Recensione: Conan il Cimmero 6

Anime in fuga
di Matteo Spadini

CONAN IL CIMMERO 6
Autore: Virginie Augustin (testi e disegni)
Formato: 72 pagine, colore, cartonato, 21x28, 14,90 €
Editore: Star Comics

Una giovane donna, venduta come schiava dalla sua stessa famiglia, riesce a mettersi in fuga dal suo padrone e corre veloce, spinta dal disperato desiderio di essere finalmente libera. Riesce a distanziare i suoi inseguitori, ma il suo fisico, seppur forte, non è in grado di sopportare quel ritmo per molto tempo. Così Olivia, disarcionata dal suo cavallo e costretta a contare solo sulle sue gambe, viene raggiunta da quel demonio di Shah Amurath. Se iniziasse uno scontro fra i due, Olivia non avrebbe speranze di uscirne vittoriosa e si troverebbe nuovamente priva della sua preziosa dignità. Ma questa è un’ipotesi remota perché c’è un’altra persona che ha dei conti in sospeso con il signore di Akif e che ora si trova proprio davanti a lui, mentre la sua mano stringe il polso di Olivia. Conan il cimmero, che ora osserva la scena, è pronto a scagliarsi sul suo nemico e a vendicare i suoi compagni.
La storia di Conan e di Olivia, se così vogliamo definirla, nasce sulle ceneri di un nemico comune. Il cimmero, forse, ora che la giovane donna è libera, si sente in parte responsabile della sua vita e decide di portarla con sé.

Il sesto volume della collana francese dedicata a Conan è interamente opera di Virginie Augustin; una donna, dunque, che si trova fra le mani il barbaro più famoso al mondo, immerso in una vicenda in cui non è lui ad essere protagonista, ma una donna, Olivia.
L’avanzare del tempo, assieme, metterà in luce i loro rispettivi caratteri, le loro ambizioni e la loro voglia di emergere in un mondo in cui, spesso, le cose non vanno come dovrebbero andare. La durezza, ma anche la purezza dei sentimenti di Conan, si troveranno a competere con la sensibilità e l’intelligenza di una giovane donna che, a causa di certi eventi, è cresciuta troppo in fretta. Olivia, ora, è una donna a tutti gli effetti che sta imparando a vivere, anche, e soprattutto, con la presenza della morte e l’accettazione di essa. Conan, ora, è un uomo che ha visto spesso la morte in faccia ma che è meno avvezzo al confronto con l’ignoto. Olivia imparerà a fidarsi di Conan anche quando sarà la brutalità a prendere il sopravvento sul cimmero. Conan, da parte sua, imparerà a fidarsi di Olivia e della sua intuizione in quanto donna, anche quando il soprannaturale si insinuerà nelle loro vite e cercherà di spazzare via le loro certezze.

La personale interpretazione di Virginie Augustin è, senza dubbio, di gran gusto; l’autrice francese riesce a far sua una figura possente e virile come quella di Conan, rappresentandolo irriverente in alcuni momenti e ironico in altri. Gioca in modo sublime con luci ed ombre, e raggiunge il livello più alto quando decide di far parlare solo le immagini. Conan e Olivia sono due viaggiatori solitari, due anime imprendibili che si sono trovate, per alcune circostanze, a dividere insieme il proprio cammino. Ma rimarranno comunque anime sperdute nel loro mondo, a contemplare l’orizzonte con lieve malinconia (Olivia), o ad affondare la lama nella carne del nemico con assoluta ferocia (Conan).
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