Recensione: Gli Incredibili X-Men 272

BelliXimi
di Gianlorenzo Franzì

GLI INCREDIBILI X-MEN 272
Autori: Kieron Gillen (testi), Daniel Acuña (disegni, colori e copertina)
Formato: 80 pagine, colore, spillato, 17x26, 3,50 €
Editore: Panini Comics

Un nuovo tie-in di AVX per il supergruppo mutante per eccellenza: e un tie-in che conferma ciò che durante "Fear Itself" avevamo pensato in molti, ovvero che durante gli ultimi maxieventi Marvel sulle pagine di Uncanny troviamo alcune storie di contorno spesso molto più belle della miniserie portante.

Come proprio durante il disastroso (e non certo per le macerie all’interno degli albi...) crossover sul Dio Della Paura, Gillen riesce ad inserirsi in trame non sue (in questo caso, quella di AVX ideata da tutti e cinque i Marvel Architects, di cui parliamo in un altro articolo) in maniera perfetta, addirittura riuscendo a dare nuova linfa alle sue storie. Nello specifico, Uncanny Vol. II #15/16 presenta la continuazione di un percorso intrapreso nell’episodio precedente pubblicato un mese fa dalla Panini; e se quello era un piccolissimo gioiello raro nella produzione degli X-Men degli ultimi anni, questo dittico (che concluderà la sua storia nel prossimo numero), pur diluendo l’emozione e la narrazione, riesce a ricreare per qualche magico istante quella mitologia mutante che ha reso grande il gruppo.

Perché, dopotutto, il segreto - o uno dei segreti - del successo, della qualità e dell’intensità delle storie e della storia degli X-Men sta probabilmente in quel suo flusso incessante di eventi che fa sì che ogni avventura, e addirittura a volte ogni balloon, siano perfettamente inseriti in un mosaico molto più ampio, rendendo il lettore partecipe delle Vite dei protagonisti e contemporaneamente rendendo questo fumetto larger than life. "Questa Strana e Orribile Terra" mette in campo un Sinistro credibile come non si vedeva da tempo, e come Gillen ha dimostrato di saper trattare molto bene; descrive perfettamente le dinamiche del gruppo davanti ai Phoenix Five, ovvero i cinque membri graziati (o maledetti?) dal potere della Fenice; riporta in scena (anche solo per qualche vignetta, ma tanto ci basta) Madelyne Pryor e i cloni di Sinistro; e continua a tessere trame a lunga o media gittata misteriose e intriganti come quella che riguarda Unit, i suoi piani machiavellici e il suo influsso nascosto su Danger.

E dopo un applauso a scena aperta per il pittorico e efficace Daniel Acuña, che troppo poco spesso si cimenta con il genere supero-mistico, una domanda: che finalmente per i pupilli di Xavier sia tornato il momento, dopo quasi un lustro, di riavere quella grandezza narrativa che hanno costantemente tenuto in pugno per oltre due decenni? Mentre nell’aria si sussurrano sei lettere (b-e-n-d-i-s...) noi pensiamo e speriamo di sì...
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