tag:blogger.com,1999:blog-59288610910886499902024-03-06T01:20:25.388+01:00ComicsViewsFumetti in prospettivaBlack Lionhttp://www.blogger.com/profile/11010882977940377688noreply@blogger.comBlogger885125tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-56696048137148136592021-08-30T12:47:00.020+02:002021-08-30T15:56:07.703+02:00Recensione: Jazz Maynard 1<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgidUNU_cH3XoDsL0aR1XsmK1veC0pCFk5kPkM5OhF4_9S4-Ao3nJ5bl3R2o7hs14L3513OIjxZPuPQMlmCkPDfQ1rtNjBfEq7WeWTgOpdBg7ucVX05dxIHT2bUN3lxM6Uqob6jrIoU1jwf/s1312/Jazz-Maynard.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1312" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgidUNU_cH3XoDsL0aR1XsmK1veC0pCFk5kPkM5OhF4_9S4-Ao3nJ5bl3R2o7hs14L3513OIjxZPuPQMlmCkPDfQ1rtNjBfEq7WeWTgOpdBg7ucVX05dxIHT2bUN3lxM6Uqob6jrIoU1jwf/s320/Jazz-Maynard.jpg" width="244" /></a></div>Il musicista che non ti aspetti</span></b><br />
di <b>Alessandro Neri</b><br />
<b><br /></b>
<b>JAZZ MAYNARD 1</b></div>
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Autori: Raule (testi), Roger (disegni e colori)</div>
<div style="text-align: justify;">
Formato: 160 pagine, b/n, cartonato, 16x21, 5,90 €</div>
<div style="text-align: justify;">
Editore: Editoriale Cosmo</div>
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<br /></div>
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<i><b>Jazz Maynard</b></i>, un nome, un programma. Ti aspetti una storia all’insegna della musica, la copertina ti strizza l’occhio, pensi subito ad un trombettista in una bettola di New Orleans.<br />
<br /></div>
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E invece no, niente di tutto questo. Anzi, <i>nada</i>. O <i>res</i>, visto che siamo a Barcellona, più precisamente nel malfamato quartiere di El Raval e la musica accompagna soprattutto delle note che si fanno spesso sentire in queste stradine: quelle emesse dai pugni e i calci di Jazz Maynard e dai molti delinquenti che troverà sulla sua strada. L'arte più messa in pratica sarà, infatti, quella marziale dei mercenari al soldo della mafia.<br />
<br /></div>
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Jazz è effettivamente un grande musicista, ma, tornato a El Raval dopo 10 anni di assenza, dovrà rispolverare i suoi antichi talenti e allora scopriremo un mix tra James Bond, Arsène Lupin e il Bruce Willis che ci piaceva un tempo.<br />
<br /></div>
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Amore e sesso, delinquentelli e mafia, giustizia e vendetta, politica e corruzione: ecco di cosa parla questo action-thriller molto ritmato, veloce, pregno di adrenalina e ben illustrato attraverso un disegno semi-realista con un qualcosa tipico del manga arricchito da colori caldi e scuri (ma non apprezzabili in questo bonellide in bianco e nero).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tutto il merito va a due spagnoli, <b>Roger </b>e <b>Raule</b>, che hanno un percorso artistico comune: hanno frequentato la stessa scuola del fumetto e hanno realizzato alcune storie per fanzine e magazine manga iberici, per poi formare un sodalizio che li vede al lavoro su diversi fumetti erotici (tra cui <i>Penthouse Comix</i>) fino a farsi notare da Jean David Morvan (<i>Sillage</i>, <i>Wolverine: Saudade</i>) che farà la loro fortuna facendoli firmare per <b>Dargaud</b>, uno dei grandi editori della francofonia. Il risultato è <i>Jazz Maynard</i> (nome omaggio al jazzman Maynard Ferguson?), la loro prima grande opera, distribuita in molti Paesi riscontrando un bel successo. Che dopo questo progetto in tre volumi - che (dopo Edizioni BD una decina di anni fa) oggi qui ci presenta <b>Editoriale Cosmo</b> - ha convinto gli autori a realizzare un quarto albo one-shot, poi un dittico e, infine, un atto conclusivo. Speriamo che l'editore emiliano li riproponga tutti nel secondo numero e che intanto, se ancora non l’avete tra le mani, vi stiate per fiondare in edicola o in fumetteria con la stessa agilità del nuovo eroe catalano per recuperare questa prima sinfonia noir.</div>
ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-30208438041508160692021-06-18T11:27:00.003+02:002021-06-18T11:31:25.775+02:00Recensione: Matana 3<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSeJ103DiNMnG0BI1BXPnBVacScdf8BIJzeMY2wiDVY8pRXYBcbLD28t0U3GyTEf4Re6zJcU78TMA7VM_uwBT0KI3zvrIUE_vnYKjGXUzrK6uHQfKf0aQ-lN4D69na_-v4TB5MfpvcnhbO/s1000/matana-ortolani.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="692" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSeJ103DiNMnG0BI1BXPnBVacScdf8BIJzeMY2wiDVY8pRXYBcbLD28t0U3GyTEf4Re6zJcU78TMA7VM_uwBT0KI3zvrIUE_vnYKjGXUzrK6uHQfKf0aQ-lN4D69na_-v4TB5MfpvcnhbO/s320/matana-ortolani.jpg" /></a></div>Sotto la maschera di Matana...</span></b></div><div><div style="text-align: justify;">di <b>Umberto Rossolini</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>MATANA 3</b></div><div style="text-align: justify;">Autore: Leo Ortolani (testi e disegni)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 32 pagine, b/n, spillato, 18x26, 3 €</div><div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b><i>Matana </i></b>è il nuovo fumetto di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/leo%20ortolani" target="_blank">Leo Ortolani</a></b>. Nuovo, possiamo dire, anche per il genere ancora inesplorato dall’autore, quello western, ma allo stesso tempo classico in quanto mantiene lo stesso stile di <i><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/rat-man" target="_blank">Rat-Man</a></i>, opera che ha impegnato l’autore per quasi tre decenni, in un periodico che ha saputo divertirci come poche altre pubblicazioni sono riuscite a fare. Per quanto già dall’introduzione si dichiari che Leo voglia lasciarsi il passato alle spalle, in realtà in <i>Matana</i> vi è molto di quello che abbiamo già visto in precedenza dello stesso autore, e non è detto che questa sia una cosa negativa, anzi! Il protagonista, Matana, è praticamente un alter ego del famoso ratto nato nel 1989.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La satira ruota spesso intorno a quei temi tanto discussi nel mondo di oggi, come razzismo e identità di genere. Il tutto senza mai dimenticare la parodia dei film western e spaghetti western in particolare (da <i>Django</i> ai film di Leone), con i loro personaggi spesso taciturni e ombrosi, le numerose frasi non dette e i mille momenti topici, sempre smorzati da Leo con freddure nonsense. Insomma, come potrete già intuire, il fumetto è, dall'inizio alla fine, pieno zeppo di battute.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">La storia però ha una direzione ben precisa: la cattura di <b>El Muerto</b>, il grande cattivone, da parte di Matana e il suo gruppo. In questo numero si richiede anche l’aiuto di <b>Don Alejandro</b>, uno strano personaggio a dir poco inquietante. Ogni singolo albo mostra il proseguo di questa vicenda e nonostante questo terzo numero si presenti come di transizione, con pochi personaggi presentati ed interamente ambientato all’interno della dimora di Don Alejandro, Ortolani ci lascia in sospeso con un colpo di scena finale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma è Rat-Man il vero protagonista del racconto. Pardon, Matana! Ma forse, chissà, è proprio l'Uomo-Topo che ha cambiato nome... O forse no! Questa ambiguità rappresenta uno dei punti di forza dell’autore, che trova un’ennesima conferma con questa storia decisamente piacevole alla lettura.</div></div></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-2095470306023312782021-06-15T08:14:00.001+02:002021-06-15T09:13:25.354+02:00Recensione: Tex 728<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKpAwFfPegNVM20gNv9-M_xOGhKOvinvnkBCB0qYGTQ9iJ-PkRslR51WP25yVQAnYbqkPQBRwMqRDfoTtt3jcMTII3NxikxTfUMFm9jLxH1Aer8H6K2km1Luy08qO3kotOUeYJ57vb-es/s1319/tex_728.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1319" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKpAwFfPegNVM20gNv9-M_xOGhKOvinvnkBCB0qYGTQ9iJ-PkRslR51WP25yVQAnYbqkPQBRwMqRDfoTtt3jcMTII3NxikxTfUMFm9jLxH1Aer8H6K2km1Luy08qO3kotOUeYJ57vb-es/s320/tex_728.png" /></a></div>Un inatteso ritorno</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Moreno Salsi</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>TEX 728</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Mauro Boselli e Carlo Monni (testi), Mauro Laurenti (disegni), Claudio Villa (copertina)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 112 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 4,40 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Sergio Bonelli Editore</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prima parte di questa nuova avventura Texiana in cui fa il suo ritorno un personaggio apparso sul mensile addirittura più di quaranta anni fa, ovvero <b>Manuela Montoya</b>.</div><div style="text-align: justify;">I personaggi femminili, se ben caratterizzati e con un carattere forte, sono sempre interessanti (si prenda ad esempio il ritorno di Lupe Velasco: <i>Tex</i> <a href="https://www.comicsviews.it/2017/08/recensione-tex-682.html" target="_blank">682</a>/<a href="https://www.comicsviews.it/2017/09/recensione-tex-683.html" target="_blank">683</a>). Manuela Montoya però non è una bandita o un’avventuriera, ma una giovane e ricca ereditiera in cerca d’aiuto. Ha carattere, ma modi altezzosi e risulta velatamente manipolatrice.</div><div style="text-align: justify;">A soccorrerla sarà proprio <b>Kit Willer</b> (sul quale è incentrato gran parte dell’episodio), che già ne era stato attratto in passato, e che attraverso i dialoghi con la ragazza chiarirà ai lettori più giovani come erano andati i fatti al loro primo incontro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non è un numero colmo di azione, anzi si ha la sensazione che certe scene si dilunghino più del necessario e che la parte collaterale della storia che vede invece impegnati <b>Tex</b> e <b>Carson</b>, sulle tracce di tre banditi, sia purtroppo confusionaria e superflua.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, i presagi sono buoni e molte questioni devono ancora risolversi; l’augurio migliore è che la storia si riprenda nella seconda metà ("Rapina a Nogales" in edicola il mese prossimo), quando vedremo ricongiungersi i pards e finalmente si saprà cosa cerca esattamente Manuela Montoya dal giovane Kit Willer.</div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-2973949481582871922021-06-14T07:47:00.000+02:002021-06-14T07:47:27.265+02:00Recensione: Julia 273<b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheuyMsFtWV5KPCIDecbwJUQanCbjCkJyMT2034SGALHzCEqPnRDgGQXBBG_hOZdYwTiBC7aZS8n5zHRpBaDf7BdAhMDGgzywv4sdHwh-0Bt9TAT5I-sBgVgReijy80DXeVFhUg1u6l-4n9/s1319/julia_273.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1319" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheuyMsFtWV5KPCIDecbwJUQanCbjCkJyMT2034SGALHzCEqPnRDgGQXBBG_hOZdYwTiBC7aZS8n5zHRpBaDf7BdAhMDGgzywv4sdHwh-0Bt9TAT5I-sBgVgReijy80DXeVFhUg1u6l-4n9/s320/julia_273.png" /></a></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Myrna desnuda</span></b></div></span></b><div><div style="text-align: justify;">di <b>Moreno Salsi</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>JULIA 273</b></div><div><div style="text-align: justify;">Autori: Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero (testi), Steve Boraley (disegni), Cristiano Spadoni (copertina)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 116 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 4,50 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Sergio Bonelli Editore</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b>Myrna</b>, la terribile nemesi di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/julia" target="_blank">Julia Kendall</a></b>, ricompare sulle pagine del mensile di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/giancarlo%20berardi" target="_blank">Berardi</a></b> in una veste insolita: al momento è la badante di un anziano e se ne sta prendendo cura veramente!
Il mondo di Julia è anche il nostro, perciò vediamo nella trasposizione grafica a cura di <b>Boraley </b>mascherine, barriere in plexiglass, distanziamento e quanto altro ormai è diventato quotidianità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Julia è inquieta, divorata da molti dubbi personali legati al rapporto a distanza con <b>Ettore</b> e al doversi prendere cura della nonna sola e malata. Le comparse dei soliti comprimari non influiscono particolarmente sulla vicenda; il centro del mensile è Myrna Harrod: lei, i suoi stratagemmi, le sue visioni, l’eterno conflitto interiore e l’eterno desiderio verso Julia. Il personaggio è magnetico, sensuale e imprevedibile, capace di tutto, proprio per questo ogni sequenza che la ritrae tiene con il fiato sospeso. Sappiamo che è una killer spietata e forse la sorpresa sta proprio nello scoprire se risparmierà le persone che le daranno fiducia e saranno a portata del suo coltello.</div><div style="text-align: justify;">In questo caso, prendendosi cura di un anziano allettato e ricoverato d’urgenza scopriremo sfaccettature del suo carattere inaspettatamente umane e docili, forse l’ultimo barlume di ciò che avrebbe potuto essere se avesse avuto una vita normale.</div><div style="text-align: justify;">Addio Myrna, finché non tornerai.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il fumetto di Berardi per i temi che tratta può permettersi più volte di scostare il velo del pudore e della censura che spesso caratterizza i fumetti <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/sergio%20bonelli%20editore" target="_blank">Bonelli</a></b> e mostrare scene più esplicite del solito, scelta che sicuramente appaga la curiosità dei lettori che si trovano tra le mani un prodotto che in genere consideriamo più “maturo” e che non è affatto quella lettura leggera che si è erroneamente portati a considerare.</div><div style="text-align: justify;">In questo episodio c’è spazio per una chiara critica al sistema medico americano e forse purtroppo internazionale in merito all’emergenza <a href="https://www.comicsviews.it/search/label/coronavirus" target="_blank">covid-19</a>, ma è un argomento troppo delicato e complesso per essere trattato in queste righe che hanno ben altro compito.</div></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-56829439308387262712021-05-31T10:16:00.001+02:002021-05-31T10:18:22.924+02:00Recensione: Superman: Stagioni<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7OLmSITozfVWWxS1vyyjdigU-gTqTjtrfKSVjtanENMyDG2eptJgSN_xb2EysU7XL_fJRl0OI2KGkN3A3uNv6dh-GULLAiMJbsOE7MyfGuxoXbi9-u9u0NhAzprnXHMMW-b1alFHoAWw/s995/superman-stagioni.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="995" data-original-width="662" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7OLmSITozfVWWxS1vyyjdigU-gTqTjtrfKSVjtanENMyDG2eptJgSN_xb2EysU7XL_fJRl0OI2KGkN3A3uNv6dh-GULLAiMJbsOE7MyfGuxoXbi9-u9u0NhAzprnXHMMW-b1alFHoAWw/s320/superman-stagioni.jpg" /></a></div>Un superuomo per tutte le stagioni</span></b></div><div><div style="text-align: justify;">di <b>Giuliano Scialpi</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b>SUPERMAN: STAGIONI</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Jeph Loeb (testi), Tim Sale (disegni), Bjarne Hansen (colori)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 224 pagine, colore, cartonato, formato 17x26, 26 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un piccolo capolavoro firmato <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/jeph%20loeb" target="_blank">Jeph Loeb</a></b> e <b>Tim Sale</b> rivela l'umanità dell'alieno più famoso del mondo dei baloon: <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/superman" target="_blank">Superman</a></b>!</div><div style="text-align: justify;">Dopo l'inesplicabile e fallimentare esperienza di Planeta DeAgostini e RW Lion nel pubblicare le storie della blasonata <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/DC%20comics" target="_blank">DC Comics</a></b>, ecco subentrata già da un anno la <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/panini%20comics" target="_blank">Panini Comics</a></b> a proporre personaggi e racconti di una delle due storiche case editrici americane. Quindi finalmente si vedono arrivare puntuali nelle fumetterie di tutta Italia sia preziosi volumi brossurati e cartonati, che raccolgono storie autoconclusive, sia serie regolari nel classico formato spillato di Batman, JLA e co. In questa ampia offerta spicca una perla imperdibile per tutti i fan di Superman: <i><b>Stagioni</b></i>, firmato dai giganti Jeph Loeb (testi) e Tim Sale (disegni) con i colori di <b>Bjarne Hansen</b> ad impreziosire il tutto. Le tavole color seppia ad inizio volume ci inoltrano immediatamente in quella che sarà l'atmosfera intimista, malinconica e "vintage" dei quattro racconti dedicati a primavera, estate, autunno ed inverno. Questi si collegano tra loro a simboleggiare non soltanto le parabole ascendenti e discendenti tipiche di ogni vicenda umana, ma, in un finale di speranza, anche l'eterno ritorno del tutto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La scelta stilistica di accompagnare gli avvenimenti narrati con le didascalie delle riflessioni di <b>Jonathan "Pa" Kent</b>, <b>Lois Lane</b>, <b>Lex Luthor</b> e <b>Lana Lang</b>, è quella adatta a delineare le avventure quotidiane di un personaggio mai così lontano dallo stereotipo dell'invincibile uomo d'acciaio. Si comincia con l'infanzia e l'adolescenza di <b>Clark Kent</b> nella cittadina di Smallville, circondato dagli affetti di genitori ed amici e dall'ambiente semplice della realtà contadina, tra la scoperta dei propri poteri e la nascente consapevolezza del richiamo alla grandezza ed alle responsabilità verso i bisognosi di aiuto (come non rievocare la frase che segna la nascita del concorrente Spiderman "da grandi poteri derivano grandi responsabilità").</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si continua con la maturità di un "uomo" che si assume il peso delle proprie scelte fino in fondo, ma che ha anche un attimo di sbandamento quando cerca di sottrarvisi e scopre che ormai non si torna più indietro. In autunno lo scontro col suo antagonista di sempre Lex Luthor (le cui velenose elucubrazioni infarcite di invidia e superbia dettagliano gli eventi) raggiunge il suo apice quando, per salvare la città, il kryptoniano sacrifica inconsapevolmente una sua aiutante, ed è costretto pertanto a fare i conti con la scoperta di non essere onnipotente o infallibile. Infine arriva l'inverno, che in realtà si rivela un nuovo inizio. La fiducia dei suoi cari, la riscoperta delle proprie radici da cui trarre nuova forza, gli consentono di affrontare le sfide del domani.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Disegni volutamente retrò, lontani anni luce dall'attuale realismo ipertrofico di supereroi tutto muscoli, e colori pastello semplici ed armoniosi, rendono indimenticabili quelle che si possono definire "favole moderne" e, in quanto tali, eterne.</div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-32168360924617527112021-03-23T08:36:00.001+01:002021-03-23T08:36:18.111+01:00Recensione: DMZ 1<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsTHzr0lgV7pETMauOrwEdqWoD8_4VdfSSRdqaW2oG-ft9QioHz0Em-cCpMb74uHXTCYO0SkEZ81XI4pd0c8a0ZEnJGTeNobh19l9b7fi9yfkYN_MFepuV7Owa_iBMR9o5WkFPm5c4f5wr/s1000/dmz-wood-burchielli.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="654" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsTHzr0lgV7pETMauOrwEdqWoD8_4VdfSSRdqaW2oG-ft9QioHz0Em-cCpMb74uHXTCYO0SkEZ81XI4pd0c8a0ZEnJGTeNobh19l9b7fi9yfkYN_MFepuV7Owa_iBMR9o5WkFPm5c4f5wr/s320/dmz-wood-burchielli.jpg" /></a></div>La Seconda Guerra Civile Americana è bellissima!</span></b></div>
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di <b>Alessandro Neri</b></div>
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<b>DMZ 1</b></div>
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Autori: Brian Wood (testi e disegni), Roberto Burchielli (disegni), Jeromy Cox (colori)</div>
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Formato: 128 pagine, colore, brossurato, 17x26, 13 €</div>
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Editore: Panini Comics</div>
