Recensione: Dylan Dog 283

Dylan e Morte, nuovo round
di Claudia Calvisi

DYLAN DOG 283
Autori: Giovanni Di Gregorio (testi), Giampiero Casertano (disegni), Angelo Stano (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 2,70 e
Editore: Sergio Bonelli Editore

Una volta davanti alla copertina di Stano, summa perfetta del sapore di questa storia, non si può far altro che entrare. E una volta dentro preparatevi ad affrontare l'orrore. Ma non quello di zombie o spettri sumeri, bensì l'orrore della labirintica burocrazia, l'orrore del peggio che segue inesorabile il peggio precedente, l'orrore dei desolati non-luoghi come le banche o gli uffici del catasto. Inutile cercare una via di fuga dalla mortifera quotidianità, si può solo sprofondare sempre più in basso schiacciati dal malefico influsso dell'ansia da scadenza in arrivo, mentre uno smunto Tristo Mietitore (che Casertano ci disegna tanto somigliante a un'altra Oscura Signora impegnata nella famosa partita a scacchi di Bergman) si aggira per la vostra città cercando qualcuno... chissà magari voi, o Dylan, o qualcun' altro. Di Gregorio si accanisce ancora sul caro Indagatore, lanciandoci con lui in una spirale di realtà tanto probabile quanto orribile: ma alla fine, inaspettatamente, saprà ridarci la lucidità che ci ha sottratto. E Casertano si sintonizza con il suo tratto netto e tondeggiante sul grottesco di questa storia, disegnandoci personaggi vividi e palpabili.
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