Nathan, tra passato e futuro
di Umberto Rossolini
NATHAN NEVER 257
Autori: Antonio Serra (testi), Sergio Giardo e Francesca Palomba (disegni), Sergio Giardo (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 2,90 €
Editore: Sergio Bonelli Editore
Questo numero di Nathan Never si presenta come uno spartiacque per il fumetto fanta-scientifico per eccellenza di casa Bonelli. Molte cose sono fin qui successe, soprattutto a Nathan, ma la vera novità che segna questo numero non riguarda propriamente il suo universo: Antonio Serra, creatore e sceneggiatore della serie, uno dei padri di Nathan, lascia la gestione delle storie dell’agente speciale Alfa e passa il testimone a Glauco Guardigli, che si occuperà, dalla prossima uscita, della supervisione della testata. Il motivo di questo abbandono sembra essere, nella lettera firmata dall’autore all’interno di questo albo, l’impossibilità di stare al passo con le nuove tecnologie e nel renderne così conto anche nelle avventure di Nathan. Le storie dell’agente Never sono solite avere, infatti, un collegamento con il nostro quotidiano, soprattutto negli oggetti di innovazione tecnologica. Serra scrive i testi, allora, di due storie, insieme ad altre in uscita prossimamente, che faranno da capolinea per alcuni intrecci narrativi, che lo sceneggiatore aveva pensato. Ma questo numero si presenta, già a prima vista, come decisamente insolito, proprio perché ha al suo interno due storie al posto di una. Generalmente, siamo abituati a vedere un’unica storia in un classico albo Bonelli; qui sono invece raccontate due vicende separate: una che coinvolge Nathan dal titolo "La Megalopoli", l’altra l’agente May in "Chi è May?". La prima storia fa da riepilogo ai fatti recentemente accaduti, con un Nathan Never che, ripresosi dal morbo che lo ha colpito nella sua ultima missione, visita alcuni luoghi della sua città, ricollegandoli al suo recente passato. Si tratta di una storia priva di azione, cosa insolita rispetto a quanto siamo soliti leggere in questo mensile, ma ha una vena malinconica, e cerca di trasmetterci non una chiusura netta con il passato, ma piuttosto (nel riportare alcuni ricordi di Nathan) un’apertura di speranza verso il futuro. Ma questa speranza è macchiata dagli enormi sacrifici compiuti da eroi che non verranno ricordati (si veda il caso dei giovani Sister J. e Erimantis). Per questa ragione, potendo immedesimarci nei pensieri di Nathan, è possibile percepire il suo dolore per gli eventi da poco accaduti, assieme a quel senso di amarezza che accompagna ogni evento delle nostre vite, quando sappiamo che le cose sarebbero potute andare diversamente. D’altronde chi legge Nathan Never è abituato ai pensieri profondi del protagonista e alle pagine dedicate a riflessioni dello stesso su ciò che lo circonda. Piacevole è anche il disegno con cui Sergio Giardo scandisce il ritmo della storia, con pagine dove possiamo ammirare ampie vignette e la capacità del disegnatore di saper conferire una notevole espressione ai volti. Meno piacevoli, abbiamo trovato, i disegni della seconda storia, realizzati da Francesca Palomba. Qui i volti sembrano pressoché identici l’uno con l’altro, per non parlare del tratto in stile manga, che poco si addice a questo albo. Ora, muoviamo tale critica non perché lo stile orientale non possa essere trapiantato sulle pagine della serie, ma perché il disegno non ci sembra così ben curato, mostrando, in particolare risalto, volti non molto espressivi. Ben poco può fare, a riguardo, qualche piccolo trucco come il tipico “luccichio” disegnato sull’occhio, simbolo dell’attimo di astuzia del personaggio che sta per compiere un’azione inaspettata, che ci fa tornare in mente la serie di cartoni animati dal titolo Occhi di gatto (anche perché la ragazza a cui dà la caccia May è una ladra). Comunque, sebbene la storia sia disegnata in modo sufficiente (senza essere troppo critici), la trama presenta un’introspezione dell’agente May che è alquanto inaspettata. May dovrà confrontarsi con le persone a lei più care. La presenza di Legs nella storia mostra sia come le cose non sono cambiate - soprattutto per il rapporto sentimentale tra Legs e May -, sia come le cose purtroppo dovranno cambiare, poiché la strada intrapresa da May è quella che lei stessa ha scelto e a cui non può sottrarsi, sebbene i suoi sentimenti verso la ragazza più tosta dell’Agenzia sembrino andare oltre il semplice legame di amicizia: May ha, infatti, scelto da tempo per sé il ruolo di madre e di compagna di Branko. Proprio con questo, anzi, questi finali aperti ad ulteriori sviluppi si chiude il numero di Nathan Never, che cerca di stringere le mani al futuro e di salutare sia il passato, sia lo sceneggiatore Antonio Serra, il quale, già lo sappiamo, ci mancherà nel suo ruolo di "traghettatore per nuove avventure".
0 commenti:
Posta un commento