Recensione: Conan il Cimmero 4

La battaglia dei sessi
di Matteo Spadini

CONAN IL CIMMERO 4
Autore: Robin Recht (testi e disegni)
Formato: 80 pagine, colore, spillato, 21x28, 14,90 €
Editore: Star Comics

Quarto volume cartonato della serie francese dedicata a Conan, pubblicata in Italia da Star Comics (abbiamo già parlato de "La Regina della Costa Nera"), "La Figlia del Gigante dei Ghiacci" è il vero primo racconto scritto da Robert E. Howard, come ci spiegano le illuminanti note finali di Patrice Louinet. L’adattamento in questione è scritto, disegnato e colorato da Robin Recht (Il Terzo Testamento - Giulio, Elric) ed è decisamente fedele all’originale ma ha per fortuna lo spirito e la visione poetica dell’autore francese. Recht, infatti, seppur con il dovuto rispetto per l’opera di Howard, riscrive e ridefinisce una storia di brama e di desiderio che va oltre la comprensione umana.

Uscito vincitore dall’ennesima, sanguinaria battaglia, il Cimmero è chiamato ad affrontare subito un’altra lotta, questa volta contro un nemico molto più esile e all’apparenza totalmente indifeso, ma forte della sua natura ingannevole e divina, del suo fascino accecante.
Una donna, rossa come il sangue di una ferita appena aperta, invita Conan ad un gioco a cui il barbaro non ha alcuna voglia di partecipare, se non per la prospettiva di un finale carnale.
Conan insegue la donna, la dea, per poi arrivare a definirla strega quando capisce che quel finale che immaginava e sperava era così lontano dalla realtà, ora che il suo corpo precipita in un luogo gelido come la morte.

Lontano dal canonico fumetto francese che spesso è costruito da un gran numero di vignette per tavola, l’adattamento di Recht libera l’essenza selvaggia di Conan, e della sua rossa preda, e la immortala in spazi sconfinati con disegni di una carica emotiva fuori dal comune, a volte sormontati da enormi onomatopee che esaltano il tormento e l’angoscia di quei momenti finali, quando l’inevitabile distacco dalla realtà diventa paurosamente concreto.
Quel gioco su e giù per le colline e le pianure innevate mette in scena un Conan perso nel desiderio di dominare e di guidare il ballo della vita, e in balia di una donna che l’ha sfidato, a proprio rischio e pericolo, consapevole della sua colossale forza ma anche della sua spropositata debolezza in quanto essere uomo.
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