Recensione: Morgan Lost 6

Il senso di Claudio per il cinema
di Emanuele Amato

MORGAN LOST 6
Autori: Claudio Chiaverotti (testi), Cristiano Spadavecchia (disegni), Arancia Studio (colori), Fabrizio De Tommaso (copertina)
Formato: 98 pagine, colore, brossurato, 16x21, 3,50 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Sesto albo di Morgan Lost e ormai hype mensile assicurato per la giovane creatura di Chiaverotti. Questo mese è il turno degli amanti Rabbit, duo di assassini che uccide con maschere da coniglio. Dati gli elementi sintetici dell’introduzione, passiamo ora ad analizzare un albo pieno di chicche e citazioni e dalla solida e ormai solita sceneggiatura potente.

Il volume inizia subito con la presentazione dei due killer nella loro duplice vita: amanti/sposi e killer. Il segreto di un rapporto lungimirante? Chissà, ma in pieno stile noir che calza perfettamente con i toni di questo fumetto. 

Dicevamo le chicche e le citazioni. Forse le associazioni mentali che comportano sono troppe, a partire dal primo omicidio che non può non far tornare in mente il film The Strangers - pellicola horror del 2008 dove un gruppo di persone si diverte a terrorizzare e massacrare gente nelle proprie abitazioni, indossando maschere - e You're Next, film del 2011 dove gli psicopatici di turno avevano maschere animali. In una scena di quest'ultimo film la donna con la maschera di coniglio è fuori dalla finestra sotto un lampione, stessa identica scena è ripresa in una delle tavole di questo numero. Casualità? Può essere, ma l’autore è una fonte viva di sapere cinematografico. Conosciamo bene e l’abbiamo notata più volte, soprattutto ne “L’orologio del tempo” la passione immensa di Chiaverotti per il cinema, tanto da inserire rimandi a film in ogni albo. 
La seconda chicca è la scena del cinema ad Halloween. Per i fan di Wes Craven e i cultori del genere horror, il pensiero non può non portare a Scream
In due tavole, più precisamente quelle dove Morgan è in fumetteria, possiamo scorgere un poster con la scritta Dylan Dog (che più volte ha avuto a che fare con conigli), uno di Will Eisner e uno con Corto Maltese. Omaggi a Pilastri della Nona Arte. Da sottolineare quanto  espresso da  Luck sul mondo fumettistico, come un personaggio, dopo il successo, diventa indipendente dal suo creatore: una volta che i personaggi di un comic prendono vita e diventano oggetti di culto, la loro identità, volontà e destino, si slega da quello del loro autore che li ha creati. Un altro spunto di riflessione è l’autoironia sulla definizione di pazzia dell’autore di un fumetto più che del fumetto stesso e di chi lo legge. Chiaverotti ne sa una più del diavolo!
Altro rimando a pagina 46 al plurioscarizzato Crash - Contatto Fisico (2004). La tavola riprende la famosa scena dell’incidente dove due protagonisti legati da un filo rosso comune si rincontrano in questa circostanza.
In più, nella prima vignetta a pagina 55, possiamo notare che Morgan possiede in casa sua una riproduzione della luna di uno dei primi film mai realizzati nella storia, Viaggio sulla Luna di Méliès.

Dopo questo excursus, da cinefili incalliti, passiamo ai coniugi Rabbit. Chiaverotti ha creato una perfetta rappresentazione di folie à deux dove la passione si mescola con la morte e riaccende i sensi e la carnalità dei due killer. Il dominante che porta nel vortice il sottomesso (categorialmente è labile il confine, ma c’è sempre), vengono ben spiegate dalla ormai amata profiler Pandora Stillman. Le battute sono sintetiche e d’impatto, tagliano come l’accetta di Luck e colpiscono come l’arpione di Agatha. La creatività e la grande metodologia di Chiaverotti sono ormai una garanzia di volumi oscuri che ti prendono e ti guardano dentro. Divorare Morgan Lost ormai è una droga mensile a cui non possiamo più sottrarci. 
L’unico anello debole della storia forse è il finale, il momento di calo, per quanto possa essere stato calante, dell’intero albo. L’intero volume gioca sul realismo e la scena finale stona un po’, pur avendo, nell’insieme, il suo senso.  

I disegni, affidati a Cristiano Spadavecchia, rendono l’albo maestoso e imponente: l'artista rappresenta scene fortemente emotive con eleganza e mai volgarità (pensiamo alle scene di sesso sul letto delle vittime). Gli sguardi dei coniugi Rabbit che passano dalla passione alla tenerezza, dall’adrenalina alla furia omicida, pura tecnica e professionalità, nonché grande empatia per ogni personaggio. Insomma ogni mese un team capitanato da Maestro Chiaverotti che ci dona buone dosi di storie, arte e noir come la tradizione Bonelli vuole. 

Non ci resta che pazientare ora per il settimo volume. 

P.S. Abbiamo sentito la mancanza delle Sweetmistress di cui compreremmo l’album seduta stante.

See you, psycho friends.
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