Recensione: Io sono Cataro 1

Catarismo a fumetti
di Alessandro Neri

IO SONO CATARO 1
Autori: Pierre Makyo (testi), Alessandro Calore (disegni), Claudia Checcaglini (colori)
Formato: 96 pagine, colore, brossurato, 19x26, 12,95 €
Editore: Lineachiara

In Francia l’inizio del XIV° secolo è segnato dalle persecuzioni dell’Inquisizione nei confronti dei Catari. In questo contesto Guglielmo Roché cerca di ritrovare la memoria nel sud-ovest del Paese presso Maestro Eymeric, che gli insegna l’arte della guarigione. Il giovane però mostra un vero dono innato e presto i suoi “miracoli” richiamano l’attenzione di molti, amici e nemici: suo fratello lo ricerca, l’Inquisizione anche, ma per motivi ben diversi. Chi lo troverà per primo? E che rapporti ha il pacifico Guglielmo con Simon Azolaïs, il perfetto introvabile del titolo (era col termine ironico di “perfetti” che la Chiesa si riferiva ai Catari) e “pericoloso” eretico anch’egli ricercato dai purificatori cattolici?

La trama è sicuramente interessante ed avvincente, si vede che Makyo, uno degli autori di bédé più prolifici degli ultimi trent'anni, aveva voglia di sviluppare un argomento già accennato nella sua famosa serie La Ballata del mondo che non c'è (vista su Skorpio dell'Eura tra 2000 e 2005). La storia è solida e, pur non apportando di certo grandissime novità al genere - presentando un eretico buono, un inquisitore cattivo e, in bonus, una storia d’amore che finisce male - è comunque molto interessante, anche per un contesto storico che vale la pena approfondire. Senza contare che l'esperienza di Makyo si fa davvero sentire e i suoi flashback visti da diversi punti di vista sono assai accattivanti.

Buona parte della riuscita di questo primo tomo di Io sono Cataro è dovuta alla componente italiana, Alessandro Calore (che ha lavorato per Il Giornalino e realizzato per la Disney la serie Kylion) alle matite, Claudia Checcaglini (attivissima sul mercato d’Oltralpe) alla tavolozza. Le inquadrature spesso originali, il disegno realista fine e preciso, le ottime scelte dei colori, fanno sì che i loro rispettivi lavori si sposino perfettamente tra loro e alla storia dell’autore francese. Da notare che i due, all'epoca della prima pubblicazione di Je Suis Cathare da parte di Delcourt nel 2008 erano entrambi alla prima esperienza nel mondo della bédé.

Insomma, una serie che, grazie a RW Lineachiara, possiamo finalmente apprezzare e di cui certamente non ci faremo mancare le prossime puntate.
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