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A furia di occuparsi della politica di altri Paesi e di sottovalutare le tensioni interne, il Governo USA ha perso il controllo del proprio territorio ed è scoppiata la Seconda Guerra Civile Americana. Manhattan, la <b>DMZ</b> (Demilitarized Zone), è in mezzo ai due fuochi. Una troupe televisiva atterra sull'isola, ma l'elicottero viene abbattuto e sopravvive solo un giovane fotografo (un po' alla Jimmy Olsen). Da qui cominciano le tribolazioni del ragazzo, da una parte per la più basilare sopravvivenza, dall'altra per cercare di fare il suo lavoro di reporter.</div>
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L'eclettico <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/brian%20wood" target="_blank">Brian Wood</a></b>, già designer di videogame come <i>GTA </i>e <i>Max Payne</i> e scrittore di <i>Channel Zero</i>, ci confeziona questa bella storia apocalittica, che non può non farci pensare a <i>1997: Fuga da New York</i>, <i><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/batman" target="_blank">Batman</a>: No Man's Land</i>, <i>Io sono Leggenda</i>... Purtroppo può facilmente fare anche riferimento agli attentati dell'11 Settembre, alla guerra in Iraq, quella in Yugoslavia e a cento altre tragedie in giro per il mondo, tutte recenti o ancora in corso. Lo sceneggiatore è di una bravura strepitosa e, con la calma di cui ha bisogno, ci mostra l'adattamento dei sopravvissuti. Wood mette le mani anche su qualche tavola e le cover, ma il grosso del lavoro è ovviamente fatto da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/riccardo%20burchielli" target="_blank">Roberto "ricxx" Burchielli</a></b> (<i><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/john%20doe" target="_blank">John Doe</a></i>, <i>Garrett, Northlanders</i>), che si conferma un maestro del dettaglio e dell'inchiostratura: alcune tavole sono dei veri capolavori. C'è sicuramente una grande ricerca iconografica dietro: tutte le immagini ci richiamano tristemente alla mente le torri abbattute di Ground Zero. Al tempo della prima pubblicazione di DMZ (nel 2006), l'artista toscano ha sul curriculum poco più di tre albi di una serie italiana, ma, catapultato nel grande comicdom, non si fa di certo trovare impreparato.</div>
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E proprio grazie al fatto che Burchielli non sacrifica nulla della sua arte per adattarla al comic-book, ma anzi, viene da questo messa in valore, abbiamo tra le mani un fumetto che farà contenti gli appassionati di comics di ogni nazionalità. Una serie che non lascia indifferenti, agli antipodi da altre più standardizzate, formattate, con belle ragazze, macchine, mostri ed esplosioni. Un fumetto forte e interessante, molto politico nella forma, molto solido nella sostanza, che <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/panini%20comics" target="_blank">Panini</a></b> fa bene a riproporre per nuovi lettori.</div>
ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-2005577978993840512021-03-16T10:24:00.003+01:002021-03-16T10:25:30.425+01:00Recensione: PaperDante<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE6EQW_PGT5OaIOBtuo0HMQovnrZcrEVttf5vqrKPrnkep2ejKcU0qmNCu6nhP1q-Ricfj66moUrb1qp7fl7CxtiRFeCCadVHD4h-XJeb9WEzanLA_yDv9wHvimrDcku041t1GNeNkMAsk/s2048/PaperDante.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1602" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE6EQW_PGT5OaIOBtuo0HMQovnrZcrEVttf5vqrKPrnkep2ejKcU0qmNCu6nhP1q-Ricfj66moUrb1qp7fl7CxtiRFeCCadVHD4h-XJeb9WEzanLA_yDv9wHvimrDcku041t1GNeNkMAsk/s320/PaperDante.jpg" /></a></div>Disney omaggia nuovamente Dante</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Michele Miglionico</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>PAPERDANTE</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Augusto Macchetto, Guido Martina, Massimo Marconi e Giulio Chierchini (testi), Giada Perissinotto, Angelo Bioletto e Giulio Chierchini (disegni), Andrea Cagol (colori)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 192 pagine, colore, cartonato, 17x24, 12 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Giunti Editore</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le iniziative per il 700° anniversario di <b>Dante Alighieri</b> sbocciano come funghi in Italia e il mondo del fumetto non ne è immune. La <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/disney" target="_blank">Disney</a> </b>avrebbe potuto adagiarsi sull'abituale, mera ristampa di note storie di topi e paperi ispirate alle opere del poeta. Invece dietro il tradizionale tipo <b><i>PaperDante</i></b> c'è di più. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La <b>Giunti Editore</b> e la sua linea Disney Libri puntano a fare il salto di qualità. Esistono esperimenti già fatti in passato, con romanzi brevi illustrati con protagonisti Topolino o altri amici, ma potrebbe essere la prima volta di un prodotto mainstream in cui la parte del leone del volume la fa una storia scritta in prosa, corredata da illustrazioni. Lo scrittore è lo storico sceneggiatore <b>Augusto Macchetto</b>, che trova la chiave di volta per narrare Dante immaginando un episodio della sua infanzia che abbia influito, decenni dopo, sulla stesura della Commedia. Non è il poeta in fattezze umane, s'intende, è interpretato dal giovane <b>Paperino</b>. O, per essere più esatti, PaperDante! Fortunatamente, smette subito il prefisso per rimanere Dante, o addirittura "Durante" come lo chiama lo <b>zio Alighiero</b> (ovvero <b>zio Paperone</b>). Il racconto calza bene nell'ambientazione storica, soprattutto nel prologo ambientato a Firenze, e riecheggia in modo delicato i temi danteschi noti al grande pubblico, come la "selva oscura" o Beatrice. Lirico al punto giusto nella parte in prosa, è inframmezzato da terzine che richiamano tanto l'opera magna dell'autore quanto le parodie ospitate nelle pagine successive, pur non arrivando ai fasti di Martina e Marconi (di cui parliamo dopo), e da suggestive illustrazioni. Azzeccato l'affidamento di queste ultime a <b>Giada Perissinotto</b>: con il suo contributo al filone di Paperino Paperotto, ha dimostrato quanto si trovi a suo agio nel rappresentare i personaggi-bambini e il loro mondo. E non è quindi un caso se PaperDante ha qualcosa del Paperotto: la sua fantasia sfrenata e la sua pulsione a cacciarsi dei guai. Il suo oufit è ispirato all'iconografia dello stesso Dante Alighieri e può risultare stonato che un bambino vada in giro vestito così, eppure l'effetto finale incute tenerezza - e, incidentalmente, rispecchia il character design di Topolino nei panni danteschi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Rimanendo sul comparto grafico, possiamo dire che è uno di quei casi in cui il merito finale del risultato va al cinquanta per cento al colorista - figura di solito ingiustamente oscurata-, in questo caso <b>Andrea Cagol</b>, che firma un lavoro d'autore. Dulcis in fondo, tutta l'impaginazione e la strutturazione del volume conferiscono un azzeccato effetto da "storia della letteratura".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nella seconda parte del volume, introdotte da altri redazionali, abbiamo le (ennesime, in senso positivo) ristampe de "<b>L'inferno di Topolino</b>" di <b>Guido Martina</b> e <b>Angelo Bioletto</b>, e "<b>L'inferno di Paperino</b>" di <b>Giulio Chierchini</b> e <b>Massimo Marconi</b>. È ancora un controverso privilegio poterne leggere queste storie audaci e politicamente scorrette. Il Professore Martina infuse tutta la sua cultura e la sua irriverenza in quelle tavole, in cui vediamo una macedonia di personaggi Disney come non siamo abituati a vedere dai tempi della serie animata <i>House of Mouse</i> e da decenni sulle pagine di <i><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/disney" target="_blank">Topolino</a></i>. Chierchini imboccò tutt'altra strada per smarcarsi dall'ingrato confronto, con una denuncia sociale dei mali dell'inquinamento e della società moderna in generale affidata ad un'allucinazione di Paperino in cui viene accompagnato da Archimede in un inferno popolato da inquinatori e burocrati. Che cosa si può dire ancora di classici di questa portata? Vanno letti foss'anche solo per il loro valore storico.</div><div style="text-align: justify;">Peccato si sia persa l'occasione di ristampare in versione integrale e incensurata l'opera di Martina e Bioletto come pubblicata a puntate sui primi storici numeri di Topolino.
</div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-84801732946549105842021-03-08T08:19:00.003+01:002021-05-17T18:54:19.045+02:00Recensione: Samuel Stern 16<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJBXvdQUk06nMpTAy9nzXvHI4ZuhpfHfGFYbRNRlCCnn6D2XSvGbZ_hKyqyt4jVffc-_nWwsBCIqJH5WT8LC_dC-sVeRoZE-lqZHsXWUJzUSuGbwRoSJApMeWLz6T1x9NbhFcjyjLRMT89/s738/samuel-stern-16.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="738" data-original-width="560" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJBXvdQUk06nMpTAy9nzXvHI4ZuhpfHfGFYbRNRlCCnn6D2XSvGbZ_hKyqyt4jVffc-_nWwsBCIqJH5WT8LC_dC-sVeRoZE-lqZHsXWUJzUSuGbwRoSJApMeWLz6T1x9NbhFcjyjLRMT89/s320/samuel-stern-16.png" /></a></div>Un albo da anniversario</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Michele Miglionico</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>SAMUEL STERN 16</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Francesco Vacca (testi), Luigi Formisano (disegni), Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo, Emiliano Tanzillo (copertina)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 96 pagine, b/n, brossurato, 16x21, 3,50 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Bugs Comics
</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Questo è il genere di storia che ci si aspetta riservato alle penne dei creatori di una serie, o a un albo-anniversario o a cifra tonda. Invece è un "banale" numero 16 a svelare un tassello importante del passato del protagonista della testata e a mettere un primo punto sulla sua neonata continuity, e tutto ciò è affidato ad uno sceneggiatore della scuderia. <b>Francesco Vacca</b> già nel numero scorso (per il quale <a href="https://www.comicsviews.it/2021/01/intervista-francesco-vacca.html" target="_blank">lo avevamo intervistato su ComicsViews</a>) aveva introdotto un nuovo genere di avversario per <b>Samuel Stern</b> e un potenziale villain ricorrente; stavolta imbastisce un processo kafkiano - come ammette l'eroe stesso nell'avventura - che rappresenta la cornice narrativa per esplorare i sensi di colpa dell'esorcista e, al contempo, parte delle sue origini, la sua personale "distruzione di Krypton" o "morte dello zio Ben" per fare un parallelo bipartisan con noti supereroi statunitensi. L'influenza dei comics riecheggia in alcuni passaggi, non solo estetici (come non pensare al Due Facce di Batman), ma anche nelle scelte editoriali: per celebrare l'evento, l'albo è proposto in doppio formato, con la black cover in tiratura limitata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Pur dopo decenni di serialità, non è mai banale dedicare un episodio alle conseguenze pratiche o psicologiche delle azioni degli eroi, che spesso e volentieri sono al limite della legalità e dell'etica, per quanto cariche delle migliori intenzioni. Potrebbe essere presto per Samuel Stern, ma data la precarietà del mercato italiano meglio farlo finché si è in tempo, e quindi si parte con il richiamo di eventi e personaggi risalenti sino al primo numero - da cui, tra l'altro, proviene anche il disegnatore <b>Luigi Formisano</b> (erroneamente accreditato nel colophon), a riprova dell'importanza pivotale della storia.</div><div style="text-align: justify;">Senza scivolare nello spoiler, sarebbe stato altrettanto interessante sfruttare l'idea di base dal punto di vista strettamente legale, perché il conflitto tra l'eroe e le forze dell'ordine non manca mai di fornire spunti interessanti, ma possiamo accontentarci di un buon vecchio psicodramma esistenziale. Tra la solida scrittura di Vacca, gli evocativi disegni di Formisano e il significativo innesto nella mitologia del personaggio, volenti o nolenti "<b>Il processo Stern</b>" è un acquisto obbligato per i lettori della serie e un acquisto papabile per i collezionisti.</div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-64990225637434381372021-03-06T08:01:00.007+01:002021-05-17T18:54:12.974+02:00Recensione: H.P. Lovecraft - I gatti di Ulthar e altri racconti<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkOrdUJ_DhpFEgLFnOqjB7fxAB7PRH6Dp87ZtcUG_EuOHLxOLV52fPAXGj1A-NFmwnlvqkBZIK8spC8O6-NLCVhZD1ZiZE4BP7BQaf-YMaAHlfDL9qsmHtZcj-M6maO0C48h-hWhHCCsBb/s1408/i-gatti-di-ulthar.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1408" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkOrdUJ_DhpFEgLFnOqjB7fxAB7PRH6Dp87ZtcUG_EuOHLxOLV52fPAXGj1A-NFmwnlvqkBZIK8spC8O6-NLCVhZD1ZiZE4BP7BQaf-YMaAHlfDL9qsmHtZcj-M6maO0C48h-hWhHCCsBb/s320/i-gatti-di-ulthar.jpg" /></a></div>Sulle tracce di Lovecraft con Giuseppe Congedo</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Matteo Spadini</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div><b>H.P. LOVECRAFT - I GATTI DI ULTHAR E ALTRI RACCONTI</b></div></div><div style="text-align: justify;"><div>Autori: Giuseppe Congedo (testi), Antonio Montano (disegni), Nino Cammarata (copertina)</div><div>Formato: 80 pagine, colore, cartonato, 21x30, 16,90 €</div><div>Editore: Edizioni NPE</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il solitario di Providence, come si è soliti definirlo, ci ha lasciato un’ampia e variegata produzione che ci angoscia ancora oggi e crea un forte distacco dalla realtà; un mucchio di inquietudini e di orrori innominabili, incubi sepolti e creature di altri mondi. All’universo di <b>H.P. Lovecraft</b>, in particolare al famoso Ciclo di Cthulhu, si sono ispirate decine di opere letterarie e non solo. Non possiamo non citare i brani "The Call of Ktulu" e "The Thing That Should Not Be" dei Metallica, oppure il disturbante <i>Neonomicon</i> di Alan Moore e Jacen Burrows. Numerose anche le trasposizioni a fumetti di alcune delle sue visioni, come <i>I Miti di Cthulhu</i> di Esteban Maroto, impressionante incarnazione della poetica di Lovecraft, e alcune pubblicazioni dell’italiana <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/nicola%20pesce%20editore" target="_blank">NPE</a></b>, editore che sembra nutrire un particolare affetto per lo scrittore di Providence; l’ultimo in ordine temporale, infatti, si intitola <b><i>I Gatti di Ulthar e altri racconti</i></b>, ed è firmato da Giuseppe Congedo e Antonio Montano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I quattro "episodi" contenuti nel volume, nascosti dall’evocativa copertina di <b>Nino Cammarata</b> (già disegnatore di <i><a href="https://www.comicsviews.it/2020/04/recensione-hp-lovecraft-la-tomba.html" target="_blank">H.P. Lovecraft - La Tomba</a></i>), sono precedenti all’arrivo dell’iconica creatura tentacolata e ci mostrano, fin dove possibile, alcuni orrori descritti in origine da Lovecraft. Ad aprire le danze è "Il Terribile Vecchio", un misterioso affresco portuale in cui il sapore del mare di Kingsport si mischia ad antiche diavolerie orientali. A seguire, la title track del volume, "I Gatti di Ulthar": con una trama leggermente più fitta della precedente, è una storia in cui arriva lo straniero di turno a spezzare gli equilibri interni che erano già decisamente precari. La presenza del gatto, oltre a richiamare alla perfezione una forte vicinanza dell’autore verso l’animale, ci riporta alla mente uno dei più famosi racconti di Edgar Allan Poe, soprattutto grazie alla citazione contenuta nella prima vignetta. "L’estraneo", forse il più riuscito dei quattro, celebra il lato più triste e oscuro della natura umana. "Il segugio", ultimo tassello dell’incubo, ci ricorda quanto sia stupida l’idea di profanare una tomba e disturbare ciò che riposa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Giuseppe Congedo</b>, con il supporto di <b>Antonio Montano</b>, mette insieme un’opera appagante sia per la mente che per la vista. La poetica di Lovecraft, legata molto all’immaginazione personale del lettore, prende vita nella forma caratteristica di entrambi gli autori e, allo stesso tempo, è riconoscibile da chiunque abbia un minimo di confidenza con il solitario di Providence. La scelta delle quattro storie si rivela vincente. I temi trattati sono diversi ma c’è un filo conduttore che lega le vicende e rende il tutto omogeneo, cioè l’espressione narrativa di Congedo: chiara, pulita e consapevole del mezzo che si sta utilizzando.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I disegni di Montano (insieme all’uso di pochi colori) sono accattivanti e donano un taglio moderno a delle storie pregne di antichità. Pur trattandosi di un fumetto horror, già al primo impatto si ha la sensazione di avere a che fare con una storia quasi noir per lo stile delle tavole. Detta così potrebbe sembrare un difetto ma in realtà è un punto a favore perché, in questo modo, l’opera non è "relegata" ad un solo filone e gode di maggior respiro, tanto da poter essere appetibile anche a chi mastica poco horror.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A completare il volume, un’interessante appendice curata da Congedo che fa luce su alcuni retroscena riguardanti i quattro racconti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><b><span style="font-size: medium;">PASSIONE LOVECRAFT</span></b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Misurarsi con Lovecraft non è semplice. Non lo è nella sua lettura, figuriamoci in un adattamento dei suoi racconti per delle storie a fumetti. Giuseppe Congedo l’ha fatto e ci è sembrata una buona occasione per chiedergli qualcosa di più, non solo sul solitario di Providence.</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf0dcJo8173eZKf52tqdziwvePdULX-3gYuM324GhFZfxQ7O3atcfM4xJ1gxm7cwX2DiXVrAC2PEuMOVAkTSy0b23B9tJzahkowp7V23wFeEzSfdtTcDJnst5qjMb2mcKX588aQ_ZpSbfz/s750/giuseppe-congedo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="750" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf0dcJo8173eZKf52tqdziwvePdULX-3gYuM324GhFZfxQ7O3atcfM4xJ1gxm7cwX2DiXVrAC2PEuMOVAkTSy0b23B9tJzahkowp7V23wFeEzSfdtTcDJnst5qjMb2mcKX588aQ_ZpSbfz/w200-h200/giuseppe-congedo.jpg" width="200" /></a></div>Giuseppe, come (e quando) è nata la tua passione per Lovecraft?</b></div><div style="text-align: justify;">La mia passione per Lovecraft arriva da lontano, esattamente come la mia passione per il genere Horror. Durante l’adolescenza ho iniziato a divorare libri su libri di vari autori del genere e, ovviamente, non potevo saltare il Solitario di Providence. È stato amore a prima lettura. Un amore che si è protratto nel tempo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>L’alchimia fra sceneggiatore e disegnatore</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Quando le cose funzionano, tra le due parti, si vede. Il difficile (e il bello) di un lavoro comune è far procedere all’unisono parole e disegni. Il risultato del volume è notevole.</b></div><div style="text-align: justify;"><b>Raccontaci della tua collaborazione con Antonio Montano. Eravate subito sulla stessa lunghezza d’onda o c’è stato bisogno di un po’ di rodaggio?</b></div><div style="text-align: justify;">Con Antonio ci siamo trovati bene da subito. Non c’è stato nessun intoppo durante il percorso. È un artista di grande talento e professionalità. Quando queste due caratteristiche coesistono, il lavoro diventa decisamente più scorrevole.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Colonna sonora</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>L’immaginario creato da Lovecraft è terrificante quanto affascinante. Prima si parlava di musica; sei stato accompagnato da alcuni brani in particolare durante la scrittura delle storie di Lovecraft? E, più in generale, che ruolo ha per te la musica nella fase creativa?</b></div><div style="text-align: justify;">La musica ha un ruolo fondamentale in qualsiasi fase della mia vita. I brani che ascolto mentre scrivo possono variare notevolmente a seconda della natura del testo o, semplicemente, dell’umore che mi accompagna in quel determinato momento. Quando scrivo storie di genere Horror tendo ad andare sul pesante: Metallica, Tool, Alice in Chains, Nirvana. Ma se la temperatura della storia lo richiede posso anche optare, ad esempio, per della rilassante musica di pianoforte. È lo stesso metodo che ho adottato anche per la scrittura di questo volume.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Presente</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Focalizzare le proprie energie su ciò che si è deciso di fare, in un momento di vita che sta logorando il nostro presente.
