Recensione: Spider-Man 525

Un Waid vale uno Spidey
di Yuri Monti

SPIDER-MAN 525
Autori: Mark Waid e Andy Diggle (testi), Mike McKone e Roberto De La Torre (disegni)
Formato: 80 pagine, colore, spillato, 17x26, 3 €
Editore: Panini Comics

Con la mini-saga “24 ore su 24” si apre ufficialmente il secondo ciclo del nuovo corso inaugurato con l'ormai celeberrimo “Brand New Day”, radicale e discussa ripartenza della testata ragnesca; le intenzioni di fondo del nuovo trend non cambiano, con uno Spidey “resettato” e riportato nella sua dimensione più intima e familiare, con storie all'insegna del motto di Casa Marvel “supereroi con super-problemi”.

Nel valzer di disegnatori e scrittori che ha caratterizzato la recente vita editoriale post “Un nuovo giorno”, stavolta troviamo al lavoro Mark Waid (alla storia) e Mike McKone (alle matite). Lo scrittore è bravo a dipanare la trama sul doppio binario Peter Parker/Spider-Man, con una sceneggiatura e uno storytelling coinvolgenti, un taglio che sa di cinematografico ed un giusto mix di azione e passaggi quasi da soap opera. Waid tocca in maniera convincente toni differenti all'interno della storia, arrivando ad un finale dai tratti quasi horror; inoltre, non mancano nuovi arrivi nel cast dell'Arrampicamuri, sapientemente dosati e caratterizzati anche solo in poche battute. Unica pecca i disegni di McKone, che nelle scene votate al dinamismo e all'azione perde evidentemente colpi, mentre risulta decisamente più convincente nelle fasi più “riflessive” del racconto.

A seguire l'ultima (almeno per il momento) apparizione dei Thunderbolts sul quindicinale. La storia, se vogliamo dall'esito un po' scontato, ci permette anche di entrare in contatto coi nuovi membri dei T-Bolts; un azzardo da parte del team creativo della serie, che infarcisce il gruppo di nomi semi-sconosciuti o di serie B dopo l'exploit di pezzi da novanta del periodo Civil War/Secret Invasion. Ai posteri...
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