Recensione: Durango 8

Cosmo insegna a certi "editori"
di Giuliano Scialpi

DURANGO 8
Autori: Yves Swolfs (testi), Thierry Girod (disegni)
Formato: 96 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 2,90 €
Editore: Editoriale Cosmo

Ritorna in edicola il maestro belga Yves Swolfs con l'ottavo capitolo di una delle serie spaghetti western più bollente degli ultimi anni: Durango. La GP Publishing ha lasciato senza conclusione questa serie, ma grazie all'Editoriale Cosmo - che ci propone sempre fumetti di qualità con le sue serie (gialla per il western, rossa per la storia, nera per l'horror e il mistero, blu per la fantascienza) - ecco "Il crepuscolo dell'avvoltoio", il volume che porterà a conclusione, tramite gli stupendi disegni di Girod introdotti dalla ancor più favolosa copertina riepilogativa dei personaggi e dei temi cruciali dell'albo, la contesa con Steiner, il magnate dei trasporti che è l'ombra malvagia dietro tutte le ultime dolorose vicende del "pacificatore". Suspense ed azione, gli ingredienti ai quali ci ha abituati Swolfs, non mancano neppure in questo numero pregno di tutti i cliché che il genere ci propone da sempre e che non possono non ricordare oltre che il film Il grande silenzio di Sergio Corbucci, gli indimenticabili capolavori di Sergio Leone. Gli occhi di ghiaccio del protagonista immortalati nella vignetta centrale della prima pagina rimandano agli intensi primi piani di Clint Eastwood de Il buono, il brutto e il cattivo, così come la rivalità tra pistoleri, la bella indiana provocante ma in fondo commovente nella sua innocenza e l'assalto al treno riuscito grazie al picaresco escamotage di Durango, sono i temi classici di un genere che è tornato prepontemente alla ribalta (ma che mai ha smesso di affascinare gli appassionati grazie a periodici e ben realizzati remake di grandi classici come ad esempio Quel treno per Yuma) in virtù di quel Django unchained di Quentin Tarantino che ha sbancato i botteghini. Motivo di tanta longevità è la grandezza di un'epopea, quella americana, che pone gli uomini a confronto col destino armati solo di una pistola che è il prolungamento di sè stessi, del proprio coraggio e della propria arguzia, qualità che unite alla pervicacia fanno di Durango un osso duro per chiunque incroci la sua strada.
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