Hai qualche metodo in particolare per isolarti e portare avanti il tuo lavoro?</b></div><div style="text-align: justify;">Il mio lavoro si sposa bene con l’isolamento. A me basta una stanza tutta per me dove poter scrivere in pace. Sono un solitario di natura ma devo ammettere che, a causa della situazione drammatica in cui stiamo vivendo, sento sempre più la necessità di una normalità fatta di contatti e confusione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Passato</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Cosa ti ha portato fino a qui? Di cosa ti sei cibato e a cosa ti sei ispirato (oltre a Lovecraft)?</b></div><div style="text-align: justify;"><div>La cosa che più mi ha consentito di arrivare fino a qui è il mio smodato amore per la lettura e per l’Arte in generale. Sono un assiduo ed onnivoro consumatore di libri, fumetti, film, serie tv, dischi e compagnia bellissima. Sono loro il mio nutrimento. Il piacere quasi fisico di assaporare le storie degli altri. Se dovessi fare qualche nome di autore oltre a Lovecraft direi senza dubbio Stephen King, Clive Barker, Richard Matheson, Joe R. Lansdale. Per quanto riguarda la narrativa non di genere, sicuramente Bret Easton Ellis, David Foster Wallace, Raymond Carver, Pier Vittorio Tondelli e tantissimi altri. </div><div style="font-weight: bold;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;"><b>Futuro </b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Hai in mente altri adattamenti o storie ispirate a Lovecraft?
E, infine, che altri progetti hai per il tuo futuro? Stai lavorando a qualcos'altro di cui puoi/vuoi parlarci?</b> </div><div style="text-align: justify;">Mi piacerebbe adattare qualche altro racconto di Lovecraft, staremo a vedere. Per il resto continuo a scrivere e proporre soggetti. Conto di continuare la mia collaborazione con la Bugs Comics e di spingere le mie opportunità anche oltre il campo del fumetto.</div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-42542309892956325402021-03-03T09:53:00.006+01:002021-05-17T18:54:05.412+02:00Recensione: Il Segreto di Leonardo da Paperdinci<div style="text-align: justify;"><b style="font-size: x-large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Eeq9kZ57iKIOu5ErN6Zi6eBTR9oYkUJJsvXxfLlekzvuiC_1UljfqxTgMRr3g9SYfWJx-NqMXO8G2c6pcWFHEoMzlLGr2KEkyeHGHH4Jt16Sh-6SD-i_Poo0lBhcawfNKFIAAYz2id7b/s1000/leonardo-da-paperdinci.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="740" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6Eeq9kZ57iKIOu5ErN6Zi6eBTR9oYkUJJsvXxfLlekzvuiC_1UljfqxTgMRr3g9SYfWJx-NqMXO8G2c6pcWFHEoMzlLGr2KEkyeHGHH4Jt16Sh-6SD-i_Poo0lBhcawfNKFIAAYz2id7b/s320/leonardo-da-paperdinci.jpg"></a></div>Il Codice Duck Vinci</b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Elio Marracci</b></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;"><b>IL SEGRETO DI LEONARDO DA PAPERDINCI</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Bruno Enna (testi), Andrea Freccero, Nicola Tosolini, Lorenzo Pastrovicchio, Alessandro Perina e Giampaolo Soldati (disegni), Alessandro Perina (copertina)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 160 pagine, colore, cartonato, 20,5x28, 12,90 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics
</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div><div style="text-align: justify;">Pubblicata originariamente sui numeri 3311, 3312, 3313, 3314 e 3315 di <i><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/topolino" target="_blank">Topolino</a></i> e raccolta nella collana “Topolino Extra” in un volume di 160 pagine dal titolo <b><i>Il segreto di Leonardo da Paperdinci</i></b>, dalla modenese <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/panini%20comics" target="_blank">Panini Comics</a></b>, “Paperino, Qui, Quo, Qua e il grande gioco geniale” è una storia che celebra Leonardo Da Vinci nel cinquecentenario della morte.</div><div style="text-align: justify;">Scritta da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/bruno%20enna" target="_blank">Bruno Enna</a></b> con uno stile che ricorda il romanzo più famoso di Dan Brown, vede protagonisti <b>Qui</b>, <b>Quo</b> e <b>Qua</b> impegnati, con l'immancabile <b>Zio Paperino</b>, in un viaggio nelle città italiane dove il genio rinascimentale ha vissuto: Firenze, Milano, Venezia e Roma.</div><div style="text-align: justify;">I paperi, aiutati dall'esperto di Leonardo il professor <b>Adalbecco Quagliaroli</b>, dalla sua simpatica e graziosa nipotina <b>Lucilla</b>, che farà battere il cuore a Qui, e dalla sorella dello studioso <b>Peppina</b>, dovranno risolvere quello che nella finzione è conosciuto come il quesito dei “quattro quadri”, ritenuto uno scherzo dall'ambiente accademico ma che Quagliaroli è deciso più che mai a decifrare e che porterà ad una scoperta sensazionale.</div><div style="text-align: justify;">Anche in questo frangente non mancano gli antagonisti, che si riveleranno alla fine dell'avventura.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Questa caccia al tesoro tra le città d'arte più rappresentative del bel paese, molto appassionante seppure ricca di situazioni al limite del fantastico, è pervasa da un ampio lavoro di documentazione che mostra una nazione, vista in chiave disneyana, magica, frenetica, densa di colori e di arte nascosta.</div><div style="text-align: justify;">Oltre che per la trama di Enna azzeccatissima, piena di suspense e colpi di scena, questa avventura in cinque puntate è caratterizzata dalle matite di altrettanti disegnatori. Grazie ad <b>Andrea Freccero</b>, che si è occupato anche delle copertine, <b>Nicola Tosolini</b>, <b>Lorenzo Pastrovicchio</b>, <b>Alessandro Perina</b> e <b>Giampaolo Soldati</b>, il lettore sarà così catapultato nel centro di vicende che lo appassioneranno e gli faranno scoprire numerose bellezze artistiche, culturali e gastronomiche di cui l'Italia è piena.</div><div style="text-align: justify;">A dimostrazione che nulla è lasciato al caso poi, l'albo è arricchito da alcuni extra, come la prefazione di <b>Alex Bertani</b>, direttore editoriale di <i>Topolino</i>, aneddoti e curiosità sulla storia di Bruno Enna e un dietro le quinte dei disegnatori.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">In conclusione possiamo dire che <i>Il segreto di Leonardo da Paperdinci</i> è una pubblicazione che non solo ogni appassionato di avventure Disney, ma anche chi voglia gettare un'occhiata spiritosa ma basata su una solida base scientifica su uno dei più grandi geni del rinascimento, non può esimersi dal leggere.</div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-20322904870186244592021-02-27T15:05:00.001+01:002021-02-27T15:24:22.441+01:00Recensione: Topolino 3405<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6o79brHwQXLjebbVa2Om9OUBCZnbGaQCOFSmYw1VtPo9i9j91JGSjzzI4AWgMFJrnAYbObrDVUuhyVUHTsXua5YDdSOVbQnjO88quVsR160Ic5JbZYEcVKGTX3HkEwfWihZSQtwYYLklO/s1000/topolino3405.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="740" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6o79brHwQXLjebbVa2Om9OUBCZnbGaQCOFSmYw1VtPo9i9j91JGSjzzI4AWgMFJrnAYbObrDVUuhyVUHTsXua5YDdSOVbQnjO88quVsR160Ic5JbZYEcVKGTX3HkEwfWihZSQtwYYLklO/s320/topolino3405.jpg" /></a></div>Finalmente l'odioso (o no?) Gastone!</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Michele Miglionico </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b>TOPOLINO 3405</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Silvia Ziche, Marco Nucci, Roberto Moscato, Pietro B. Zemelo, Danilo Deninotti (testi), Silvia Ziche, Stefano Zanchi, Libero Ermetti, Lucio Leoni, Alessandro Perina, Federico Franzò, Carlo Limido (disegni), Andrea Freccero (copertina)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 164 pagine, colore, brossurato, 13,9x18,6, 3 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Già preannunciata come un piccolo graphic novel, esordisce su questo numero del settimanale la prima parte di "<b>Gastone e la solitudine del quadrifoglio</b>", una storia fortemente voluta dal direttore <b>Bertani </b>e affidata alla penna dell'astro nascente <b>Marco Nucci</b>. Nel corso dei decenni, si possono contare sulla punta delle dite le storie incentrate sul comprimario (già avversario) <b>Gastone Paperone</b>, in particolar modo sugli effetti nefasti della sua iconica fortuna. Ostracizzato persino dai parenti nel giorno del suo compleanno, il papero biondo decide di ricominciare a vivere altrove... L'impianto della storia è palesemente maturo: la narrazione in prima persona, non così usuale per il libretto, la suggestiva e malinconica colorazione curata da <b>Stefano Zanchi</b> e la scansione atipica di alcune tavole... tutto ricorda l'approccio poetico della coppia Turconi/Radice o delle più recenti e sofisticate parodie letterarie. Nucci scansa alcuni pilastri della moderna mitologia di Gastone - pur rievocata nei redazionali a corredo - per privilegiare la sua ricerca introspettiva e dedicarsi a caratterizzare un nuovo contesto e un nuovo cast estemporanei, e Zanchi rappresenta il tutto in maniera molto ispirata. Un genere di storia che, in senso positivo, suona ancora "stonato" dopo anni di sperimentazioni. Si attende una degna conclusione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nucci continua a monopolizzare il giornale con la conclusione di "<b>Il mistero di Alistair Black</b>", avventura in due parti della serie "Area 51" con protagonisti <b>Qui</b>, <b>Quo</b> e <b>Qua</b>, <b>Newton Pitagorico</b> (al centro di un sistematico rilancio editoriale) e nuovi amici tra cui, per chi ancora non lo sapesse, si staglia una delicata e discreta rappresentazione della disabilità. Il dittico è un atto d'amore per la cultura nerd: se la prima parte era stata incentrata sul retrogaming e la riscoperta della videoludicità da sala giochi, la seconda parte vira bruscamente verso il fumetto stesso, costeggiando la metanarrazione. Il disegnatore <b>Libero Ermetti</b> ha potuto infatti divertirsi e brillare con il genere supereroistico per il fittizio fumetto "Darker Duck" di cui compare qualche oscura tavola e intorno al quale ruota un intrigante mistero. Nucci caratterizza bene tutti i personaggi e se c'è qualcosa in cui pecca in questa o nella prima storia del numero, è l'uso delle gag ricorrenti, che non hanno forza sufficiente per reggere l'uso ripetuto che ne viene fatto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In "<b>Pippo e il parente pedante</b>" di <b>Moscato</b> e <b>Leoni</b>, un contrattempo porta <b>Topolino</b> e il suo migliore amico a essere ospitati dall'ennesimo lontano parente pippide. Il risultato è meno scontato del previsto perché il bis-cugino ha tratti maniacali, per non dire ossessivo-compulsivi, e il contrasto con <b>Pippo</b> riesce a risaltare la sua natura peculiare, con punte significative (spoiler: come quando Pippo si scaglia in difesa di un orologio in ritardo per non privarlo "della sua individualità").</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Siamo nel periodo del Festival della Canzone Italiana e la rivista non manca di offrire una saga dedicata, di cui possiamo qui leggere le prime due puntate con co-protagonisti gli alter ego Disney di <b>Amadeus</b> e <b>Fiorello</b>, conduttori del <b>Festival di Sanromolo</b>. Questo genere di operazioni divide spesso il pubblico di lettori tra chi è divertito e chi è irritato dalla parodia e dall'invasione dei VIP italici. A partire dal materiale di partenza, <b>Pietro B. Zemelo</b> fa quel che può per portare a casa la consegna. Il primo episodio vanta le matite ormai istituzionali di <b>Alessandro Perina</b>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prosegue la serie antologica "<b>Topolino - Le origini</b>" che affronta un contesto giovanile in cui Topolino, Pippo e <b>Paperino</b> sono ancora un trio di amici vicini, come agli esordi della Disney, e il protagonista cerca disperatamente di fare colpo su <b>Minni</b>. È l'occasione di vedere i personaggi implicati in dinamiche inedite o ormai sepolte. L'approccio è allergico a pretese filologiche o storiografiche, allergia che si cerca invano di nascondere con la comparsa dello <b>zio Mortimer</b> di Floyd Gottfredson o l'allusione alla coltivazione di noccioline da parte di Pippo. Superato questo scoglio, <b>Danilo Deninotti</b> e <b>Carlo Limido</b> confezionano una buona storia il cui spunto, in effetti, difficilmente avrebbe potuto essere sviluppato in un altro setting.</div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-6577554723689828942021-02-26T13:53:00.000+01:002021-02-26T13:53:44.403+01:00Recensione: Tex Romanzi a Fumetti 12<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieCgpDy9dqIWnL4RPYBJl-U5eB3tiWxLTYXfo88AetrBpl04Di8QMfjAOwM3BTpvEj4XF6D3W1c4AlGV2Ow0OrkuomSzfpooiBC6IfM_2EMzbUy8-1tV3cFTMhVd_EoUeIWLACRDAN8OJt/s1343/tex-romanzi-12.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1343" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieCgpDy9dqIWnL4RPYBJl-U5eB3tiWxLTYXfo88AetrBpl04Di8QMfjAOwM3BTpvEj4XF6D3W1c4AlGV2Ow0OrkuomSzfpooiBC6IfM_2EMzbUy8-1tV3cFTMhVd_EoUeIWLACRDAN8OJt/s320/tex-romanzi-12.png" /></a></div>Nulla da perdere</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Matteo Spadini</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>TEX ROMANZI A FUMETTI 12</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Giorgio Giusfredi (testi), Alfonso Font (disegni e copertina), Matteo Vattani (colori)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 52 pagine, colore, brossurato, 22,5x30, 9,90 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Sergio Bonelli Editore</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Il numero dodici dei “romanzi a fumetti” di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/tex" target="_blank">Tex</a></b> è una storia classica con una costruzione, per certi versi, anomala. L’ultima missione di <b>Lucky Joe</b>, il vecchio ranger affiancato da Tex e <b>Carson</b>, rappresenta il compimento della sua vita, che è stata per lui dolce solo in parte.
Il ranger non ha più nulla da chiedere per sé stesso, né da perdere. Ma c’è un pezzo del suo grande amore rimasto in vita che ha preso una strada rovente, e che sta per prendere fuoco del tutto. Prima di andarsene, Lucky Joe vuole mettere le cose a posto, chiudere i conti e aprire il suo cuore per l’ultima volta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">L’anomalia che troviamo nel classicismo (e nel romanticismo) di una trama semplice ma non banale è la voce narrante di Lucky Joe, che compare a intermittenza e ci racconta un po’ di lui. Il ranger si prende la scena nei momenti più introspettivi, quando a parlare sono i ricordi, le sensazioni, il sangue sulla stella. Ma la sapiente sceneggiatura di <b>Giorgio Giusfredi</b> non confina Tex e Carson ai margini della trama; i due pards tornano protagonisti sparando i loro colpi e le loro battute, servendosi di alcuni vecchi trucchi che a vederli non ci si stanca mai.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I flashback si mischiano col presente e si fondono nelle incredibili tavole di <b>Alfonso Font</b>. Forse, il vero lusso di questo volume sono proprio i disegni del fumettista spagnolo; dal tratto inconfondibile, rappresentano la vera essenza della narrazione per immagini. La polvere che si alza al passaggio dei cavalli ti va negli occhi, senti gli spari della colt e l’ultimo respiro del loro bersaglio. La naturalezza con cui il giorno scavalca la notte al giro pagina. La pioggia battente che bagna la carta, il sangue amaro che impregna il tessuto.
Il gioco di luci dei colori di <b>Matteo Vattani</b> completa un’opera che riesce ad alternare il veloce ritmo dell’azione a momenti più intimi, senza mai rompere un accurato e costante equilibrio.</div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-68498991470548176702021-02-22T09:11:00.012+01:002021-02-22T09:27:34.675+01:00Recensione: The Dollhouse Family - La Casa delle Bambole<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhySxElpe1dX3ToPzs8odwmekZxXtVQS4W6npCemtOCmtZktVUBXvJNbMyNrqIsS0nkHg9h9A40ofoL0Cg4eNOxrfJvx7F_tUGlGHZNUztXHm0myZ1kzFaM0yiu4XODQ1W2ZIWL8tElbX0R/s995/dollhouse-family.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="995" data-original-width="662" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhySxElpe1dX3ToPzs8odwmekZxXtVQS4W6npCemtOCmtZktVUBXvJNbMyNrqIsS0nkHg9h9A40ofoL0Cg4eNOxrfJvx7F_tUGlGHZNUztXHm0myZ1kzFaM0yiu4XODQ1W2ZIWL8tElbX0R/s320/dollhouse-family.jpg" /></a></div>Bambole in Casa Hill</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Gabriele Galli</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>THE DOLLHOUSE FAMILY - LA CASA DELLE BAMBOLE</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Mike Carey (testi), Peter Gross (disegni), Vince Locke (chine), Cris Peter (colori)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 160 pagine, colore, cartonato, 17x26, 19 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ogni desiderio ha un prezzo e l’orrore si nasconde in un giocattolo tra le mani
di una bambina di 6 anni...</div><div style="text-align: justify;"><b><i>La casa delle bambole</i></b> scritto da <b>Mike Carey</b> (<i>Lucifer</i>, <i>Hellblazer</i>) e disegnato da <b>Peter Gross</b> (<i>The book of
Magic</i>, <i>American Jesus</i>) è una miniserie divisa nella versione originale in 6 numeri e qui raccolta da <b>Panini </b>in un solo volume. La protagonista è Alice, una bambina che riceve in regalo una piccola casa giocattolo con delle bambole al suo interno, con le quali ama parlare, rifugiandosi in questo dialogo per sfuggire ad una complessa relazione familiare che vive a causa di un padre
violento. Capita un giorno che le bambole rispondano a quei dialoghi ludico-infantili, invitandola ad
entrare proprio nella casa, Alice trova la situazione idilliaca, un contesto che riesce a farle dimenticare il grande mondo che la circonda. Ma all'interno della casa si nasconde un oscuro segreto che offre ad Alice la possibilità di
sistemare la relazione disastrosa dei suoi genitori al solo prezzo di non poter tornare più nel mondo reale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le dinamiche horror si sviluppano in una narrazione inizialmente molto lenta e prolissa, ma è importante
affinché tutte le ambientazioni siano costruite al meglio e si possano incrociare in un finale frenetico e
ricco di suspense; infatti <i>The Dollhouse Family</i> mescola l’arte e lo stile dell’epoca vittoriana col
mondo moderno, dove Peter Gross riesce con il suo stile ad essere perfetto per questo fumetto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nonostante ci siano tutti i requisiti per classificare <i>La casa delle bambole</i> come storia dell’orrore
(caratterizzata dalla presenza del maligno che cerca di emergere nel mondo reale), non possiamo non notare una
forte impronta thriller/investigativa in cui la protagonista percorre il suo viaggio di ricerca per trovare le
connessioni personali con la casa, sempre con lo scopo di salvare la famiglia che nel tempo si è costruita. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mike Carey si conferma con questa storia un grande autore, capace di usare un linguaggio fresco
e moderno per esaltare la paura e le emozioni dei singoli personaggi.</div><div style="text-align: justify;">Questo è un fumetto che non si limita a rappresentare l’eterna lotta tra il bene e il male, ma vuole esaltare
l’evoluzione emotiva della protagonista che trova l’iniziale felicità in affetti ingannevoli finendo per capire
che questa è sita nel sacrificio che genera redenzione verso “una seconda possibilità”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>The Dollhouse Family</i> è già un altro pilastro che rinforza le pubblicazioni della <b>Hill House</b>, label DC Comics dedicato all'horror e curato da Joe Hill.</div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-58713017063614336782021-02-01T12:45:00.005+01:002021-02-01T16:44:13.217+01:00Intervista: Francesco Vacca<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnALVHZdHgFD9FtTVIGc_WqA0F9AqPBkZ3ZNGO82PTtlIkmzTg28MfOS1pc_EjRdr7AWUIX4OdUFdpucXL2sd7XiOVsZqbIbQWlM2lJf2YETOZwsKQ_H5DWz-63dqa5AD5600URGx5rKC2/s800/Francesco-Vacca.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="780" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnALVHZdHgFD9FtTVIGc_WqA0F9AqPBkZ3ZNGO82PTtlIkmzTg28MfOS1pc_EjRdr7AWUIX4OdUFdpucXL2sd7XiOVsZqbIbQWlM2lJf2YETOZwsKQ_H5DWz-63dqa5AD5600URGx5rKC2/s320/Francesco-Vacca.jpg" /></a></div>Samuel, Topolino e tutto quanto</span></b></div><div style="text-align: justify;">a cura di <b>Michele Miglionico</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div>Piemontese trapiantato a Roma, <b>Francesco Vacca</b> lavora per <b><i>Topolino </i></b>(Disney/Panini) e per Tatai Lab, per la quale ha scritto <i><b>Shuricat - Legend of Ninja Neko</b></i>, uscito nel 2019 e di cui a breve uscirà il sequel <i>Shuricat 2 - Way of Samurai Neko</i>. Sempre per la casa editrice fiorentina ha lavorato al settimo albo della serie <i><b>Wondercity</b></i> e sta curando tutte le sceneggiature degli albi tratti dalle campagne GDR del gruppo InnTale: <i><b>Luxastra</b> </i>e <i><b>Anime Selvagge</b></i>. Insegna sceneggiatura presso la <b>Scuola Pencil ART</b> di Roma. Ed è anche lo sceneggiatore dei numeri 15 e 16 (febbraio e marzo 2021) di <i><b>Samuel Stern</b></i>, serie di Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro pubblicato da Bugs Comics, un fumetto horror che ci piace non poco e per il quale oggi lo intervistiamo.</div><div><br /></div></div><div style="text-align: justify;"><b>Ciao, vuoi presentarti ai nostri lettori?</b></div><div><div style="text-align: justify;">Ciao e grazie per l'ospitalità. Sono Francesco Vacca, sceneggiatore per Disney Panini, Tatai Lab e Bugs Comics. Tra i miei lavori ci sono l'umoristico <i>Shuricat</i>, per i disegni di Sara Rossi, i volumi di <i>Luxastra</i>, basata sull'omonimo GDR, e la serie <i>Wondercity</i>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUdn6DResPxi7WSh1SGraZp64FZ-u8UWPHH4b06Z5Kcw4piUOvSL8mzjk8Yc5qaS7pop5jnnMfoM5obqTOsDqDsKg-Lq-k1Sc1-T51CNcDttHi2jkOhScUSGWh3KaWGZFNlrZjcKJqficn/s1280/samuel-stern-nel-profondo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="977" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUdn6DResPxi7WSh1SGraZp64FZ-u8UWPHH4b06Z5Kcw4piUOvSL8mzjk8Yc5qaS7pop5jnnMfoM5obqTOsDqDsKg-Lq-k1Sc1-T51CNcDttHi2jkOhScUSGWh3KaWGZFNlrZjcKJqficn/s320/samuel-stern-nel-profondo.jpg" /></a></div>Samuel Stern è stata una sorpresa nel panorama del fumetto italiano, asfittico non per mancanza di idee ma per la contrazione del mercato. Che cosa puoi raccontarci della genesi del progetto e del tuo coinvolgimento?</b></div><div style="text-align: justify;">Samuel Stern è un coraggioso esperimento da parte di una giovane casa editrice. Approdare alle edicole, risaputamente in crisi, è una sfida non da poco! Ma, a giudicare dai riscontri sui social, sembra che il coraggio abbia pagato.
