Recensione: Killbook

Sei su Killbook, posta il tuo omicidio
di Emanuele Amato

KILLBOOK
Autori: Giulio A. Gualtieri (testi), Giacomo Bevilacqua (disegni e copertina), Gabriele Dell'Otto (colori di copertina)
Formato: 96 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 3,90 €
Editore: Editoriale Cosmo

Partiamo da una premessa: è un buon albo e molto interessante. Il risultato non è male e si lascia leggere piacevolmente. Almeno per la storia in sé.
Come riedizione, ad opera dell'Editoriale Cosmo, è molto maneggevole ed il prezzo è accessibile, forse migliore rispetto alla prima edizione, allora intitolata Homo Homini Lupus (Edizioni BD, 2009), essendo stravolta la "vecchia" linea narrativa anche grazie a 14 pagine inedite.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Giulio A. Gualtieri, allora esordiente, mentre i disegni sono affidati a Giacomo Bevilacqua (autore della striscia di grande successo A Panda piace). Dobbiamo quindi notare la parziale inesperienza dell'epoca, ma in questi anni gli autori sono molto maturati: basti pensare alla nuova serie di Battaglia (a cui ha collaborato Gualtieri) o Il suono del mondo a memoria (di Bevilacqua, recentemente edito da Bao).

La storia si svolge interamente in un’antica villa dove si narra sia avvenuto un patto, un’alleanza mostruosa, tra vampiri, licantropi ed altri esseri contro gli umani. Gli eventi raccontati si situano nel contesto attuale (2009 per la precisione) dove spopola ormai un nuovo social chiamato Killbook, che ha regole ben precise per iscrizione e condivisione, spiegate nella prima pagina dell’albo. Riassumendole, si può dire che bisogna uccidere, condividere foto degli omicidi e non cercare di capire chi siano gli amministratori del social, tanto meno rintracciarli. La pena sarebbe la morte. Così, i più efferati assassini, aspiranti tali e maniaci del raccapriccio, iniziano ad essere in contatto tra loro creando una vera e propria community. Uno di essi ha la brillante idea di voler riunire i migliori del "mestiere" per un piano geniale per il futuro: condividere le tecniche di ognuno per l’automiglioramento personale e della comunità; così decide di creare un evento chiamato "Homo Homini Lupus" con tanto di inviti, programma e soggiorno di lusso, proprio in quella villa dove il Male fece un accordo contro il Bene per la prima volta nella storia. Oggi il Male vuole ritornare in auge proprio lì dove tutto ebbe inizio.

Una core story ben strutturata e molto godibile, una caratterizzazione dei personaggi umani ottima con figure come il misogino, il perfezionista, il predicatore ed ognuno ha la sua peculiarità ben distinta. Gli esseri sovrumani invece peccano un po’ di superficialità e banalità, sembrano essere messi lì perché necessari alla trama, anche se l’antagonista - benché stereotipato - ha un minimo di perché. La co-antagonista è caratterizzata meglio invece essendo l’intro dell’intero albo e la sua figura è delineata in maniera più specifica almeno a livello di senso, ma non nei tratti psicologici.

La sceneggiatura è molto buona, regge bene i tempi e le battute non sono ripetitive. Bavilacqua tratteggia bene e con uno stile decisamente in linea con la storia omaggiando lo stile di Dell’Edera. Espressioni e particolarità tutte rispettate graficamente molto bene, anche se forse in maniera troppo soft per il genere.

La pecca è che questo titolo resta nella media. Gli autori avrebbe potuto darci un prodotto davvero innovativo e concentrarsi più sul tema del lato oscuro del social network (sia che si tratti del 2009 che oggi, almeno in italia, dato che la trattazione oltreoceano sta emergendo con titoli come Unfollow e Clean Room, entrambi prodotti Vertigo). Non che la trama sia banale, dato che la questione di chi sia veramente un mostro tra un umano e un essere sovrumano fa ben riflettere, soprattutto se tra i due c’è disquilibrio di abilità, eppure l’essere umano può contrastare benissimo e neutralizzare una bestia assassina. Il punto qui è sottolineare come un’idea brillante può essere persa per seguire quella che lo è meno. Perdendo la scia social che viene considerata, fondamentalmente all’inizio e alla fine, si son perse opportunità di sviluppo di una storyline che poteva essere nettamente più intrigante e particolare.

Insomma un buon prodotto in un’edizione accessibile per un target più ampio, contando che esce anche in edicola. Operazione fatta peraltro al momento giusto dato l'attuale risalto che viene dato a Bevilacqua e al suo graphic novel che sbarcherà presto anche in America. 
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