Recensione: Conan il Barbaro 1

La rinascita di Conan
di Matteo Spadini

CONAN IL BARBARO 1
Autori: Jason Aaron e John C. Hocking (testi), Mahmud A. Asrar (disegni), Matthew Wilson (colori), Esad Ribic (copertina)
Formato: 48 pagine, colore, cartonato, 17x26, 3,50 €
Editore: Panini Comics

La Marvel riporta Conan in edicola, con storie inedite e a soli due mesi di distanza dagli USA, grazie a Panini. E la recensione potrebbe finire qui. Ma visto che ci siamo, cerchiamo di dare un senso a queste righe facendolo nel modo più distaccato possibile, come se quel barbaro della Cimmeria non ci piacesse neanche un po’. Prima di farlo, però, mettete su un qualsiasi brano dei Queen perché il momento è regale, solenne. Potrebbe andar bene una "Kind Of Magic" o un "Hammer to Fall", fate voi.

"La Maledizione della Strega Cremisi" è la prima parte di "Vita e Morte di Conan", la storia con cui Jason Aaron, che abbiamo scoperto essere un assiduo frequentatore di Conan, e Mahmud Asrar riportano in vita il Cimmero (in casa Marvel) dopo anni di pubblicazione di vario materiale più o meno riuscito, ma ben diverso dalla natura di questa nuova incarnazione.

Aaron sceglie di entrare in gioco con una forza visiva inaudita; la prima tavola ritrae un campo di battaglia, barbari che si uccidono a vicenda sullo sfondo, e davanti a noi una donna che ha appena partorito sulla terra fredda. La neve che si macchia di rosso.
Il futuro re di Aquilonia è appena venuto al mondo. Lo vediamo, anni dopo, seduto sul suo trono con qualcosa per la mente che non lo rasserena. Ed è la seconda splash page, dopo quella del parto, disegnata dal talentuoso Asrar. Segue una doppia splash page che porta la furia del barbaro in un’arena che è già colma di sangue.
In appena quattro tavole, Aaron ci ha raccontato le incredibili circostanze in cui è nato Conan, chi è diventato e chi è stato, nel mezzo, prima di fare le sue inevitabili scelte. Così si scrive un fumetto e così, probabilmente, si scrive un fumetto su Conan che è godibile per chi ha già letto le storie del barbaro scritto da suo padre, Robert Ervin Howard, ma anche per chi magari ha visto solo la sua versione cinematografica o neanche quella.
L’alternarsi dei momenti di vita del Barbaro proseguono anche più avanti, in un modo decisamente naturale, quando torna a manifestarsi una presenza infernale che il re credeva morta e sepolta. Non servirebbe appellarsi agli dei (non fatevi ingannare dagli assoli di Brian May), Conan lo sa. E la triste condizione in cui verserà il barbaro ci consegnerà nuovamente l’uomo indifeso, sulla fredda terra che ora sa più di morte che di vita.

E qui finisce la prima parte. A margine, dopo aver letto quel fastidioso “Continua...!” che ti ricorda che dovrai attendere circa due mesi per sapere davvero come continua, c’è una piacevole sorpresa; un racconto con il barbaro protagonista (anche questo non si conclude qui) di John C. Hocking, intitolato "La Stella Nera". Troppo breve per farci un’idea precisa sulla sua qualità ma l’impressione è certamente positiva. L’autore, che ha già scritto Conan in passato, sembra essere un narratore perfetto per le atmosfere howardiane. Le poche righe a nostra disposizione (non sono neanche tre pagine), riescono a donarci una discreta dose di avventura.

Per dovere di cronaca, infine, aggiungiamo che il primo numero di Conan il Barbaro è disponibile in più di una variant, e che questo mese la creatura di Howard è ospite in copertine davvero speciali (hanno quell’effetto luccicante che farà impazzire qualcuno di voi) di alcune delle testate Marvel.
A partire da aprile uscirà un altro spillato (sempre bimestrale), "La Spada Selvaggia di Conan", con all’interno storie inedite del barbaro firmate Gerry Duggan e Ron Garney. In pratica, se ciò vi può rincuorare, avremo un Conan in edicola ogni mese.

"Bel combattimento, Conan. Come vuoi incassare la tua vincita?"
"Al solito. Metà in oro. Metà in vino."
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