Sulla genesi di Samuel non sono la persona più adatta a parlare, essendo un personaggio di Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro. Posso però dire di aver trovato estremamente affascinante il lavoro di worldbuilding che hanno fatto: Samuel Stern presenta una lore complessa e sfaccettata di cui si inizia appena a scalfire la superficie.
Il mio coinvolgimento nella serie è nato da una mia richiesta diretta. Seguivo Bugs Comics dalla sua nascita e, quando hanno annunciato il progetto di un horror da edicola, ho scritto a Gianmarco proponendomi. Ne è seguita una lunga chiacchierata a uno degli ultimi Romics (sigh... le fiere! Che nostalgia!)... e poi mi sono messo al lavoro, proponendo alcune idee tra cui quella che sarebbe divenuta "Nel profondo".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZau11UKJsTuKoqEOK5X8jAIxvX3EQfgA8k51BkAp_A4MdIZfjlfOy-XSGWs1Gd1Z-KPCDAORIkFTu9nq8ToSX-ENKnXqnW8k80gxRfMArGhfAaBvjvxcW6F8mRff7f6aE5UgkUKv1ylAT/s1676/samuel-stern-16.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1676" data-original-width="1283" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZau11UKJsTuKoqEOK5X8jAIxvX3EQfgA8k51BkAp_A4MdIZfjlfOy-XSGWs1Gd1Z-KPCDAORIkFTu9nq8ToSX-ENKnXqnW8k80gxRfMArGhfAaBvjvxcW6F8mRff7f6aE5UgkUKv1ylAT/s320/samuel-stern-16.jpg" /></a></div>La tua storia doppia si prospetta significativa per la continuity del personaggio. Che cosa ci puoi anticipare?</b></div><div style="text-align: justify;">"Nel profondo" introdurrà almeno un nuovo elemento la cui portata si paleserà nel futuro del libraio di Edimburgo.
Sui social l'albo è stato presentato con la tagline "E se Samuel fallisse?"
Non posso rispondere direttamente, ma posso anticipare che questo nuovo caso, che lo porterà nella cittadina di Fort William, lo metterà seriamente alla prova, ponendolo di fronte a un'insidia con cui ancora non si era trovato a fare i conti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Come si collabora con il curatore della serie? Hai avuto modo di collaborare con il disegnatore dell'albo?</b></div><div style="text-align: justify;">I contatti con Gianmarco e Massimiliano, soprattutto nelle prime fasi di scrittura della storia, sono stati... intensi e frenetici! I due creatori di Samuel sono attentissimi circa ogni aspetto del loro personaggio e non c'è un singolo passaggio della storia che non sia stato seguito da vicino.
Con Pietro la collaborazione è stata, per forza di cose, più rarefatta. Lui ha iniziato a lavorare dopo che io avevo terminato la sceneggiatura. Per cui, pur essendoci confrontati su alcuni aspetti, lo scambio è stato decisamente meno intenso rispetto a quello con Gianmarco e Massimiliano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXk54MYJkVYI-Ei31P9ZwHQM4YpDG4vZnWxgHPagJOv30Hz64inFI5o4SgcvnGr_8pggFCcmMA9-F6xSiv03OK9PbPjcGPxSgj5WIsj6UPtMTZ8MxfoCbCjwfoi68WcHUQMXE7Vmyz1thn/s2048/SAMUEL+S+015-+58.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1562" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXk54MYJkVYI-Ei31P9ZwHQM4YpDG4vZnWxgHPagJOv30Hz64inFI5o4SgcvnGr_8pggFCcmMA9-F6xSiv03OK9PbPjcGPxSgj5WIsj6UPtMTZ8MxfoCbCjwfoi68WcHUQMXE7Vmyz1thn/s320/SAMUEL+S+015-+58.jpg" /></a></div>Che cosa ti aspetta e ci aspetta nel futuro di Samuel Stern?</b></div><div style="text-align: justify;">Ci aspetta un altro numero scritto da me, subito dopo questo. Il numero 16 andrà a svelare dei dettagli importanti sul protagonista, aggiungendo dei tasselli alla sua storia personale che, fino a oggi, è stata solo accennata.
E poi un "universo condiviso" di Samuel Stern, come annunciato da Bugs Comics. Alla testata principale, infatti si affiancheranno delle serie parallele che andranno a esplorare aspetti inediti del mondo del nostro demonologo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Stai lavorando ad altri progetti al di fuori della Bugs?</b></div><div style="text-align: justify;">Sì, a parecchie cose. Quest'anno uscirà, per Tatai Lab, il sequel di <i>Shuricat</i>: <i>Shuricat 2 - Way of Samurai Neko</i> e... qualcos'altro, sempre a tema Shuricat, su cui ancora non posso dire nulla.
Ancora per Tatai Lab uscirà un fantasy storico per le matite di Ale Kapakkione e due volumi di <i>Luxastra</i>.
E poi <i>Topolino</i>. Da luglio 2020 lavoro per il settimanale Disney e a breve inizieranno a uscire le mie storie... un sogno che si realizza!</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4YRfqPb9Mut3lOFLp5s8V0uphcXRsTSjiuFDPNz9SxBEvppK1EHiX9oaioqYp5gkwu3tZPUSkrMgqQvAOhMInvu9AKVYxFKJHJfw_FyCbhlHl6FtFbp5dCW33ZsAYUw1gUBGJsqvQ414u/s1689/francesco-vacca-fumetti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="1689" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4YRfqPb9Mut3lOFLp5s8V0uphcXRsTSjiuFDPNz9SxBEvppK1EHiX9oaioqYp5gkwu3tZPUSkrMgqQvAOhMInvu9AKVYxFKJHJfw_FyCbhlHl6FtFbp5dCW33ZsAYUw1gUBGJsqvQ414u/w640-h302/francesco-vacca-fumetti.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-15676134858377029382021-01-07T13:29:00.011+01:002021-05-17T18:54:35.796+02:00Recensione: Y, l'ultimo uomo 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp97-G3eNfTHIx0OE8cgsc34dVYPe1ycknmcRTaHeW-EPyTlP8V3W_wTnjVtf7Sl7dKXfpPI8Wd14B4gTnXKS-CdvKO8NRTcPTNJV54aCI6Z9NEZ7MhED1r5R4Fw-3v-SyQFeMvnuDKXPe/s1000/y-last-man-2.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="654" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp97-G3eNfTHIx0OE8cgsc34dVYPe1ycknmcRTaHeW-EPyTlP8V3W_wTnjVtf7Sl7dKXfpPI8Wd14B4gTnXKS-CdvKO8NRTcPTNJV54aCI6Z9NEZ7MhED1r5R4Fw-3v-SyQFeMvnuDKXPe/s320/y-last-man-2.jpg" /></a></div><b><span style="font-size: large;">Yorick è solo all'inizio del viaggio</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Alessandro Neri</b></div></div>
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<b>Y, L’ULTIMO UOMO 2</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Autori: Brian K. Vaughan (testi), Pia Guerra (disegni), J. G. Jones (copertina)</div>
<div style="text-align: justify;">
Formato: 136 pagine, colore, brossurato, 17x26, 14 €</div>
<div style="text-align: justify;">
Editore: Panini Comics</div>
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Continua la corsa attraverso gli Stati Uniti (potremmo parlare di "road comic book") alla ricerca della <b>dottoressa Mann</b>, la donna che potrebbe aiutare il mondo a creare una nuova generazione. L’ultimo uomo sulla terra, <b>Yorick</b>, e la sua bodyguard, l’<b>Agente 355</b>, non possono neanche immaginare le peripezie che dovranno affrontare, braccati anche dalle <b>Amazzoni</b>, un gruppo di lesbiche violente e assassine di cui fa parte anche <b>Hero</b>, la sorella di Yorick.</div>
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<b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/brian%20k%20vaughan" target="_blank">Vaughan</a> </b>riesce a scrivere un intrigo originale, pieno di colpi di scena, ma stando sempre attento a non esagerare mai, teso a mantenere il tutto tra le sottili mura del realismo, ma anche a ravvivare il fuoco della suspense ogni 24 pagine, quelle che compongono gli albetti americani.</div>
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La serie è semplicemente geniale fin dal titolo: quella <b><i>Y</i></b>, che gli inglesi leggono "why", dà tutto un altro senso al titolo ("perché l’ultimo uomo"), l'iniziale del nome del protagonista, la stessa lettera che è anche il cromosoma maschile, una lettera che rappresenta un bivio, un incrocio di strade e di vite...</div>
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Il disegno della <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/pia%20guerra" target="_blank">Guerra</a></b> è ben lontano dal classico fumetto supereroistico ipertrofico, molto più realistico e preciso, funzionale alla storia, quasi "bonelliano".</div>
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Se pensate che essere il solo uomo in un mondo abitato da tre miliardi di donne sia un sogno, leggete questa serie: vi accorgerete fin dalle prime pagine che non è per niente come sembra e che, possiamo dirlo senza eccessivo maschilismo, il mondo senza gli uomini non può andare avanti.</div>
ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-88747683934081204692020-12-22T08:23:00.002+01:002021-01-07T15:29:49.103+01:00Recensione: Y, l'ultimo uomo 1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfpOtdRUwJFuGuYM4Sn70PybBkrDJ-VrLLqOf_ws22iFQiF1kjuhfZZklyZpX8AbZgqAuzakysHXi0y2G15GH4sSEjbH3p0XrREHiXREjIrN7Rq4fNXBSS1t829ICFGp0Yf09MZNmdYcSO/s1000/y-last-man.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="655" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfpOtdRUwJFuGuYM4Sn70PybBkrDJ-VrLLqOf_ws22iFQiF1kjuhfZZklyZpX8AbZgqAuzakysHXi0y2G15GH4sSEjbH3p0XrREHiXREjIrN7Rq4fNXBSS1t829ICFGp0Yf09MZNmdYcSO/s320/y-last-man.jpg" /></a></div><b><span style="font-size: large;">L'inizio di una serie imperdibile: <i>Y</i></span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Gianluca Lamendola</b></div><div><b><br /></b></div></div>
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<b><span style="font-size: large;"></span></b></div>
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<b>Y, L'ULTIMO UOMO 1</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Autori: Brian K. Vaughan (testi), Pia Guerra (disegni), J. G. Jones (copertina)</div>
<div style="text-align: justify;">
Formato: 136 pagine, colore, brossura, 17x26, 14 €</div>
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Editore: Panini Comcs</div>
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<b>Yorick </b>è il tipico ragazzo della porta accanto: famiglia amorevole, disoccupato, con tanti sogni nel cassetto, compreso quello di sposare <b>Beth</b>, ora in Australia. Ad ostacolare la loro storia non c’è il ritardo dei voli dovuto ad una nube vulcanica o un padre iper protettivo che sottopone il fidanzato alla macchina della verità, come nel film <i>Ti presento i miei</i>. No, niente di tutto questo. A mettergli il bastone tra le ruote c’è solo... la fine del mondo!</div>
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Un’epidemia di origine sconosciuta lo ha reso, infatti, l’ultimo uomo della Terra, inteso nel senso letterale del termine, visto che ogni essere di sesso maschile è morto ad esclusione di lui e della sua scimmietta <b>Ampersand</b>, in qualche modo immuni. Così, si avventura per un mondo in bilico tra la ricostruzione e il collasso completo, cercando di raggiungere Beth e nel frattempo difendersi da una setta di moderne amazzoni. </div>
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La storia ci appare fin da subito interessante e ben congegnata, abbandonando il tracciato di una fantascienza apocalittica stereotipata per esplorare nuovi orizzonti come la fantapolitica, sebbene condita da un umorismo grottesco volto a smorzare il tono esasperato della vicenda (divertente è lo scontro tra le vedove repubblicane e le parlamentari democratiche per il controllo della Casa Bianca).<br />
<b><br /></b>
<b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/brian%20k%20vaughan" target="_blank">Brian K. Vaughan</a></b> (con i disegni di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/pia%20guerra" target="_blank">Pia Guerra</a></b>) inscena una narrazione prettamente realistica, tralasciando facili fantasie erotiche e anche l’esaltazione di una tensione uterina che potrebbe scoraggiare chi volesse leggere l’albo. L’autore ci mostra come la scomparsa del cromosoma Y non riguardi solo la conservazione della specie, ma come rappresenti un problema culturale, politico ed economico, dato il vuoto che si è venuto a creare in molti settori che si avvalevano di una forte manodopera maschile. Come non succedeva da tempo, presi dalle tante domande irrisolte tipiche dei grandi thriller, attendiamo impazienti il prossimo numero, consci che se la serie terrà fede a queste premesse, l’attesa si ripeterà fino all’ultimo capitolo della saga, che possiamo leggere o rileggere oggi grazie ad una nuova edizione di <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/panini%20comics" target="_blank">Panini Comics</a></b>.</div>
ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-54152956880206311002020-12-17T14:25:00.004+01:002020-12-17T14:34:22.729+01:00Recensione: L'ascesa di Thanos<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifYkgkUHJ1DSMc-UKSVpzXsCRLuu9Uab9vKM2qReIQSNYhtr6pkhJ3BHX5z8LvB-tqwNSJ5GyBHso59kc3o5qj1CPQYcKEFHqN6iiVma62b3XmnO9HRk0J8vlJoGcoeoFfS1jPI5Q61OWP/s1000/thanos.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="665" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifYkgkUHJ1DSMc-UKSVpzXsCRLuu9Uab9vKM2qReIQSNYhtr6pkhJ3BHX5z8LvB-tqwNSJ5GyBHso59kc3o5qj1CPQYcKEFHqN6iiVma62b3XmnO9HRk0J8vlJoGcoeoFfS1jPI5Q61OWP/s320/thanos.jpg" /></a></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Flirtando con la Morte</span></b></div></b><div style="text-align: justify;">di <b>Matteo Spadini</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>L'ASCESA DI THANOS</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Jason Aaron (testi), Simone Bianchi (disegni)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 128 pagine, colore, cartonato, 17x26, 15 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Panini Comics</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Risalente al 2013, <b><i>L’Ascesa di Thanos</i></b> viene riproposto da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/panini%20comics" target="_blank">Panini Comics</a></b> all’interno della collana “Must-Have”, titolo emblematico che non ha bisogno di tanti chiarimenti.
