Recensione: Level Up

Inizio partita
di Matteo Spadini

LEVEL UP
Autori: Gene Luen Yang (testi), Thien Pham (disegni)
Formato: 164 pagine, colore, brossurato, 15x22, 9,90 €
Editore: Multiplayer.it Edizioni

Ammettiamolo. Avevamo qualche remora a prendere in mano Level Up, ma ci sbagliavamo. Perché per immergersi in una lettura del genere bisogna farlo con sentimento, solo così si può iniziare il gioco sfogliando lo "start" della prima pagina.

Siamo di fronte ad un'opera complessa fatta da disegni minimali, che ci narrano una parte fondamentale della vita di Dennis Ouyang, che si oppone a ciò che il destino e i suoi genitori vogliono per lui, e cioè studiare medicina per diventare gastroenterologo. Il fatto è che Dennis ha altro per la mente. Ha una passione smisurata per i videogiochi, materia in cui è anche dannatamente bravo. Chiedere al suo amico Takeem per conferma. Dunque, il ragazzo è costretto a fare una scelta che potrebbe influire pesantemente sulla sua felicità e sulla sua realizzazione quando sarà diventato un uomo. Andare avanti assecondando i suoi sogni o percorrere la strada che i suoi genitori (soprattutto suo padre) avevano immaginato per lui? E' un dilemma che mette Dennis a dura prova, che lo porta a suggestionarsi e a vedere cose fantastiche. Cose da videogiochi.

Gene Luen Yang (già creatore di American Born Chinese) ci racconta i passi di un ragazzo che tra realtà e finzione cerca di superare alcuni livelli della sua esistenza, rivelandoci con intelligenza le sue paure e le sue incertezze. Il supporto visivo di Thien Pham è quanto di più sincero e confidenziale ci possa essere. Basilare nelle linee, quasi da ricordare un tratto infantile, mette a proprio agio il lettore, a patto che sia un lettore che sappia stare al gioco.

E se le avete anche voi, mandate al tappeto le remore o i pregiudizi del caso. Accettate il "game over" quando arriverà senza curarvi del risultato, perché vorrà dire che almeno avete giocato.
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