Il papà degli eroi "umani"
di Alessandro Neri
Se ne va a 95 anni il papà dei supereroi Marvel, forse il fumettista più famoso di sempre, Stan Lee.
Negli anni '60 "rispolverò" Capitan America e soprattutto creò (insieme a Jack Kirby, Steve Ditko, Bill Everett e altri artisti) i Fantastici Quattro, Spider-Man, Thor, Hulk, Iron Man, gli X-Men, Devil, Dottor Strange... Ma il merito di Stan Lee non fu solo quello di creare tanti personaggi. Ancora più importante fu la sua opera di "umanizzazione" degli eroi, fino ad allora quasi divinità infallibili. Gli eroi che nacquero negli anni in cui la Timely instaurava il marchio Marvel Comics erano pieni di problemi, debolezze, difetti. Questo li rendeva più vicini ai lettori che poterono più facilmente riconoscersi nei nuovi supereroi e ne decretarono il successo.
I personaggi di Stan Lee e della Marvel - di cui fu presidente, editor-in-chief e poi "uomo immagine" - erano destinati non solo a straordinari successi su carta, ma ad approdare sul grande e piccolo schermo nei decenni a venire.
Ed è proprio così che la faccia di Stan Lee diventò nota al grande pubblico: si divertiva a fare delle piccole apparizioni in quasi tutti i film e serie TV basati sui personaggi Marvel.
Iniziando la sua carriera in un mondo del fumetto quasi monopolizzato dalla DC Comics, Stan Lee ridimensionò l'editore di Superman e Batman a "Distinta Concorrenza" per poi nel 2001 reinventare proprio gli eroi DC nella serie Just Imagine... (una sorta di "What if..". o "Elseworlds"). Ed oggi, dopo aver intuito il potenziale di TV e cinema fin dagli anni '70, questo genio visionario lascia un impero Marvel (di proprietà della Disney) che adesso guarda in qualsiasi direzione e si declina in ogni modo possibile. Invadendo, come detto, altri media (dei venti film che hanno incassato di più nella storia, ben sei sono basati su personaggi della Casa delle Idee!) e soprattutto l'immaginario collettivo. Grazie, Stan!
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