Prima di quella data, la storia del Folle Titano era annacquata; alcune cose si sapevano, molte altre sarebbero state svelate più avanti, non solo per mezzo del fumetto ma anche, soprattutto, grazie ad un romanzo rivelatore scritto da Barry Lyga, <i>Thanos: Titan Consumed</i> (<i>Thanos, Signore della Guerra</i> - Mondadori). In quelle pagine veniva tracciata una linea temporale della vita del più famoso abitante di Titano, con qualche momento di discreto benessere, fino a giungere alla disperazione Eterna che era certamente destinato a patire sin dalla nascita; il colore viola, simbolo di morte e sciagura, era incollato alla sua pelle e al suo triste futuro. “An urge he only feels inside” * </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma prima di Barry Lyga e del suo ottimo libro (leggetelo), c’è stata una coppia di autori che, fortunatamente, si è presa il compito di scavare una grande buca nella vita di Thanos spingendosi sempre più giù, fino a giungere al punto più profondo, accanto ad un numero infinito di cadaveri e alla puzza di vita strappata. <i>L’Ascesa di Thanos</i>, scritto da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/jason%20aaron" target="_blank">Jason Aaron</a></b> e disegnato da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/simone%20bianchi" target="_blank">Simone Bianchi</a></b>, è una storia che si porta appresso, dalla nascita, un naturale senso di pesantezza e oppressione figlio del suo indiscusso protagonista. Ed è, per certi versi, un vecchio parente della creatura di Barry Lyga; l’intelligenza fuori scala di Thanos e le sue sconfinate capacità in ambito scientifico, i doveri di suo padre, l’instabilità di sua madre (e la sua terribile intuizione), la crescita di corpo e mente che procede di pari passo con l’aumentare della sua follia, alimentata dalla fiamma perenne dell’odio. Ma qui, in particolare, è la Morte che si prende la scena. Jason Aaron innesca il meccanismo autodistruttivo di Thanos sin dal suo primo sguardo con gli occhi materni, passando per i banchi di scuola e per giungere infine al suo ritorno a casa, dopo aver lasciato una scia di sangue e lacrime per tutto il cosmo. “The Lady awaits to open the gates” * </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">I disegni di Simone Bianchi sono il manifesto incontestabile della mancanza del cuore nel petto di Thanos; le linee sporche, gli sguardi carichi di agonia, l’ingombrante presenza del Titano anche quando era esile e cercava risposte alle sue giovani domande. L’incarnazione del male potrebbe essere rappresentata dalla splash page in cui un’inquietante figura viola, esteticamente brutta e affamata di morte, si scaglia contro chi lo ha messo al mondo mentre si autodefinisce mostro (consapevole di esserlo, ricorda alla lontana un Jason appena spuntato fuori dal lago). L’incarnazione del male potrebbe essere nei ripetuti attimi d’amore in giro fra i pianeti, e il successivo automatico abbandono di ogni figlio e di tutte le “puttane aliene e sciattone piagnucolanti” (come gli dice la Morte stessa, in uno dei tanti folli dialoghi avvenuto davanti allo specchio della sua esistenza). Oppure, magari, potrebbe essere rappresentata dalla disarmante tavola di quel bacio mortale, culmine drammatico di un’opera crudele e senza pace. “No place to hide” * </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">* Flirting With Suicide - Praying Mantis</div></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-15724211929871606842020-12-14T08:55:00.002+01:002021-01-07T16:07:05.168+01:00Focus: Il Phantom di Paul Ryan<div style="text-align: justify;"><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWxjpLeNI01qpYi0dLC7lleD2nyrDZz4yijlK8-NUopcWsdBd6DaLOe0qg-YbRLMEqRUnNGpDmCxzDkJWLE94MjJ87CrRTuySgpqFYeuog87KSntEgBiCc7pDcQ073VzUwYtRuN1crPXQp/s831/the-phantom.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="551" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWxjpLeNI01qpYi0dLC7lleD2nyrDZz4yijlK8-NUopcWsdBd6DaLOe0qg-YbRLMEqRUnNGpDmCxzDkJWLE94MjJ87CrRTuySgpqFYeuog87KSntEgBiCc7pDcQ073VzUwYtRuN1crPXQp/s320/the-phantom.png" /></a></div>Segue da</div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Prima parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-3.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Terza parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-wilson-mccoy.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Wilson McCoy</b></a></div><div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank">Il Phantom di Sy Barry - Prima parte</a></b></div><div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/12/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank">Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte</a></b></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Eroi quotidiani</span></b></div><div><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel 2004, al traguardo degli 80 anni, George Olesen chiude la sua esperienza su Phantom. Inchiostrato da Keith Williams sulle strisce quotidiane e da Fred Fredericks sulle pagine domenicali, l’ex assistente di Sy Barry ha dato vita a una fase di transizione (con più ombre che luci) segnata nel 1999 dalla morte di <b>Lee Falk, sostituito stabilmente da Tony DePaul</b> dopo un breve periodo di alternanza con Claes Reimerthi. Classe 1954, l’ex giornalista DePaul era stato scelto come erede di Falk per essersi distinto nel Team Fantomen, il gruppo di autori impegnato a realizzare storie inedite per il mercato scandinavo. Quando Olesen si ritira, quell’enorme serbatoio di artisti provenienti da tutto il mondo fornisce anche il nome del suo successore: si tratta di <b>Paul Ryan</b>, un solido disegnatore approdato al Phantom svedese quasi per caso. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicvd92DIvor4Rjx6erzwL_iZ4PmTWiG6znL2dRAbbMuU7kP9wi12toKZR_B-DlDUqGcRrS5Uh8h8e1dGlzQsKpacUE17kjOHyBQPytJVPUgctf3c_OFefVus9dcN-WDDvUK_53Q3J9JJLn/s900/phantom-1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="900" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicvd92DIvor4Rjx6erzwL_iZ4PmTWiG6znL2dRAbbMuU7kP9wi12toKZR_B-DlDUqGcRrS5Uh8h8e1dGlzQsKpacUE17kjOHyBQPytJVPUgctf3c_OFefVus9dcN-WDDvUK_53Q3J9JJLn/w640-h210/phantom-1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nato a Somerville (Massachusetts) il 23 settembre 1949, dopo la laurea in progettazione grafica Ryan si arruola nell’esercito e viene spedito prima a Fort Dix (New Jersey) per l’addestramento di base, poi alla Massachusetts Military Academy di Wakefield per l’addestramento degli ufficiali. Per undici anni lavora nel dipartimento grafico della Metcalf & Eddy Engineering di Boston, ma non ha dimenticato l’amore per i fumetti che prova fin dall’infanzia, con una preferenza per i personaggi d’avventura come Tarzan, Prince Valiant e Phantom. Da ragazzino aveva apprezzato il lavoro di Wilson McCoy, ma era stato l’arrivo di Sy Barry a esaltarlo: Phantom veniva disegnato con lo stesso stile realistico del Superman di Curt Swan, il suo artista preferito dell’Uomo d’acciaio insieme a Wayne Boring. Come in quei grandi amori che fanno giri immensi e poi ritornano, la prima occasione per affacciarsi al mercato del fumetto arriva soltanto nel 1983, alle soglie dei 34 anni, vincendo un concorso per nuovi talenti indetto dalla Charlton Comics con la storia fantascientifica <i>Breed</i>. Quando <i>Breed</i> viene pubblicata dalla Americomics di Bill Black sul numero 1 di <i>Starmasters</i> (marzo 1984), il nome di Paul inizia a circolare tra le fumetterie della sua Boston e arriva a Bob Layton, che lo assume per un anno come assistente agli sfondi. La collaborazione con Layton è il pass per l’ingresso in <b>Marvel</b> grazie all’interessamento di Jim Shooter, una militanza lunga undici anni durante la quale, tra i tanti progetti, spiccano i disegni per tutti i 32 numeri di <i>D.P. 7</i> (1996), la collaborazione con John Byrne sulle serie degli Avengers dal 1989 al 1991, lo storico matrimonio tra Peter Parker e Mary Jane Watson apparso su <i>The Amazing Spider-Man Annual</i> 21 (1987) e la celebre run sui Fantastici Quattro scritta da Tom DeFalco tra il 1991 e il 1996. Rimosso a due numeri del termine del ciclo sui Fantastici Quattro per fare spazio a Carlos Pacheco in risposta all’imminente arrivo di Jim Lee, Ryan si consola con i colossi di casa <b>DC</b> come Batman, Flash e Superman, venendo coinvolto anche nella saga Superman Red/Superman Blue (1998). Con la collaborazione allo speciale <i>Superman: The Wedding Album</i> del 1996, inoltre, Paul diventa l’unico artista ad aver partecipato a entrambi gli speciali matrimoniali delle icone Marvel e DC.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirwCLVG1wiIjLttJy66xx64WhKnjTJuSq1ar0h9z_ndPdieJYzt6iqgeiq_FmTzdo7Z4UDVB-s6ePHe-Lp1JfbSq2kZNayT-nu_OjYCAHXYZ7tMtsXewZBxPEKOOZ_vwCMGJTK4WmgBuaH/s900/phantom-2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="900" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirwCLVG1wiIjLttJy66xx64WhKnjTJuSq1ar0h9z_ndPdieJYzt6iqgeiq_FmTzdo7Z4UDVB-s6ePHe-Lp1JfbSq2kZNayT-nu_OjYCAHXYZ7tMtsXewZBxPEKOOZ_vwCMGJTK4WmgBuaH/w640-h210/phantom-2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo un rapido ritorno in Marvel e un’incursione nell’orbita delle case editrici minori, nel 2000 arriva la svolta. Mettendo all’asta le sue tavole su eBay, Ryan riceve il messaggio di un appassionato svedese: “Hai mai pensato di disegnare Phantom?”. L’autore del messaggio si chiama Jonas Vesterlund e dice di aver lavorato come stagista per la Egmont, la casa editrice che produce <i><b>Fantomen</b></i>, storie scandinave di Phantom. Da vecchio ammiratore dell’eroe mascherato, Paul ne approfitta per inviare qualche pagina dei suoi lavori a Ulf Granberg, il responsabile di <i>Fantomen</i>. Quando riceve le tavole, Granberg non ha esitazioni: qualche model sheet dei personaggi principali e l’ingresso di Ryan nello staff è cosa fatta. L’esordio su <i>Fantomen</i> avviene nel novembre 2001, propiziando involontariamente un’innovazione: per l’occasione viene chiesto a Ryan di disegnare la copertina, ma Paul non se la sente di realizzarne una a tecnica pittorica come impone la tradizione della rivista. Non dipinge dal 1967, gli servirebbe troppo tempo per riprendere confidenza con pennelli e colori. Su approvazione di Granberg, Ryan decide di disegnare l’illustrazione a matita e china per poi affidare la colorazione digitale all’amico Tom Smith. Il risultato piace tanto all’editor quanto al pubblico, che sembra apprezzare l’approccio più moderno proposto dal disegnatore americano. Notando come le copertine colorate in digitale facciano registrare un leggero aumento delle vendite, poco per volta si adegueranno al nuovo metodo anche gli altri artisti del Team Fantomen.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr1YtPzrtUWuqFAk8H_OtDRK4tSiLqNJitxEfLFnwQ6R1XALIKoi5HL1etbTRmFpykmkXyfWRxpym4aBlKgWWHnXC5PYMwaFZBprtYOgsReaS_wKfgcTUD7wEjBu9phnq2J9ACHopYKBXE/s900/phantom-3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="900" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr1YtPzrtUWuqFAk8H_OtDRK4tSiLqNJitxEfLFnwQ6R1XALIKoi5HL1etbTRmFpykmkXyfWRxpym4aBlKgWWHnXC5PYMwaFZBprtYOgsReaS_wKfgcTUD7wEjBu9phnq2J9ACHopYKBXE/w640-h210/phantom-3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dodici storie disegnate nell’arco di cinque anni: il lavoro di Ryan su <i>Fantomen </i>prosegue fino al 2004 attirando l’attenzione di Jay Kennedy, editor del King Features Syndicate, che lo nomina nuovo artista titolare della striscia quotidiana di Phantom. Per Paul non è la prima esperienza con le strisce sindacate del King: tra il 1992 e il 1995, infatti, aveva già disegnato le tavole domenicali di Spider-Man. La sua prima strip compare il 31 gennaio 2005, nel bel mezzo di “Temple of the Gods”, una storia iniziata da Olesen e Williams. Sotto il segno di Ryan e DePaul, Phantom vive un vero e proprio rinascimento: sebbene abbiano lavorato insieme su <i>Fantomen</i> soltanto per una storia, i due autori dimostrano subito un’intesa straordinaria, donando nuova linfa al personaggio. L’apice della loro era si registra nella maxi saga in cinque episodi pubblicata tra l’agosto 2009 e il maggio 2011 (il più lungo arco narrativo di sempre) con protagonista Chatu, uno spietato terrorista soprannominato ‘Pitone’, diventato il principale nemico di Phantom. Ma Chatu è solo uno dei tanti nuovi personaggi ricorrenti che DePaul crea per ampliare il cast, rinforzando in particolar modo la presenza femminile con l’inserimento di figure come Capitan Savarna e le nuove reclute della Pattuglia della Giungla, Hawa Aguda e Kay Molloy. Terrorismo, traffici illeciti, intrighi internazionali: grazie alle trame sempre più orientate verso i crimini reali a scapito delle storie a carattere folkloristico, in tutta la gestione si respira una forte aria di contemporaneità, straordinariamente interpretata dalla matita di Ryan. Dalle città agli arredi interni passando per vestiti, oggetti e veicoli, il disegnatore del Massachusetts muove i personaggi in un ambiente estremamente vivo e reale, la cui spazialità è esaltata da un abilissimo uso della prospettiva. Nelle sue strisce Phantom sembra davvero far parte della nostra realtà, quasi come se le sue imprese fossero una delle notizie di cronaca degli stessi quotidiani su cui viene pubblicato. Da questo punto di vista, Ryan riprende il concetto di realismo introdotto da Barry, accentuandolo e attualizzandolo. Sebbene l’artista di New York sia dichiaratamente il suo faro nella notte, Paul non cade nella trappola dell’emulazione, preferendo usare Barry come punto di riferimento da un aspetto più concettuale che stilistico. Graficamente, infatti, le sue pagine sono fisiologicamente più moderne, caratterizzate dal suo tipico segno dettagliato e dominate da un Phantom particolarmente possente, la cui muscolatura marcata evidenzia la profonda padronanza anatomica del disegnatore. Non amando vedere i suoi disegni inchiostrati da altre mani, <b>Ryan lavora sulla striscia da solo</b>, senza assistenti, mantenendo costantemente una qualità invidiabile nonostante i ritmi di produzione serrati. <b>Nelle sue pagine non si vedono mai cali di attenzione, scorciatoie, vignette approssimative o figure tirate via</b>. L’alto livello qualitativo appare ancora più sorprendente se si pensa che dal 2007 al 2011 (più una breve parentesi nel 2012, dovuta alla morte di Eduardo Barreto) disegna anche le tavole domenicali (colorate dal fedelissimo Tom Smith) e si concede qualche nuova incursione su <i>Fantomen</i>. Con l’approdo a <i>Phantom</i>, insomma, Ryan trova la sua dimensione ideale, il contesto adatto per firmare le pagine migliori della sua carriera, esprimendo un potenziale forse mai mostrato pienamente negli anni trascorsi in Marvel e DC.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk5L_5PkAE6SSJhnGBtphq5VmHX7qmHfhIYhYUCPDSfrOfpYC53hwXCAQHjj2237zpjhEHsqsfcfn489Xy8kW5HWecBvOcZmPhH0CcQJvQgSS2OOJuRPYily3pKm9ao_2S2k7da6dhpOUP/s900/phantom-4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="297" data-original-width="900" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk5L_5PkAE6SSJhnGBtphq5VmHX7qmHfhIYhYUCPDSfrOfpYC53hwXCAQHjj2237zpjhEHsqsfcfn489Xy8kW5HWecBvOcZmPhH0CcQJvQgSS2OOJuRPYily3pKm9ao_2S2k7da6dhpOUP/w640-h212/phantom-4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La mattina di lunedì 7 marzo 2016 i lettori si svegliano con una tragica notizia: Paul Ryan è morto improvvisamente nella sua casa di Hudson (Massachusetts), a soli 66 anni, proprio quando aveva appena ricevuto una nuova sceneggiatura da DePaul. <b>La sua corsa su <i>Phantom </i>si arresta drasticamente</b> com’era già avvenuto con Ray Moore, ma soprattutto con Wilson McCoy e Barreto. La notizia della scomparsa di Ryan rimbalza immediatamente dalle webzine ai blog, dai forum ai social network, dando vita al ricordo corale di un artista che, pur senza venire mai celebrato adeguatamente, ha firmato alcuni dei principali eventi degli anni Ottanta e Novanta per le Big Two. Le sue strisce di Phantom terranno compagnia al pubblico fino al 28 maggio 2016, per poi cedere il timone a Mike Manley.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBmhGq-lwXu_HOFOOSpD9zOQ5tW4-aOI6xJSnS5nnb3fT1smD1ROr1MqSymfBk-c744aHm6Z3lHMmuHjDz07Of3oNekraRpVYrvOTDaYnm0nhoD5Wok5u78PhbWMLXs_tddY8MYzprpoU7/s900/phantom-5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="900" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBmhGq-lwXu_HOFOOSpD9zOQ5tW4-aOI6xJSnS5nnb3fT1smD1ROr1MqSymfBk-c744aHm6Z3lHMmuHjDz07Of3oNekraRpVYrvOTDaYnm0nhoD5Wok5u78PhbWMLXs_tddY8MYzprpoU7/w640-h210/phantom-5.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Pur con una carriera decollata tardi e finita prematuramente, Ryan ha avuto spesso occasioni professionali importanti senza cercarle e si è tolto la soddisfazione di disegnare buona parte dei suoi personaggi preferiti. Con Phantom, in particolare, si era creato un feeling speciale, che in qualche occasione gli aveva fatto suggerire alcuni spunti a DePaul. <b>A dimostrazione del suo impegno, per disegnare una singola striscia impiegava circa sette ore</b>, quattro dedicate alle matite e tre all’inchiostrazione. Una volta impostato il disegno a matita, realizzava ombre e chiaroscuri direttamente a pennello, per poi aggiungere dettagli, tratteggi e linee di contorno con un pennello più fine. Sebbene avesse sempre al suo fianco materiale di riferimento, preferiva privilegiare l’osservazione, modellando le fisionomie dei personaggi su persone reali e affidandosi al suo occhio d’artista sia per le anatomie che per gli ambienti. “In ogni situazione, cerco sempre di memorizzare qualsiasi cosa - diceva - Posso memorizzare un volto, una stanza, facendo attenzione anche alle ombre”. <b>La capacità di osservazione era supportata da una grande conoscenza tecnica del disegno e da un vasto bagaglio di esperienze personali</b>: analogamente a Phantom, nel corso della vita Ryan aveva praticato scherma, equitazione, tiro con l’arco e pesi, ma sapeva maneggiare anche le armi da fuoco. Durante il periodo militare era persino entrato nella squadra di tiratori della National Guard, lasciando l’esercito nel 1978 con il grado di sottotenente. Prima di sposarsi con Linda (sua compagna per tutta la vita), aveva praticato arti marziali per due anni, fermandosi alla cintura marrone di Shotokan sotto la guida del sergente di polizia Jim Tatosky, maestro di Shotokan e taekwondo. Grazie all’eroe mascherato, infine, aveva potuto finalmente divertirsi a disegnare gli adorati cavalli. Secondo DePaul erano uno dei punti di forza del disegnatore, ma è <b>davvero difficile trovare difetti nel suo lavoro</b>. Talvolta considerato l’erede ideale di Sy Barry, <b>Ryan ha avuto il merito di svecchiare la striscia</b> e, insieme a DePaul, ha saputo rilanciarla in grande stile dopo il declino seguito alla fine dell’era Falk, imponendosi come uno dei principali artisti nella storia dell’eroe mascherato. Niente male, per un disegnatore arrivato a Phantom quasi per caso.</div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-40721033691045088512020-12-10T17:58:00.000+01:002020-12-10T17:58:22.950+01:00Recensione: Something is Killing the Children 1-2<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsyJV-0fMzpXuPnzBHG8LxXL2QHwJGhAahPNs94luR6CdOtzCkzK8JCaphxZSV4xzZ8YLdArqdjdikdyt_6FzuAAiG7IenAx9HanwtxDosSEiiO4EPu8HDKUi02D5b9NMQKdkP0N478VdS/s2048/something-is-killing-the-children.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1366" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsyJV-0fMzpXuPnzBHG8LxXL2QHwJGhAahPNs94luR6CdOtzCkzK8JCaphxZSV4xzZ8YLdArqdjdikdyt_6FzuAAiG7IenAx9HanwtxDosSEiiO4EPu8HDKUi02D5b9NMQKdkP0N478VdS/s320/something-is-killing-the-children.jpg" /></a></div>La forma della paura</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Matteo Spadini</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>SOMETHING IS KILLING THE CHILDREN 1-2</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: James Tynion IV (testi), Werther Dell'Edera (disegni), Miquel Muerto (colori)</div><div style="text-align: justify;">Formato: 128 pagine, colore, brossurato, 16,7x25, 15 €</div><div style="text-align: justify;">Editore: Edizioni BD</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">"Can you see like a child?</div><div style="text-align: justify;">Can you see what I want?"</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inizia tutto ad Archer’s Peak. Un gioco di bambini, la voglia di sentirsi grandi. Il bosco.
Qualcosa di malvagio, che gli adulti non sembrano in grado di vedere, si annida fra la natura nel buio della notte. Un privilegio concesso unicamente ai ragazzini; all’inizio senti il rumore, poi, se sei sfortunato, riesci a vedere quelle cose di sfuggita prima di essere massacrato. Se ti dice bene, muori all’istante e diventi cibo per le piccole ombre. La disperazione, invece, sarà l’unico cibo per i loro parenti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un allegro quadretto, non c’è che dire. Un’affascinante, tremenda, chiassosa creatura ideata da <b>James Tynion IV</b> e (il nostro) <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/werther%20dell%27edera" target="_blank">Werther Dell’Edera</a></b>, che prende il nome di <i><b>Something is Killing the Children</b></i>. Che, ci piace farlo notare, non è stato toccato nella versione italiana curata da <b><a href="https://www.comicsviews.it/search/label/edizioni%20bd" target="_blank">Edizioni BD</a></b>; spesse pagine che emanano forte odore di terrore e sapore di sangue. I colori di <b>Miquel Muerto</b> (vi invitiamo a cercare i suoi lavori) minacciano continuamente i nostri occhi e marchiano i personaggi; il verde di Erica (parleremo di lei, inevitabilmente) ci rasserena anche quando si macchia di rosso. Il rosso del suo più esperto collega ci riporta in altri terreni, ricordandoci quali sono i colori del bene e del male, per eccellenza. Il nero, nerissimo bosco sommerge i colori e spezza le giovani vite. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il primo volume, "<b>Non Andate nel Bosco</b>", sapeva molto di mistero e scortava le nostre domande verso un finale preparato a dovere. Tosto, pesante, spogliato di alcuni filtri che c’erano stati fino a quel momento. La natura di <b>Erica</b>, la ragazza straniera che probabilmente diventerà di casa dalle parti di Archer’s Peak, viene in parte messa a nudo, e il suo personaggio, pian piano, inizia a prendere quella forma iconica che troveremo in pieno nelle tavole del secondo numero. Dell’Edera sembra averla conosciuta, ascoltata e, in un certo senso, capita. La splash page al giro pagina, contenuta ne "L<b>a Casa del Massacro</b>" (il secondo volume), è lì a testimonianza dell’immensa forza caratteristica di Erica e, se ce ne fosse ancora bisogno, del grande talento del disegnatore italiano. E qui, dove la carne al fuoco brucia di più e la trama si addensa, la sceneggiatura di James Tynion è ancora più solida; aumentano gli elementi, gli eventi, gli attori in scena ma continua a grondare sangue, e la terra si bagna delle lacrime di chi non comprende ma vorrebbe rendersi utile. Il nero del bosco si espande, come la storia che abbiamo fra le mani.
