Recensione: La Commedia (sexy all'italiana) 1

Edwige Fenech e Gloria Guida, gran pezzi di... a fumetti!
di Enrico Martini

LA COMMEDIA (SEXY ALL'ITALIANA) 1
Autori: Giampaolo Mele, Giovanni Piccolo di Meglio, Andrea Errico e Tommaso Vitiello (idea e soggetto), Giovanni Piccolo di Meglio, Giampaolo Mele e Francesca Carotenuto (testi), Alessandro Miracolo, Michela Cacciatore e Paola Del Prete (disegni), Vincenzo Chirico (chine), Vincenzo Cucca e Ylenia Di Napoli (copertina e colori)
Formato: 36 pagine, b/n, spillato, 17x24, 3,90 €
Editore: Artsteady

Se c’è una cosa per cui eccellono le pubblicazioni del collettivo Artsteady è l’intuizione. Certo, ci sono scrittori e disegnatori notevoli nel gruppo, ma, da un certo punto di vista, quello che li fa spiccare nel panorama indie del fumetto è la capacità di stupire. 

Prendiamo un titolo a caso: 47 Deadman Talking. In un colpo solo, i ragazzi del gruppo sono riusciti a trovare un titolo che richiamasse immediatamente al tema che stavano trattando (gli zombie, ovviamente) tramite un’assonanza con il ben più famoso The Walking Dead, e, al contempo, a centrare un gioco di parole che ci catapulta nella napoletanità della storia, grazie sia al cabalistico "morto che parla" che al riferimento al titolo di un famoso film con Totò.

Questa introduzione per dire dire che quelli di Artstedy non sono gli ultimi arrivati e che di queste trovate ci hanno fatto la loro cifra stilistica. Non è un caso, quindi, se hanno avuto l’intuizione, ma anche l’ardire, di confrontarsi con uno dei capisaldi del cinema nostrano: la commedia sexy all’italiana.

Come da tradizione, quindi, hanno messo insieme un gruppo di storie che possano trattare con termini comici e divertiti degli argomenti che sono invece drammatici. Ma la loro intuizione, così come la loro follia, non si ferma qui: certo, nella Commedia non si lesinano le scene di nudo - senza ovviamente scadere nel volgare e nell’eccesso - sale di questo genere. La cosa sorprendente, però, è il gioco di scatole cinesi, per cui per in ogni storia si è finto di avere a disposizione degli attori che, come nel periodo felice del nostro cinema, si alternano e si susseguono in ruoli che inscenano i difetti di un popolo vittima delle istituzioni ecclesiastiche e che, attraverso la catarsi della risata, permette di confessare i propri sogni erotici: la suora peccatrice, la poliziotta sexy, la segretaria, la cameriera e via dicendo vengono a trovarsi, quindi, di fronte alla versione cartacea di volti che richiamano Lino Banfi, Renzo Montagnani o Alvaro Vitali nelle storie che li hanno resi famosi, ricreate e ripensate, tanto che potremmo immaginarle come trasposizioni cartacee dei film anni '70.

E poi ci sono loro, i ragazzi del gruppo, che diventano registi e scrittori cinematografici nei "titoli di testa", per continuare la finzione fin nella realtà.

Infine le storie: sono tre, di nove pagine ciascuna, richiamando anche qui gli stilemi del genere, che vedevano ne La liceale, il diavolo e l’acquasanta tre storie diverse riunite in un unico film.

La cura del volume non si ferma solo alla struttura, ma si vede anche nella pulizia e nella cura del tratto, in cui la ricerca di uniformità non fa pesare assolutamente l'alternarsi delle mani dietro la matita. Riguardo alle storie in sé, ci è piaciuta principalmente la terza, "La Chiapparelli fuori corso", di Paola Del Prete e Francesca Carotenuto, che ricalca più delle altre i modi e i tempi di quei film scanzonati.

I difetti? Alcuni errorini di stampa qua e là, come la mancanza dei nomi dei personaggi nelle schede finali, ma sono davvero piccolezze. Più ingombrante, a nostro parere è un altro elemento: nella volontà di restare attaccati alle pellicole anni '70, si è arrivati a far parlare uno dei personaggi, Francesco Lorusso, con l'inflessione forzatamente barese che ha reso celebre Lino Banfi ("cacachezzo" e "stronzolo", per capirsi) di cui il personaggio ha preso le fattezze. Non ci si è curati però di mantenere in tutte le storie questa particolarità e neanche durante la singola storia. Insomma, buono l'intento, ma crediamo che qui si rischi di superare il confine della citazione arrivando alla "clonazione", rendendo meno gradevole il risultato finale.

La commedia (sexy all'italiana) è quindi un prodotto davvero ottimo (a partire dalla cover di Vincenzo Cucca), che esce dall'orbita prettamente napoletana che ha caratterizzato altre produzioni di Artsteady, e che speriamo vedrà un seguito già al prossimo Lucca Comics & Games.
Da non perdere anche il "Calendario sexy" da scaricare dal blog di Artsteady!
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