Recensione: Caravan 12

Capolinea
di Davide Paolino

CARAVAN 12
Autori: Michele Medda (testi), Giancarlo Olivares (disegni), Emiliano Mammucari (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, 17x21, 2,70 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Caravan non è una serie americana. Non è Lost, non è Fringe, non è 24, non è niente di tutto ciò. Caravan è un fumetto, italiano, e scritto benissimo dal suo autore, ovvero Michele Medda. Ha raccontato momenti divertenti, momenti tristi, ci ha deliziato con storie che non avevano, all’apparenza, nulla a che fare con la trama principale. Ci ha prima fatto affezionare e poi ci ha sconvolti. Ci ha prima fatti intraprendere un viaggio che portava verso il nulla, e poi ci ha un po’ delusi. Una sorta di “cliffhanger” non soddisfa pienamente tutto l’insieme di lettori, ma può provocare un enorme piacere ad alcuni e far arrabbiare altri. Così come è accaduto in questo caso.

Medda inizia a spiegare tutto ciò che è accaduto in dodici albi e poi lascia al lettore una serie di domande irrisolte. Un ottimo espediente narrativo, forse, ma è una trovata che lascia l’amaro in bocca sicuramente. Le ultime quindici pagine sono un conto alla rovescia verso un epilogo che molti si aspettavano e che sicuramente non farà contenti tutti. Un’ottima serie rovinata da un finale forse eccessivamente misterioso. Forse un punto di partenza per una nuova serie? Improbabile ma si vedrà.

I disegni di Olivares rovinano l’albo, purtroppo: per tutta la durata della storia, i volti dei protagonisti, così come li abbiamo conosciuti, vengono storpiati troppo; in molti casi si fa fatica a riconoscere Davide Donati, così come l’abbiamo visto precedentemente. Niente da dire per quanto riguarda i paesaggi, invece.

Copertina di Mammucari ovviamente in linea con le altre: bella ed evocativa. Ci si aspettava un suo disegno finale per concludere la serie, come è già accaduto a Demian e a Brad Barron, ma purtroppo la quarta di copertina è occupata dal lancio di Cassidy. Peccato.
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