Riuscire a vedere ciò che vedono i bambini potrebbe essere la soluzione ma, forse, sarà necessario scavare in profondità. Magari, dentro la natura del mondo adulto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> "Can you see like a child?</div><div style="text-align: justify;">Can you see what I want?</div><div style="text-align: justify;">I wanna run through your wicked garden..."</div><div style="text-align: justify;">Wicked Garden - Stone Temple Pilots</div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-50339169477258458472020-12-07T08:11:00.002+01:002021-01-07T16:06:59.031+01:00Focus: Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiONjKm1bexDfK6VasjtptqzrVwwuv60xM6woYEQR41DsObN0Zwth2cxsaNAl5ezpiG8PgmhujweerbJlo0ObK47P31JhOpiVlxLH466VFA2zDpRBdxd79H3V7enIGuORDpmElOWYqiKIFe/s831/phantom.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="803" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiONjKm1bexDfK6VasjtptqzrVwwuv60xM6woYEQR41DsObN0Zwth2cxsaNAl5ezpiG8PgmhujweerbJlo0ObK47P31JhOpiVlxLH466VFA2zDpRBdxd79H3V7enIGuORDpmElOWYqiKIFe/s320/phantom.png" /></a></div>Segue da</div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Prima parte</b></a></div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte</b></a></div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-3.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Terza parte</b></a></div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-wilson-mccoy.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Wilson McCoy</b></a></div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Prima parte</b></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Mani nascoste</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Consapevole dell’impegno richiesto dalla produzione quotidiana, fin dall’inizio della sua esperienza su Phantom, <b>Barry si circonda di diversi ghost artist</b> per velocizzare il lavoro e rispettare le scadenze. Nei primi anni Sessanta il suo principale collaboratore è <b>Bob Forgione</b>, disegnatore classe 1929 che ha iniziato la carriera intorno al 1948 come assistente di Jerry Robinson. Forgione firma le matite delle strisce quotidiane dei primi anni Sessanta, sfornando diversi primi piani iconici dell’eroe mascherato in cui la geometria della testa è valorizzata da un abile gioco di luci e ombre, sapientemente abbinato a scorci inusuali. Il suo stile pulito, dinamico ed espressivo sembra non avere punti deboli: <b>la collaborazione con Forgione dà vita al periodo migliore dell’era Barry</b>, la fase più apprezzata dai lettori, quella a cui viene più frequentemente associato il nome dell’artista di New York. Con l’addio di Forgione, le strisce si mantengono su ottimi livelli ma perdono buona parte della loro freschezza per accentuare ancora di più l’impronta realistica. Nel 1966 Joe Giella presenta a <b>Barry Don Heck</b> (co-creatore di Iron Man), propiziando una collaborazione destinata a durare dodici anni. Durante questo periodo, Heck diventa rapidamente uno degli assistenti preferiti di Sy, che ne apprezza non solo la capacità di realizzare buoni layout in tempi rapidi ma anche la gentilezza e il carattere tranquillo. Sebbene Heck cerchi di uniformarsi allo stile del disegnatore titolare, qualcuno nota la sua mano e gli scrive una lettera per chiedergli di cosa si occupi su Phantom, suscitando lo stupore del disegnatore. Nel 1968 è lo stesso Giella a entrare nella squadra di Barry. I due si erano conosciuti a 16 anni, quando frequentavano la School of Industrial Arts, ed erano rimasti buoni amici, condividendo anche l’esperienza da assistenti sulle strisce di Flash Gordon. Quando Sy gli propone di aiutarlo, <b>Joe Giella</b> accetta: reduce dai disegni delle strip di Batman, tre giorni ogni settimana si reca a casa del collega (distante una ventina di minuti dalla sua) per lavorare su Phantom. Il suo compito non si limita a matite, chine e sfondi, ma sfocia addirittura in mansioni da segretario. Quando Barry va in vacanza, inoltre, approfitta della somiglianza tra i loro stili per lasciagli la completa realizzazione delle strisce. Durante i diciassette anni di lavoro sull’eroe mascherato, Giella non ha alcun contatto con Lee Falk: l’unico incontro tra i due avviene a una festa di Natale organizzata dal King Features Syndicate, dove lo sceneggiatore, ormai anziano, si presenta con la terza moglie Elizabeth Moxley, più giovane di trentuno anni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzANlM_7fPpisc5dGlNxJxT2PqxFR_cyhBqnN1cf7SccpI0crhPBbN6uG1ayI92-h1KoqYQM3iXeLUWP7q9S702I_RPWpq-6V-4Wi1M3LfLIaolTAmeUrLhz-mk5fh-O4PpavzHLbGSRP/s1029/phantom1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1029" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzANlM_7fPpisc5dGlNxJxT2PqxFR_cyhBqnN1cf7SccpI0crhPBbN6uG1ayI92-h1KoqYQM3iXeLUWP7q9S702I_RPWpq-6V-4Wi1M3LfLIaolTAmeUrLhz-mk5fh-O4PpavzHLbGSRP/w640-h252/phantom1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nonostante il metodo di lavoro a catena di montaggio, gli anni Sessanta sono caratterizzati da una discreta uniformità stilistica grazie alla mano di Barry, che rifinisce e inchiostra i layout degli assistenti conferendo alle strisce la sua personalissima impronta. Le cose cambiano nel 1972, quando nella storia giornaliera “The Witchman” si iniziano a notare alcune differenze piuttosto importanti. Le novità sono il frutto del lavoro di <b>André LeBlanc</b>, disegnatore haitiano classe 1929, già al fianco (anonimamente) di Will Eisner su <i>Spirit</i> e collaboratore di lungo corso di Dan Barry. Per sette anni, nel periodo compreso tra il 1972 e il 1979, è lui il principale disegnatore di Phantom, occupandosi spesso anche dell’inchiostrazione e disegnando integralmente le strisce quando Barry va in vacanza. L’artista titolare supervisiona meticolosamente il lavoro, ma con LeBlanc si perdono buona parte delle caratteristiche dei folgoranti anni Sessanta: il volto di Phantom si trasforma, i primi piani penetranti e le vignette grafiche scompaiono, la regia diventa più statica. Il suo è un Phantom ordinario, dignitoso ma senza colpi ad effetto, privo dell’energia vitale che aveva contraddistinto il decennio precedente. Il momento più alto del periodo LeBlanc è rappresentato senza dubbio dal matrimonio dell’eroe mascherato (“Phantom Wedding”, 31 ottobre 1977 - 4 febbraio 1978), di cui l’assistente realizza con ogni probabilità matite e chine tanto per le strisce giornaliere quanto per le tavole domenicali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKnPnWqLKpWngT8Xye1X_WC42g_5vtLNhv5hFRpha7FfTBnvk3jZWn7yYwj-EehA07cx2KIb-T80UFQt6d7kBxy1xssYq_hwjxqJz5EBTlrHcmNpXg_zK8fCkcfPTY1qEOCMByYHYpBtvK/s643/phantom2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="643" height="404" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKnPnWqLKpWngT8Xye1X_WC42g_5vtLNhv5hFRpha7FfTBnvk3jZWn7yYwj-EehA07cx2KIb-T80UFQt6d7kBxy1xssYq_hwjxqJz5EBTlrHcmNpXg_zK8fCkcfPTY1qEOCMByYHYpBtvK/w640-h404/phantom2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Analogamente a quanto avvenuto trent’anni prima con Ray Moore, dal periodo LeBlanc in poi <b>Barry sembra perdere progressivamente interesse per Phantom</b>, finendo per lasciare sempre più spazio agli assistenti. Sulla situazione influisce certamente il rapporto teso con Falk, dovuto alle frequenti intemperanze tra i due. Fortunatamente, verso la fine degli anni Settanta, l’approdo di <b>Richard “Rich” Buckler</b> alla corte del disegnatore regala alla striscia nuova linfa. Buckler arriva a Phantom tramite Dan Barry, che lo raccomanda al fratello dopo averlo avuto come aiutante su <i>Flash Gordon</i>. Pur senza raggiungere i livelli dei primi anni Sessanta, il nuovo collaboratore recupera parte del vigore perso con LeBlanc, dimostrandosi nettamente più brillante dell’aiutante di Haiti. La lunga esperienza come ghost artist, maturata anche al fianco di Al Williamson su <i>Secret Agent Corrigan</i>, gli permette inoltre di uniformarsi con più facilità allo stile di Barry, da cui si distingue soprattutto per un uso del nero più intenso. Nei primi anni Ottanta, quando Buckler lascia Phantom, l’unico assistente di Barry rimane il fedelissimo <b>George Olesen</b>, al suo fianco dal lontano 1962. Fino al 1984 Olesen si occupa principalmente delle matite per le storie domenicali, per poi disegnare anche le strisce quotidiane. Tra gli assistenti di Barry, è probabilmente uno dei meno dotati: le figure rigide e legnose, unite al volto di Phantom squadrato e più anziano, contribuiscono a rendere le sue tavole eccessivamente scolastiche, per certi versi inadeguate. La lunga militanza sul personaggio, la produttività elevata e la puntualità nell’eseguire il lavoro fanno comunque di lui un professionista affidabile, permettendogli una lunga e proficua collaborazione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPmczOsQ_Pl2v4bKPdnKrlIyDx-VTHKd0t-AfYJmyhlajAUXVq5m-fmdrBASV3oVBQcU1MxBNiRmru7N2TDdT49hzx07Vft0jSYC_5ztONIav5Fh31ry8IKZa5WtoIY_hqunn_-9qkspj-/s849/phantom3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="849" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPmczOsQ_Pl2v4bKPdnKrlIyDx-VTHKd0t-AfYJmyhlajAUXVq5m-fmdrBASV3oVBQcU1MxBNiRmru7N2TDdT49hzx07Vft0jSYC_5ztONIav5Fh31ry8IKZa5WtoIY_hqunn_-9qkspj-/w640-h306/phantom3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Durante la sua esperienza su Phantom, <b>Barry dove fare continuamente i conti con il comportamento sopra le righe di Falk</b>, reo di mettergli i bastoni tra le ruote in più di un’occasione. Trame incomplete, sceneggiature che tardano ad arrivare, personaggi dimenticati e nomi cambiati nel corso della stessa storia: nella prima metà degli anni Novanta Barry non tollera più l’atteggiamento poco professionale dello sceneggiatore, che spesso gli ha reso difficile programmare un periodo di vacanza e talvolta lo ha costretto a interventi in corsa per tappare qualche falla. Stanco e ormai privo di stimoli creativi, nel 1994 Barry decide di levare le tende e ritirarsi per dedicare più tempo alla moglie Simmy (scomparsa nel 2020) e ai tre figli, che gli regalano quattro nipoti. Falk non sa che dietro il lavoro di Barry c’è la mano di Olesen ma, quando lo scopre, affidargli il ruolo di nuovo disegnatore titolare diventa una scelta naturale.
Ritiratosi dal fumetto, Barry dedica gran parte del suo tempo alla pittura, concentrandosi soprattutto su ritratti realizzati con una combinazione di olio, acrilici e acquerelli. Alcune di queste opere hanno per protagonista Phantom e sono state utilizzate come illustrazioni di copertina in diverse parti del mondo. Negli anni continua ad apparire alle convention e a realizzare sketch liberi e disegni su commissione (tuttora molto ambiti da appassionati e collezionisti), oltre a proseguire l’attività da filantropo, garantendo tempo e sostegno economico a numerose associazioni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpvqkAXIwCtuf1MtKvZ-JlCVJr08Q-IcE0r9FNE_nkLhYjITGwU7pVtwCKY9k50TuXaM2De84MSiXftir4Vdktvm29vGDayZZOyHvmckV83JS9eBpbe4PAQwT85OYeuf-UVdaV-EW6e27Z/s1182/phantom4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1182" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpvqkAXIwCtuf1MtKvZ-JlCVJr08Q-IcE0r9FNE_nkLhYjITGwU7pVtwCKY9k50TuXaM2De84MSiXftir4Vdktvm29vGDayZZOyHvmckV83JS9eBpbe4PAQwT85OYeuf-UVdaV-EW6e27Z/w640-h220/phantom4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Amatissimo dai lettori, con <b>trentatre anni di servizio sulla striscia</b> Barry è il disegnatore titolare di Phantom più longevo, oltre a essere quello più influente. Si può dire che, chiamando a raccolta un esercito di assistenti, sia stato proprio lui a generare la nascita di una scuola di artisti figlia dello stile di cui ha fissato i canoni negli anni Sessanta. <b>Quasi tutti i suoi eredi baseranno il loro lavoro proprio sul suo Phantom, rendendolo un punto di riferimento insostituibile</b>. In cinquant’anni di carriera, a sua volta, lui stesso è stato influenzato da molti artisti. In primo luogo dal fratello Dan, dalla cui collaborazione ha imparato più di quanto abbia potuto apprendere nel percorso di studi. In seconda battuta dagli impressionisti Degas e Daumier, che spesso l’hanno salvato dalla tendenza a procrastinare fornendogli stimoli e spunti per superare i momenti di difficoltà. Il realismo del suo stile ha inoltre richiesto un ampio uso di documentazione, custodita nel cosiddetto “morgue”: foto di sport, vestiti, uniformi, mezzi di trasporto, città straniere e quant’altro fosse necessario disegnare nelle strisce venivano raccolti là, in quei tre schedari pieni di materiale di riferimento, rigorosamente ordinati dalla A alla Z.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ2oaa4AFuS7_T-XqyoHgnhcY9bt-aap_e07voyxlSAUT_7XO06LZJkUKkd6ZjpJ84s7GT2oUEV7WDZ8Qrwg0y8IlN2-kiVvFQLAFtPv0CUAiUHlhGNac8jo9icvdj6ZuoF7WqiwUEhThf/s1081/phantom5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1081" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ2oaa4AFuS7_T-XqyoHgnhcY9bt-aap_e07voyxlSAUT_7XO06LZJkUKkd6ZjpJ84s7GT2oUEV7WDZ8Qrwg0y8IlN2-kiVvFQLAFtPv0CUAiUHlhGNac8jo9icvdj6ZuoF7WqiwUEhThf/w640-h240/phantom5.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Nel momento di massima popolarità dell’era Barry, la striscia dell’eroe mascherato viene letta quotidianamente da oltre 100 milioni di persone sparse in tutto il mondo</b>. Sebbene il disegnatore ritenga che Falk abbia spesso cercato di metterlo in secondo piano per prendersi tutto il merito del successo, lo sceneggiatore ha sempre speso buone parole nei suoi confronti, descrivendolo come l’artista tecnicamente più accurato tra tutti quelli che hanno lavorato sulla striscia, dotato di un talento speciale per il layout e considerato da tutto il settore del fumetto uno dei più grandi inchiostratori. Il riconoscimento di Falk per il lavoro di Sy (che attualmente vive a Long Island, nella sua New York) è più che motivato: del resto, <b>se Phantom è uno dei pochi personaggi degli anni Trenta ancora vivi e pubblicati in diverse nazioni, buona parte del merito va al rinnovamento avviato da Barry</b>.</div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-36445075423412329272020-11-30T08:33:00.006+01:002021-01-07T16:06:53.032+01:00Focus: Il Phantom di Sy Barry - Prima parte<div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjPCjSZ-nZRVy_HEuKh_NaWiIAcvKv5pUqcRMYb1PcS2G6TGPduSU89PcwrMaE2Obd_V2gAjmQWluFogOmscvgOptG-xA0p96bMHtw3VyBlfVsJEIhZy6utMgh0jrWvS63_uOJqsPSf6pn/s831/phantom.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="730" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjPCjSZ-nZRVy_HEuKh_NaWiIAcvKv5pUqcRMYb1PcS2G6TGPduSU89PcwrMaE2Obd_V2gAjmQWluFogOmscvgOptG-xA0p96bMHtw3VyBlfVsJEIhZy6utMgh0jrWvS63_uOJqsPSf6pn/s320/phantom.png" /></a></div>Segue da</div><div style="text-align: justify;"><span>- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Prima parte</b></a></div><div style="text-align: justify;"><span>- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte</b></a></div><div style="text-align: justify;"><span>- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-3.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Ray Moore - Terza parte</b></a></div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-wilson-mccoy.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Wilson McCoy</b></a></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Il Fantasma moderno</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">La proposta arriva in un giorno di lavoro come tanti altri: “<b>Wilson McCoy è in ospedale, vuoi disegnare Phantom?</b>”. Apprezzando l’eroe mascherato fin dai tempi di Ray Moore, Sy Barry non può rifiutare l’offerta, anche se si tratta solo di un impegno momentaneo per dare a McCoy il tempo di riprendersi. Mentre le tavole domenicali passano a Bill Lignante, per lui si aprono le porte delle storie giornaliere. Pare sia stato Lee Falk in persona ad approvare il nome di Barry: del resto, la sua esperienza come disegnatore di strisce garantisce affidabilità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpl1RCAQazP7NB66XbEDhzq2NYNBkBhCTDeIpc_IzyKT_5Yh7LkNzmbXJ6eth8_vWmmpjx9m1zcmWt9rRIVw_-Q7BX5c_bFr8_jNQ45zt9lXPucjJaxtbrH9o2DcPghXa29-TsVV7X2of/s1025/phantom1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1025" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpl1RCAQazP7NB66XbEDhzq2NYNBkBhCTDeIpc_IzyKT_5Yh7LkNzmbXJ6eth8_vWmmpjx9m1zcmWt9rRIVw_-Q7BX5c_bFr8_jNQ45zt9lXPucjJaxtbrH9o2DcPghXa29-TsVV7X2of/w640-h252/phantom1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nato a New York il 12 marzo 1928 in una famiglia molto povera, <b>Seymour “Sy” Barry</b> viene dato in affido e trascorre i primi dieci anni della sua vita lontano da casa senza sapere il perché. Sono gli anni della Depressione, un periodo difficile in cui il padre imbianchino fatica a sfamare gli otto figli. Il giovanissimo Sy si appassiona al disegno e ai fumetti d’avventura pubblicati sui quotidiani: oltre a <i>Phantom</i>, legge <i>Flash Gordon</i> e <i>Secret Agent X-9</i> di Alex Raymond, <i>Terry and the Pirates</i> di Milton Caniff e <i>Smiling Jack</i> di Zack Mosley, ma è attratto soprattutto dallo stile realistico degli illustratori che disegnano per le riviste. Non a caso, tra i fumetti, il suo titolo preferito è <i>Prince Valiant</i> di Hal Foster, un artista molto più vicino all’illustrazione che all’arte sequenziale. Quando torna a vivere a Coney Island con la famiglia, scopre che il fratello Dan, più grande di cinque anni, ama i fumetti e ha lasciato il liceo per iniziare a guadagnare qualcosa disegnandoli. La passione in comune per il disegno lo fa sentire molto vicino a Dan, ma le differenze caratteriali renderanno il loro rapporto segnato da forti contrasti. In ogni caso, anche Sy mostra uno spiccato talento per il disegno, tanto che un suo insegnante lo nota e lo incoraggia a candidarsi alla School of Art della città. Nel 1943 è uno dei cento ragazzi a superare le selezioni della scuola, dove fa amicizia con i giovani Joe Giella, Al Scaduto e Emilio Squeglio, anche loro destinati a una carriera da professionisti nei comics. Dopo il diploma, mentre frequenta la Art Students League di New York, comincia a disegnare fumetti come assistente del fratello Dan, con cui lavora sulle strisce di <i>Tarzan</i> tra il 1947 e il 1948, occupandosi soprattutto di layout, inchiostrazione e sfondi. La fine degli anni Quaranta rappresenta l’inizio della carriera da freelancer: durante questo periodo collabora con diverse case editrici come Gleason, Timely (la futura Marvel) e National (la futura DC), dove disegna su <i>Famous Funnies</i>, <i>Jonny Peril</i>, <i>Rex</i>, <i>Phantom Stranger</i>, <i>Action Comics</i>, <i>Detective Comics</i> e molti altri titoli. Per il giovane artista è un momento molto stimolante: il ruolo di inchiostratore lo porta a lavorare con disegnatori del calibro di Alex Toth, Carmine Infantino e Frank Giacoia, oltre ad André LeBlanc e George Olesen, nomi che (al pari dell’ex compagno di studi Giella) avranno un ruolo importante nel suo futuro. L’impegno con la National non impedisce a Sy di correre spesso ad aiutare Dan (sotto pressione con le consegne), mettendosi a sua volta in difficoltà nel completare il proprio lavoro e rinunciando a incarichi più remunerativi. Nonostante la grande stima per il fratello maggiore, la scarsa riconoscenza di Dan nei suoi confronti resterà sempre un cruccio per Sy. Verso la fine degli anni Cinquanta lascia la National per tornare in pianta stabile al fianco del fratello sulle strisce di <i>Flash Gordon</i>, procurandosi un contatto decisivo con il King Features Syndicate, che decide di dargli una chance quando McCoy si ammala. La proposta di disegnare Phantom arriva proprio durante il periodo su <i>Flash Gordon</i>: è il 1961 e Barry, ormai insoddisfatto della collaborazione con Dan, vuole svincolarsi dal fratello per tornare a lavorare in proprio. Quando McCoy è costretto a fermarsi, Sy ha appena proposto al Syndicate una nuova striscia sulla guerra civile realizzata con Frank Giacoia, un’idea molto apprezzata in redazione. Conoscendolo per il lavoro svolto su <i>Flash Gordon</i> e per la volontà di iniziare una nuova esperienza, la sua scelta come sostituto di Wilson diventa quasi automatica.
