di Fabio Valdrambini sono perfetti, chiari e eccezionali, si esalta nelle scene notturne piuttosto che in quelle alla luce del sole. La copertina di Mammucari è splendida. Una meglio dell’altra, fino ad ora, ma questa è la più bella. E sarà difficile batterla.
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