Recensione: Il Vampiro di Benares

Vampiri e leggende
di Giuliano Scialpi

IL VAMPIRO DI BENARES
Autore: Georges Bess (testi, disegni e copertina)
Formato: 160 pagine, b/n, brossurato, 21x16, 4,90 €
Editore: Editoriale Cosmo

Georges Bess, sceneggiatore e disegnatore di questo volume, ci consegna un'opera completa che parla degli inesauribili temi della vita, della morte e dell'amore. Leggendo questo fumetto al lettore sembrerà di visitare l'India, grazie alla minuziosità dei particolari con cui vengono raffigurati i paesaggi e le architetture di quella che è considerata la città abitata più antica del mondo (risale a circa 4000 anni fa): Benares; in più la precisa descrizione delle abitudini religiose indù, che indica un approfondimento degno di nota, lo trasporterà fin sulle acque del sacro fiume Gange, rendendolo partecipe di tradizioni millenarie e portandolo a conoscenza di miti senza tempo, comuni a molte culture, che narrano di dei e demoni oppressori degli uomini da incolpare di tutti i mali che affliggono l'umanità. Nell'opera sono riconoscibili tre parti distinte, che si collegano fluidamente senza eccessivi cambi di ritmo grazie alla maestria dell'autore. Si parte con un reportage investigativo di chiaro stampo giallo, nel quale il protagonista Mircea si districa alla ricerca del suo mentore (nonché padre della sua fidanzata Anji), misteriosamente scomparso in seguito ad un attentato terroristico, incrociando l'ombra di uno spietato pluriomicida e di tantissimi assassinii irrisolti ed insabbiati dalle autorità per loschi giochi di potere. È qui che ammiriamo al meglio i templi che sorgono sulle rive del fiume con le vicine pire funerarie, i vicoli affollati della città e la varia umanità che la abita, i quali ci restituiscono mirabilmente l'atmosfera esotica di questo paese. Si prosegue con una parte in cui il soprannaturale, prima annidato nell'ombra, esce allo scoperto rivelando l'esistenza di una peculiare razza di vampiri molto lontana dall'immaginario gotico, ma che richiama i romanzi del miglior Stephen King (It ed Insomnia in primis). Spiccano qui le rappresentazioni del folle mondo oltre la realtà, dimora di questi esseri, che sembrano uscite da un quadro di Escher. Il tutto si conclude con un climax di azione nel quale una guerra ultraterrena viene combattuta in seguito all'inganno della nuova incarnazione di Mircea alla ricerca della salvezza per la sua amata ma ormai irraggiungibile Anji.

Un'opera intrisa di pessimismi che cerca di spiegare in maniera fantasiosa ed originale il male del mondo, ma che non pretende di convincere o di esaurire l'argomento, come si evince dal finale che lascia il fruitore libero di immaginare mille sviluppi e mille conclusioni all'eterna vicenda della vita.
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