</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgQ6FoHAfm8PSVrQ6Zubh7sOlSYXh3eIaIvZ_G0a6vYvWarpFBQLbTMMWAtnMP6-weTCIy-BNCNP_8O6rAswLqG7wh84Yom1CJofKrT1UlpZDi6D59qUEAmXDiqJ0bbzYItGrpWC00LIff/s676/phantom2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="676" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgQ6FoHAfm8PSVrQ6Zubh7sOlSYXh3eIaIvZ_G0a6vYvWarpFBQLbTMMWAtnMP6-weTCIy-BNCNP_8O6rAswLqG7wh84Yom1CJofKrT1UlpZDi6D59qUEAmXDiqJ0bbzYItGrpWC00LIff/w640-h384/phantom2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nonostante una discreta esperienza alle spalle, l’avventura di Barry su <i>Phantom</i> parte con il piede sbagliato. “Sy, sono bellissime ma non possiamo pubblicarle” lo avvisa l’editor, guardando le strisce della prima settimana. Lo stile è molto realistico, simile a quello usato su <i>Flash Gordon</i>, troppo diverso dai disegni di McCoy. “Queste te le paghiamo, ma dovrai rifarle”. Disegnare ispirandosi a McCoy, per Barry, non è per niente facile. I loro stili sono talmente lontani che, tornato al tavolo da disegno, ha l’impressione di dover dimenticare tutte le tecniche e i trucchi imparati nel corso degli anni per ricominciare da zero. Di fatto, deve disegnare con lo stile di un’altra persona, qualcosa mai fatto nemmeno su <i>Flash Gordon</i>, dove la mano di Dan era palesemente più affine alla sua. Più che disegnare come McCoy, alla fine, troverà un punto di equilibrio tra il suo stile e quello del suo predecessore. Il 20 luglio 1961 è ancora al lavoro sulla sua prima storia di Phantom, quando viene raggiunto da una notizia inaspettata: Wilson McCoy è morto d’infarto mentre era ricoverato per l’infezione contratta in Congo. Soddisfatti del lavoro di Barry, al Syndicate non hanno bisogno di cercare un erede per Wilson: con il benestare di Falk, l’incarico temporaneo si trasforma in un lavoro a tempo indeterminato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtSFYvaetUC_E7GmTrafg9fhtKhkkJ0cWHjC6gzzLNNTl-4bV94-yhAjfYpZAWBNIm0LvtMz63MatXhE0NTuMcf_Ze8mheO9eBArnEl93UoBnRhtypEkQ8KO_fS57SAQULgwuZHaHL6IVl/s689/phantom3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="689" height="376" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtSFYvaetUC_E7GmTrafg9fhtKhkkJ0cWHjC6gzzLNNTl-4bV94-yhAjfYpZAWBNIm0LvtMz63MatXhE0NTuMcf_Ze8mheO9eBArnEl93UoBnRhtypEkQ8KO_fS57SAQULgwuZHaHL6IVl/w640-h376/phantom3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando Sy viene ufficialmente nominato nuovo disegnatore titolare delle strisce quotidiane di Phantom, sui giornali non è ancora apparsa nemmeno una sua striscia. La prima avventura disegnata da Barry, “The Slave Market of Mucar”, debutta il 21 agosto 1961 e si conclude il 10 febbraio 1962, segnando l’inizio di una nuova era. Sebbene lo stile sia una mediazione tra il passato e il futuro, probabilmente i lettori più attenti riescono già ad avvertire l’aria di cambiamento che sta per soffiare sulla striscia. Non dovendo più fare da riserva, infatti, <b>dopo due mesi Barry inizia a disegnare con il suo stile</b> e dalla storia successiva (“The Epidemic”, 12 febbraio - 16 giugno 1962) è <b>libero di sviluppare una versione personale di Phantom</b>. Lo fa gradualmente per non sconvolgere i lettori, da tempo abituati al segno di McCoy, ma l’intenzione di puntare dritto verso il realismo è chiara. Quando il Syndicate gli affida anche le tavole domenicali al posto del poco convincente Lignante (“Treasure of the Skull Cave”, 10 maggio - 28 ottobre 1962), Sy ha la conferma che il suo approccio innovativo è apprezzato tanto dall’editore quanto dal pubblico. Così, nel giro di poche storie, completa lo sviluppo del nuovo stile, imponendo rapidamente una nuova visione della striscia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIGZINaA3SxFQQUpfdsVYMBNHMvMNgS7xJ1q6QQ56HDiinWBOroEbhfauw2DCeRNfQYeKDwHQ-TGByVLDZl8LJ0J5vtnA11wpn7ZWyuH3TdR-LfrqbVhLlmwzT3H-Pl2qxOz1ouqwCBjBq/s1314/phantom4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1314" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIGZINaA3SxFQQUpfdsVYMBNHMvMNgS7xJ1q6QQ56HDiinWBOroEbhfauw2DCeRNfQYeKDwHQ-TGByVLDZl8LJ0J5vtnA11wpn7ZWyuH3TdR-LfrqbVhLlmwzT3H-Pl2qxOz1ouqwCBjBq/w640-h198/phantom4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>La precisione e la cura del particolare di Barry rappresentano l’antitesi dell’impressionismo di Moore e dello stile pop di McCoy</b>: con il suo arrivo si apre una stagione completamente nuova, dove suggestioni e ingenuità vanno definitivamente in archivio per fare spazio al realismo e alla tecnica pura. Il suo stile è forse meno artistico di quello dei suoi due predecessori ma più concreto e moderno, al passo coi tempi, per certi versi in grado di anticipare alcune tendenze degli anni Sessanta. Il maggior peso del fattore tecnico non deve far pensare a un lavoro freddo e scolastico: la mano di Barry regala atmosfera alle vignette grazie a un abile uso del chiaroscuro capace di dare profondità alle immagini e renderle vive, calando Phantom in un mondo reale diametralmente opposto a quello idealizzato di McCoy. L’eroe mascherato cambia, il suo fisico diventa potente e muscoloso, la testa si trasforma in una sfera con la base del viso massiccia sormontata da zigomi alti e sporgenti, mentre la mascherina nera scende fin sugli zigomi e lo spazio bianco degli occhi si fa più grande. Barry, in sostanza, <b>definisce i canoni del Phantom moderno, quello definitivo, creando un prototipo</b> a cui quasi tutti i disegnatori (compresi quelli stranieri) si rifaranno nei decenni successivi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSvGr8lIIirUY_HAkD8_TKpdYW5yKt7Zasyvs38W0EFqzd8VzIZ79ptzqAmbdGC3x7dKtryCDlzuNlG3K-6TDOjJSRgJxG0rEM765UH5J1V4mkuD5FXY3oXGeDQs4_e_M76m8OYNlE8Txk/s979/phantom5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="979" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSvGr8lIIirUY_HAkD8_TKpdYW5yKt7Zasyvs38W0EFqzd8VzIZ79ptzqAmbdGC3x7dKtryCDlzuNlG3K-6TDOjJSRgJxG0rEM765UH5J1V4mkuD5FXY3oXGeDQs4_e_M76m8OYNlE8Txk/w640-h264/phantom5.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con il consueto spirito di adattamento, <b>Falk si adegua ancora una volta alle caratteristiche del disegnatore in carica</b>, rendendo la striscia sempre più vicina alla realtà e ai cambiamenti sociali in atto. Phantom collabora con le Nazioni Unite, mentre Diana lavora per il Palazzo di Vetro prima come infermiera e poi come direttrice della sezione afro-asiatica per i diritti umani. Insieme, inoltre, i due sostengono la candidatura del futuro primo presidente del neonato stato del Bangalla, Lamanda Luaga, un medico nato nella tribù dei Llongo distintosi per aver debellato un’epidemia e sventato un colpo di stato. L’evento più importante riguarda però la vita privata del protagonista: dopo anni di promesse, infatti, l’eroe e la compagna consacrano finalmente il loro amore in uno storico matrimonio a cui intervengono come invitati anche Mandrake e il fedele Lothar. Dall’unione di Phantom e Diana nasceranno i gemelli Kit e Heloise, assicurando alla generazione successiva una nuova Ombra che cammina. Come sospettano i lettori più attenti, <b>non tutto ciò che appare nelle strisce è opera di Barry: dietro la sua firma, infatti, si nascondono molte altre mani</b>.</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Continua con</div><div style="text-align: justify;">- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/12/phantom-sy-barry-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte</b></a></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-90225555471112933342020-11-23T08:09:00.003+01:002021-01-07T16:06:47.023+01:00Focus: Il Phantom di Wilson McCoy<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDCKVBct3TUZdHM3_OeCkDMYnk9RTpYAOB9esgYckRol4IR6gPk2Oh6L3lGOijW-HoNG4PHygJn9gm09rbVU7MjfcJ2qbl8zBykDQ6463vqjabtWVKb-HDByC6F0oGoTZIrMAB-W3uNdVP/s831/phantom.pngg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="522" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDCKVBct3TUZdHM3_OeCkDMYnk9RTpYAOB9esgYckRol4IR6gPk2Oh6L3lGOijW-HoNG4PHygJn9gm09rbVU7MjfcJ2qbl8zBykDQ6463vqjabtWVKb-HDByC6F0oGoTZIrMAB-W3uNdVP/s320/phantom.png" /></a></div><div style="text-align: justify;"><div style="font-size: medium; font-weight: 400;">Segue da</div><div style="font-size: medium;"><span style="font-weight: 400;">- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Prima parte</a></div><div style="font-size: medium;"><span style="font-weight: 400;">- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-2.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte</a></div><div style="font-size: medium;"><span style="font-weight: 400;">- </span><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-3.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Terza parte</a></div><div style="font-size: medium; font-weight: 400;"><br /></div></div>Favole Pop</span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo </b></div><div style="text-align: justify;"><div><br /></div></div><div style="text-align: justify;">Per anni ha macinato pagine su pagine in totale anonimato, ha sostituito Ray Moore durante la guerra, lo ha aiutato a completare il lavoro quando la salute l’ha tradito, poi ne ha rilevato il posto restando alla guida di Phantom per quindici anni. <b>Robert Wilson McCoy</b> è il <b>perfetto esempio del disegnatore affidabile</b>, quello che non si risparmia e non si tira mai indietro, sempre disponibile a raccogliere la sfida e sempre puntuale all’appuntamento con le scadenze. Una qualità fondamentale per un disegnatore di fumetti, ancor più se si tratta di strisce giornaliere. Nel corso della vita, però, McCoy si è occupato di molte altre cose. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEfpnAbyf4Z7rST5J24fzEFraLTFnIcMDXsOVclVlwiIs6vQiOviCj_0dlpXY-BavIIVWf9b8WuAw2lnzQGmpzwIZKWrWGi3-hkIJpnP-sV_O44R3bkYaNzgBu4M7_3tI_UrTgqbQktYxI/s810/phantom1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="810" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEfpnAbyf4Z7rST5J24fzEFraLTFnIcMDXsOVclVlwiIs6vQiOviCj_0dlpXY-BavIIVWf9b8WuAw2lnzQGmpzwIZKWrWGi3-hkIJpnP-sV_O44R3bkYaNzgBu4M7_3tI_UrTgqbQktYxI/w640-h320/phantom1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La sua storia inizia il 6 aprile 1902, quando nasce a Troy (Missouri), penultimo di sette figli in una famiglia abituata a girovagare in lungo e in largo gli Stati Uniti per via del lavoro del padre, commerciante di strumenti musicali. I genitori, Edward Ferdinand McCoy e Theodocia Elizabeth Turnbull, si sposano il 23 maggio 1886 a Batchtown, Calhoun County (Illinois), e solo successivamente si trasferiscono a St. Louis (Missouri), la città in cui Wilson cresce cambiando continuamente casa. Il suo primo impiego arriva nel 1914, un anno dopo la morte del padre, a soli 12 anni: assunto in una drogheria, lavora otto ore al giorno dopo la scuola e dodici ore il sabato e la domenica, per un totale di 3 dollari settimanali destinati ad aiutare i fratelli e la madre, che nel frattempo ha aperto una pensione grazie a un prestito. Seguono due anni di liceo, quindi l’ingresso nell’agenzia pubblicitaria D'Arcy Advertising Co. (inizialmente come fattorino e poi all’interno dello staff creativo) e successivamente nella General Outdoor Advertising. Nel mentre, con i risparmi accumulati, si iscrive alla School of Fine Arts, presso la Washington University di St. Louis, dove conosce Dorothy Rainwater, più giovane di tre anni: dopo aver vinto 5 dollari a testa in un concorso di fumetti lanciato dal St. Louis Post-Dispatch nel gennaio 1925, i due si fidanzano ufficialmente nel giugno dello stesso anno. Il 12 settembre arriva il matrimonio, ma l’intenzione di trasferirsi a Chicago deve ancora aspettare l’ultimo anno di università, durante il quale Wilson diventa presidente della Art School Association. Mentre Dorothy è incinta del loro primo figlio (Robert Wilson Jr.), nell’autunno 1926 McCoy fa una prima incursione a Chicago con 7 dollari in tasca per frequentare l’American Academy of Art. Nonostante il lavoro trovato nella Windy City, l’anno seguente torna a St. Louis impiegandosi come insegnante di disegno e illustrazione. Il 1931 è l’anno del grande spavento: un automobilista travolge Wilson mentre è al volante della sua auto, provocandogli lo schiacciamento dei polmoni. Sebbene versi in gravi condizioni, riesce miracolosamente a salvarsi, diventando la prima persona al mondo sopravvissuta a un simile incidente. Nel frattempo, la vita professionale ha iniziato a regalargli qualche soddisfazione: nel 1930, con il collega Charles Francis Quest, ha infatti aperto la sua prima agenzia pubblicitaria, la McCoy & Quest. Lo studio si trova al 2313 di Washington Avenue, a St. Louis, nello stesso edificio dello studio di Ray Moore, che ha frequentato la sua stessa università insieme a Lester Harry “Tex” Willman, futuro socio di Wilson. Per tutto il decennio, la carriera di McCoy va a gonfie vele: collaborando con diversi studi, lavora per aziende come Shell, Tums, Dr. Pepper e U.S. Rubber, oltre a realizzare illustrazioni per calendari, stampe, pin-up e copertine per Liberty Magazine. Nel 1939, con l’inizio delle storie domenicali di Phantom, McCoy e Willman diventano assistenti di Moore. Wilson non può immaginare sia <b>la svolta della sua vita</b>, ma è esattamente quello che succede: anche se i 53 dollari settimanali ricevuti per sostituire Ray durante la guerra gli fanno storcere il naso, nel corso del tempo il compenso crescerà, permettendo finalmente alla sua famiglia (allargatasi nel 1933, con la nascita della secondogenita Carol) di trasferirsi a Chicago. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMjw1d-VnKXqTkhU3gEtH1IvxFhJnbgxJMH7SpKJeAZnY_af2rX581V9Mwwxq5Mp1RNFGBEWTw3t92xM6vHF0FmDya_O1g8ptB2Tnk7XArY-vZbXRtmpB2HO5CMH8uhE5PRCxZwRtzOKww/s804/phantom2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="804" height="322" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMjw1d-VnKXqTkhU3gEtH1IvxFhJnbgxJMH7SpKJeAZnY_af2rX581V9Mwwxq5Mp1RNFGBEWTw3t92xM6vHF0FmDya_O1g8ptB2Tnk7XArY-vZbXRtmpB2HO5CMH8uhE5PRCxZwRtzOKww/w640-h322/phantom2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo sette anni di lavoro come ghost artist, la prima storia ufficialmente accreditata a McCoy, “Queen Asta of Trondelay”, viene pubblicata tra il 15 luglio e il 26 ottobre 1946. Tre anni più tardi, con la pubblicazione di Fathers and Sons (20 febbraio - 24 aprile 1949), l’artista inizia a firmare anche le tavole domenicali. Nonostante l’ombra di Moore non scompaia immediatamente, Wilson cerca di staccarsi completamente dal disegno del suo predecessore, sviluppando uno stile piatto ed essenziale, volutamente ingenuo, talmente naif da sembrare infantile. Un taglio netto con il passato di cui si erano già avute le avvisaglie nel periodo trascorso come assistente, durante il quale la sua mano aveva preso sempre più spazio contribuendo alla trasformazione stilistica di Moore. <b>McCoy cura il minimo dettaglio e fa ampio uso di documentazione fotografica alla ricerca della massima naturalezza</b>, allestendo set casalinghi in cui moglie e figli posano per lui interpretando le scene da disegnare. La villa dove vive e lavora, situata a Barrington presso il 254 di Donlea Road (nell’area metropolitana di Chicago), diventa il modello per la casa di Diana Palmer, a dimostrazione di come il contesto reale sia la base imprescindibile del suo operato. Lo stile di McCoy, insomma, non è infantile come potrebbe sembrare: <b>Wilson rielabora la realtà attraverso uno straordinario lavoro di sintesi</b>, dimostrando notevoli capacità tecniche e una personalità capace di sfociare in un’<b>irresistibile vena pop</b>. McCoy, inoltre, trasferisce la sua esperienza da illustratore di pin-up nel disegno della figura femminile: a cominciare da Diana, <b>le sue donne sono graziose fanciulle dall’aspetto borghese</b>, lontanissime dalle sensuali femmes fatales e le sofisticate star hollywoodiane tratteggiate dal suo predecessore. <b>Anche Phantom cambia radicalmente aspetto</b>, passando dalla figura atletica e potente di Moore a un fisico burroso che fa sembrare la calzamaglia un goffo pigiamone. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWkOzCv80xS3K7axOIMAyQEoOjvJIxqX60lqTGkK0xaOt4yL1IagflbQe9T38q0N6PMP54RLT7n-kwcGCWM3LwmSnuMG_JxM3d2v4u4Yr4_Z9YM_sJ5L7KiNhN-Zgzd2dhRMaoeYbvrwGH/s807/phantom3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="807" height="322" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWkOzCv80xS3K7axOIMAyQEoOjvJIxqX60lqTGkK0xaOt4yL1IagflbQe9T38q0N6PMP54RLT7n-kwcGCWM3LwmSnuMG_JxM3d2v4u4Yr4_Z9YM_sJ5L7KiNhN-Zgzd2dhRMaoeYbvrwGH/w640-h322/phantom3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando prende le redini della striscia, in sostanza, <b>McCoy mette rapidamente a fuoco un percorso personale, privo di qualsiasi continuità con Moore</b> e<b> del tutto indifferente alle correnti grafiche più in voga</b>. Il suo stile sdrammatizza le imprese del protagonista, svuotandole di qualsiasi connotazione eroica, in un’edulcorazione dei toni che sembra quasi anticipare il giro di vite imposto dal Comics Code nel 1954. McCoy si fa promotore di una scelta coraggiosa ma efficace, perché permette a Phantom di sviluppare un proprio universo ben definito: <b>Falk, infatti, si adatta alle caratteristiche del disegnatore cambiando completamente i toni della striscia</b>. Le avventure cupe dell’epoca Moore cedono il passo a trame bizzarre rivolte soprattutto a un pubblico giovane, spesso ambientate in regni fiabeschi governati da giovani sovrani e principesse capricciose, oppure in foreste abitate da curiose popolazioni indigene. In questo modo lo sceneggiatore delinea maggiormente l’immaginario stato del Bengali che fa da sfondo alle storie, un paese dove la giungla incontaminata degli indigeni convive con moderne metropoli di stampo sudafricano. Per variare trame e ambientazioni, insomma, non è più necessario trasferirsi negli Stati Uniti, è sufficiente spostare Phantom in città costiere come Frasertown e Bengali per fargli vivere avventure dalle atmosfere urbane contro gangster e terroristi. McCoy, in ogni caso, dà il suo meglio nelle storie ambientate nella giungla. La foresta del Bengali abbandona l’aspetto oscuro e minaccioso del periodo Moore per trasformarsi in un grande bosco decisamente più rassicurante, quasi idealizzato, dove Phantom trascorre le giornate rilassandosi in compagnia di Diana o leggendo le cronache dei suoi antenati nella sua Caverna del Teschio. Appassionato di viaggi e safari, McCoy si reca in prima persona nei luoghi che ispirano gli scenari dell’eroe mascherato, modellando la tribù dei Bandar sui pigmei Mbuti, una popolazione indigena della foresta dell’Ituri, in Congo. Dovunque vada, si documenta, scatta foto, studia architetture e vestiti degli abitanti locali per possibili usi futuri. Il successore di Moore è <b>completamente assorbito dal suo lavoro</b>, un artista dotato di un <b>approccio maniacale</b> apparentemente lontano dal segno stilizzato mostrato nelle strisce. A differenza dei colleghi, inoltre, <b>preferisce fare tutto da solo</b>, senza appoggiarsi a una squadra di assistenti. <b>L’unica a dargli una mano è la moglie</b>: oltre a occuparsi del lettering, Dorothy sfrutta le sue buone doti di disegnatrice per i layout e gli sfondi, aiutandolo ad alleggerire l’enorme carico di lavoro. