Phenomena
di Matteo Spadini
DYLAN DOG 361
Autori: Dario Argento (soggetto), Dario Argento e Stefano Piani (sceneggiatura), Corrado Roi (disegni), Gigi Cavenago (copertina)
Formato: 98 pagine, colore, brossurato, 16x21, 3,50 €
Editore: Sergio Bonelli Editore
Mentre viaggia nel traffico durante una splendida giornata di sole, che per Londra non è certo la norma, Dylan viene fermato dalla polizia per un controllo e si ritrova a piedi. Di taxi nemmeno l’ombra e oltretutto c’è una folla di persone davanti a lui che rendono il passaggio complicato. Pare ci sia una mostra fotografica a tema BDSM. Dylan tira dritto ma viene trascinato all’interno della galleria da una ragazza che lo riconosce. Quello che succede poi, nelle parti più cupe del ventre umano e nelle matite di un maestoso Corrado Roi - farà mai qualcosa di brutto? - non lo scorderete facilmente per due buoni motivi; è una storia scritta dannatamente bene, dall’inizio alla fine. Il secondo... Ok, già lo sapete quindi non giriamoci intorno: è una storia di Dario Argento. Lo so, avete la pelle d’oca ecc... E il punto è che ne avete pienamente ragione. "Profondo Nero" scorre veloce, inquieto, verso una meta che i più attenti potrebbero decifrare prima del previsto ma che in fondo è sceneggiata con maestria (c’è anche la mano di Stefano Piani). Pugnalate, frustate, emozioni picchiate a sangue e primi piani che nascondono il mondo intero fanno da cornice ad un dipinto in cui anche Groucho, per fortuna, non è confinato alle sole battute ma fa la sua parte; la spalla di Dylan è, inaspettatamente, una delle cose migliori dell’intero albo. La sensazione, per essere il più precisi e diretti possibile, è che Argento non sia alla sua prima prova con la creatura di Sclavi ma che abbia già una certa confidenza nel gestirla. "Profondo Nero" è, a tutti gli effetti, un fumetto di Dylan Dog. Non un film di Dario Argento messo su carta, con protagonista l’Old Boy. Non c’erano molti dubbi sulla buona riuscita di una collaborazione del genere, d’accordo, ma sinceramente non era neanche così scontato ritrovarsi di fronte a una cosa simile. Da ricordare.
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