Recensione: Dampyr 116

Drammi dell'America anni '50
di Claudia Calvisi

DAMPYR 116
Autori: Mauro Boselli (testi), Luca Rossi (disegni), Enea Riboldi (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 2,70 €
Editore: Sergio Bonelli Editore

Intorno alle rovine della Grand Central School, nei pressi di Centralia, Illinois, un senso di solitudine e disturbata desolazione aleggia sulle abitazioni dei pochi e deviati abitanti e tra i loro rigogliosi campi di grano. Alan, un vagabondo dagli occhi azzurri, porta loro dei curiosi parafulmini intarsiati, per preservare le case dalla tempesta imminente: solo questi potranno proteggerli dalla Pioggia di demoni in arrivo.

La triste storia di Alan Milland ci coinvolge e ci commuove per più della metà dell'albo. E' quella di un ragazzino che, dopo il suicidio della madre alcolizzata, sembra destinato, nell'America degli anni '50, a finire la vita in una delle scuole-prigioni per ragazzi “difficili”, come la Central, dove dubbi esperimenti, violenze e lobotomizzazioni sono prassi consolidata. Alan però riesce a fuggire, portando con sé solo il suo carico di vendetta contro i sordidi inservienti e verso il direttore della scuola, il Professor Berle, che tanto assomiglia a un Mengele ripulito.

La sceneggiatura è ben costruita, con un finale forse un po' affrettato: Ann Jurging sgambetta in giro per le campagne seguendo le sue percezioni alla ricerca di indizi, mentre Harlan e Anyel restano nelle retrovie per poi arrivare praticamente alla fine. 

I disegni di Luca Rossi, assente da molto tempo, ripagano dell'attesa. Il senso di malvagità, ma anche di tristezza e di frustrazione dei personaggi e l'atmosfera malata dei luoghi sono resi palpabili dal suo tratto elegante e onirico, come solo lui sa essere.
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