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgttY4-Be0tKAdLc_1jsl5E33B2ZcRTuVHzZ1GAly_Zq4bodj_UX_oVuivk4SHRzA7jJnsnOn1MAYFSBHEvKalDpLO7cPr9GsNQ78f8j719Fsyw53lMl11YIUpnOQyCPR-Gcvkc2FguOLBl/s812/phantom4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="812" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgttY4-Be0tKAdLc_1jsl5E33B2ZcRTuVHzZ1GAly_Zq4bodj_UX_oVuivk4SHRzA7jJnsnOn1MAYFSBHEvKalDpLO7cPr9GsNQ78f8j719Fsyw53lMl11YIUpnOQyCPR-Gcvkc2FguOLBl/w640-h320/phantom4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">McCoy, insomma, è probabilmente l’artista che più di ogni altro si è impegnato nel disegnare Phantom, dedicando anima e corpo alla produzione della striscia. Per <b>un tragico scherzo del destino</b>, saranno proprio l’abitudine alla documentazione e la passione per i viaggi a causare la sua fine. Nel 1961, durante un safari in Congo sulle tracce degli Mbuti, Wilson contrae un’infezione. Viene curato con gli antibiotici, ma ogni tanto il problema torna a disturbarlo fino a formare un coagulo di sangue e coinvolgere il cuore. Mentre sta combattendo contro la malattia, il 20 luglio 1961 un infarto lo stronca in un letto d’ospedale a soli 59 anni. La sua ultima striscia giornaliera appare il 19 agosto 1961, mentre l’ultima tavola domenicale esce il 17 settembre dello stesso anno. Se le storie quotidiane vengono rilevate da Sy Barry, le tavole domenicali passano per una settimana a Carmine Infantino e poi stabilmente nelle mani di Bill Lignante. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6fw3S0nlji8Ex7X_TMZxCh8wRS7sEqzmzVK913p7ARdESlylE8Htn1m3yJobm2Z-QzbrOnaGn8NsBgKiRK9YbbNqUCmLODQVWOZSqBvG9SypWObfLwgxvBlMUn0mjkhgx4Iy77BoIEVJI/s555/phantom5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="555" height="468" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6fw3S0nlji8Ex7X_TMZxCh8wRS7sEqzmzVK913p7ARdESlylE8Htn1m3yJobm2Z-QzbrOnaGn8NsBgKiRK9YbbNqUCmLODQVWOZSqBvG9SypWObfLwgxvBlMUn0mjkhgx4Iy77BoIEVJI/w640-h468/phantom5.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La morte di McCoy segna <b>la fine di un’epoca</b>, un periodo irripetibile contrassegnato da una sorprendente trasformazione stilistica e di contenuti. Il passaggio a una visione del personaggio più ingenua potrebbe sembrare una regressione rispetto alla gestione Moore, ma in realtà si tratta semplicemente di un approccio differente che testimonia la versatilità di Phantom e del suo mondo, capaci di mutare pelle rimanendo fedeli alla loro essenza. Il cambio di rotta funziona solo grazie allo stile di McCoy, perfetto per disegnare questo tipo di storie, spesso più simili a favole che alle avventure di un avversario del crimine. <b>Con un altro artista non sarebbe stata la stessa cosa</b>: impensabile, ad esempio, immaginare Moore alle prese con maghi, stregoni e altre figure soprannaturali come quelle che popolano le strisce di questo periodo. Le storie dal carattere immaginario continueranno anche dopo la morte di Wilson, ma nessun disegnatore saprà farle funzionare con la sua stessa magia. Il Phantom di McCoy, in definitiva, resta un esemplare unico, una parentesi felice che porta l’eroe mascherato a una popolarità dilagante: pubblicata su cinquecento quotidiani in quarantasette paesi del mondo, <b>durante l’era McCoy la striscia dell’Ombra che cammina raggiunge la sua massima diffusione</b>. Più pop di così non si può.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Continua con</div><div style="text-align: justify;"><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Prima parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/12/phantom-sy-barry-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte</b></a></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-13149090477621908212020-11-20T16:30:00.002+01:002020-11-20T16:36:32.521+01:00Recensione: Captain Bio 1-7<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9KPHTb4E82uTDiMVYBs_jNa-UzE_F5hQqQGT_873RE6EmkwNaVKw6yJtpgBarMExohrFa0-tD_TvfHV9qhXsW24JspollDIvK89o55usv1B1L5nEQV9JIFRVtMrirUjoltAA6c-iiIOfO/s621/captain-bio.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="621" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9KPHTb4E82uTDiMVYBs_jNa-UzE_F5hQqQGT_873RE6EmkwNaVKw6yJtpgBarMExohrFa0-tD_TvfHV9qhXsW24JspollDIvK89o55usv1B1L5nEQV9JIFRVtMrirUjoltAA6c-iiIOfO/s320/captain-bio.jpg" /></a></div>I vecchi fumetti educativi</b></span></div><div style="text-align: justify;">di <b>Antonio Di Carlo</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b>CAPTAIN BIO 1-7</b></div><div style="text-align: justify;">Autori: Tim Peters e AA.VV. (testi e disegni)</div><div><div style="text-align: justify;">Formato: 12 pagine cad., colore, spillato, 17x26, gratuiti</div><div style="text-align: justify;">Editore: Bio Comics </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lanciato da un label denominato <b>Bio Comics</b> (della casa farmaceutica Merck) per una serie di fumetti (sette in tutto) di tipo educativo di stampo supereroistico racconta la storia di un sedicente <b>Captain Bio</b>, il cui nome ricorda Capitan America ma il cui look è un incrocio tra Ciclope e Silver Surfer (sempre della Marvel), che si batte contro una serie di virus (tra i quali l'HIV e quello dell'epatite) presentati come i supervillain di turno. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Considerata l'attuale <a href="https://www.comicsviews.it/search/label/coronavirus" target="_blank">emergenza Covid-19</a>, la cui durata rischia di prolungarsi, Captain Bio è un fumetto sconosciuto ai più, pubblicato negli USA tra 1994 e 1997, comunque godibile sia nei disegni come nelle trame, forse da riesumare per eventuali future campagne educative anti-virus.</div></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-49870502190167129052020-11-16T08:57:00.007+01:002021-01-07T16:06:40.724+01:00Focus: Il Phantom di Ray Moore - Terza parte<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8cWle-waNogJEHn3Mq_Ethg_witviHYMuwE7cr8yy1dNhUrl3Sc9d3lACuXOzasi1nGPTnaE0mRN_IP-V1av1M8QUzw13iubrJ1QUgjmpW8FiIsRRWv58H8EtYAJ9BQ9nDnBYc37RV6RI/s831/the-phantom.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="791" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8cWle-waNogJEHn3Mq_Ethg_witviHYMuwE7cr8yy1dNhUrl3Sc9d3lACuXOzasi1nGPTnaE0mRN_IP-V1av1M8QUzw13iubrJ1QUgjmpW8FiIsRRWv58H8EtYAJ9BQ9nDnBYc37RV6RI/s320/the-phantom.png" /></a>Segue da <div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Prima parte </a></b></div><div><div><div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-2.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte</a></b></div><div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Fantasmi al tramonto </span></b></div><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Al ritorno dal conflitto, Moore trova un Phantom in forte cambiamento. I disegni naïf di McCoy, infatti, hanno spinto Falk su nuove rotte narrative per proporre trame più affini allo stile del disegnatore: le storie d’azione dal taglio realistico stanno cedendo gradualmente il passo ad <b>avventure più fantasiose</b>, spesso ambientate in regni incantati e contesti quasi fiabeschi. Se il primo Phantom era pensato principalmente per un pubblico maturo, quello nuovo sembra rivolgersi a <b>un target sempre più giovane</b>. </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Per celebrare il ritorno ai pennelli di Moore, Falk pensa di sfruttare nuovamente la sua abilità nel disegnare le donne scrivendo “The Mermaids of Melo Straits” (12 novembre 1945 - 16 febbraio 1946), una storia per le strisce quotidiane in cui una banda tutta al femminile rapina i passeggeri delle navi travestita da sirene. Ray riprende così la fascia da capitano e il fedele McCoy torna a indossare la divisa da gregario, ma <b>la mano felice dei giorni migliori è soltanto un ricordo</b>: Moore è tornato dalla guerra con un serio problema alle nervature, un disturbo che gli crea grossi problemi al tavolo da disegno. La qualità del lavoro è talmente inferiore ai suoi standard da far sospettare a qualcuno che le strisce siano opera di un altro artista. Effettivamente, se da un lato il lungo periodo di inattività può aver arrugginito Moore, dall’altro lato è difficile accettare disegni così poveri e approssimativi da un autore che aveva conquistato il pubblico a colpi di dinamismo, mistero e seduzione. Nel corso dell’avventura successiva (“Princess Valerie”, 18 febbraio - 13 luglio 1946), i disturbi obbligano Moore ad abbandonare il lavoro e cedere nuovamente il testimone a McCoy. Questa volta, però, <b>il passaggio di consegne diventa definitivo</b>: non potendo reggere i ritmi per la produzione quotidiana, Ray lascia ufficialmente le strisce giornaliere all’assistente e si limita a disegnare le tavole domenicali. L’esperienza si rivela estremamente complicata, con McCoy costretto più volte a correre (anonimamente) in soccorso per completare il lavoro abbandonato dal collega, tornato a esprimersi su buoni livelli ma spesso bloccato ai box da una condizione fisica sempre più sofferta. La situazione si protrae tra alti e bassi per circa due anni, fino a quando <b>i problemi di salute costringono Moore ad alzare bandiera bianca</b> e salutare Phantom per sempre: la sua ultima apparizione avviene nella storia domenicale “The Haunted Castle” (12 settembre 1948 - 13 febbraio 1949), di cui disegna solo la tavola iniziale. Ancora una volta la missione verrà completata dall’inesauribile McCoy, destinato a subentrare come artista titolare anche sulle pagine domenicali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0xtVeEwRAUGR064z4u9SYmDQjPudohhY_HnlTWk7UwkcNeVIpiik5Gzq7EpgevtDLGFpvoSYtoHC0R28LQIizV0j_wsSd3QvcRDUUXzzFf8fUl3FJNGY_WdDqL5bap9Px43yTv8vfkHh/s589/phantom1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="589" height="440" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0xtVeEwRAUGR064z4u9SYmDQjPudohhY_HnlTWk7UwkcNeVIpiik5Gzq7EpgevtDLGFpvoSYtoHC0R28LQIizV0j_wsSd3QvcRDUUXzzFf8fUl3FJNGY_WdDqL5bap9Px43yTv8vfkHh/w640-h440/phantom1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Ray Moore termina la sua carriera da disegnatore a soli 43 anni</b>, forse chiudendosi la porta alle spalle con qualche rimpianto. Non tanto perché la sua esperienza nel mondo del fumetto sia stata breve, quanto per non aver dato tutto quello che avrebbe potuto. Nello spazio di un decennio ha disegnato pagine memorabili passate alla storia dei comics, ma i ritmi di lavorazione pressanti, la chiamata in guerra e i problemi di salute hanno fortemente limitato il suo lavoro, spesso costringendolo a cambi di stile e soluzioni di ripiego. Probabilmente, in altre circostanze, la sua impronta nella storia del fumetto avrebbe potuto essere ancora più profonda. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrHS90m4YCuriPBpSxcDjWzirIbhNKWgjoE0MetvYMlGCPjE3po8CjyQh3oS82tFL79BSX-A8ZIIxJ59dTfFKkZjpuVgDPkBOul4wEVdjNdNm-YXusoKuClMmhnqgJ9XEEBDQHs2ZrtWkG/s570/phantom2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="570" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrHS90m4YCuriPBpSxcDjWzirIbhNKWgjoE0MetvYMlGCPjE3po8CjyQh3oS82tFL79BSX-A8ZIIxJ59dTfFKkZjpuVgDPkBOul4wEVdjNdNm-YXusoKuClMmhnqgJ9XEEBDQHs2ZrtWkG/w640-h454/phantom2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ormai in pensione, nel 1949 Moore compra una casa su una sperduta collina del West County, dove si ritira a vivere con la moglie. La coppia non avrà figli e nel tempo libero giocherà spesso a golf, una delle poche attività a cui Ray amerà dedicarsi dopo un iniziale interesse per la pittura. Il 13 gennaio 1984 l’artista muore d’infarto al Saint Joseph Hospital, nella zona di Kirkwood (un sobborgo di St. Louis), senza essere mai stato dimenticato dai lettori. Per onorare la sua memoria, l’ex casa-studio di Barrett Station Road (a Des Peres, nella Contea di St. Louis, Missouri) viene donata nel 1994 dalla moglie al Missouri Department of Conservation insieme ai 13 ettari dell’adiacente bosco di proprietà dell’artista, convertiti in parco e rinominati Phantom Forest. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_2xP1lpR98xCy6UM05EkLvCU_D9UMSfNN7Wy2rGU8Tdl-VGtqvr-GqklhggxeuHe_up_VCG84YjDZW2iZ0MEAIQ0AAAd9OLEo5KhLBylD1XNNa-jelJa21b_RWEzmuZFxw5Qpon7_GCxt/s575/phantom3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="575" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_2xP1lpR98xCy6UM05EkLvCU_D9UMSfNN7Wy2rGU8Tdl-VGtqvr-GqklhggxeuHe_up_VCG84YjDZW2iZ0MEAIQ0AAAd9OLEo5KhLBylD1XNNa-jelJa21b_RWEzmuZFxw5Qpon7_GCxt/w640-h450/phantom3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Paradossalmente, la vita di Moore diventa più nota dopo la sua scomparsa, quando alcuni appassionati iniziano a indagare per capire meglio chi fosse il primo disegnatore dell’Ombra che cammina. Nel 2011, in occasione dei 75 anni di Phantom, la nipote Gina Moore Reiners rende pubbliche numerose fotografie inedite dello zio Ray dall’infanzia all’età adulta, mentre in precedenza la signora Claire (morta nel 2005) si era dimostrata prodiga di informazioni. Per esempio, aveva raccontato che il marito, prima di accettare il ruolo di disegnatore di Phantom, si era consultato con alcuni amici artisti sulla definizione grafica dell’eroe mascherato. Il confronto era proseguito per qualche tempo: s’incontravano un paio di volte alla settimana per discutere lo sviluppo concettuale del personaggio e qualche volta si univa a loro anche Falk. Per disegnare Diana, inoltre, Ray chiedeva spesso alla moglie di fargli da modella, mentre l’idea di far accompagnare Phantom dal lupo Devil derivava probabilmente dalla passione dell’artista per il disegno dei lupi e dal suo amore per i cani. Del resto, come lui stesso aveva raccontato in un’intervista, il primo personaggio di sua creazione era stato proprio un lupo “con occhi come fari”, disegnato all’età di 5 anni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkamrN2WqxFVcaOd7fgcwSmK8qfXR5j1k6EUIBko1qoX_rhF-u5yjQ-caF-tnAcZ8L3B9VchcQfsaaO21YEutlNMIVULO6vKAtaHIoITHry41Hr966av7sbdArq9EoM3y8hQBQrZf9Avs/s533/phantom4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="533" height="486" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkamrN2WqxFVcaOd7fgcwSmK8qfXR5j1k6EUIBko1qoX_rhF-u5yjQ-caF-tnAcZ8L3B9VchcQfsaaO21YEutlNMIVULO6vKAtaHIoITHry41Hr966av7sbdArq9EoM3y8hQBQrZf9Avs/w640-h486/phantom4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Moore, insomma, non è stato solo il primo disegnatore dell’Ombra che cammina ma ha avuto un ruolo attivo nella nascita del personaggio, di cui è meritatamente considerato co-creatore. Lee Falk non gradiva l’approccio disordinato al lavoro dimostrato da Ray né la sua scarsa attitudine nel rispettare le scadenze, non amava nemmeno il suo modo di disegnare i veicoli, eppure l’ha sempre ritenuto il miglior disegnatore di Phantom specialmente per la <b>straordinaria capacità nel disegnare le figure femminili</b>, riconoscendo come nessun altro artista abbia mai eguagliato l’abilità di Moore nel saper infondere alle scene un <b>profondo alone di mistero</b>. Forse è proprio grazie a questa <b>forza evocativa</b> che, nonostante negli anni si siano succeduti ai disegni diversi nomi di alto livello, anche una nutrita schiera di appassionati continua a ritenere Ray il miglior interprete di Phantom. Viene il sospetto, però, che Moore sia stato la firma più rappresentativa del primo eroe mascherato non solo per meriti creativi. A pensarci bene, in fondo, <b>soltanto un artista così misterioso avrebbe potuto dare vita nel miglior modo possibile a un personaggio misterioso quanto lui</b>.
</div></div></div></div></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Continua con</div><div style="text-align: justify;"><div>. <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-wilson-mccoy.html" target="_blank">Il Phantom di Wilson McCoy</a></b></div><div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Prima parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/12/phantom-sy-barry-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte</b></a></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5928861091088649990.post-79267762963104642672020-11-09T08:00:00.005+01:002021-01-07T16:06:34.555+01:00Focus: Il Phantom di Ray Moore - Seconda parte<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBhK1qCi6iC-8YT2ip3PpccEF4KUc7y66iX-iFcVatPHLxvVWRkvUyZ4QCUEOu-j-_Ji8l9Z3GBJQIcF_63t9sCnjElQ1idlYKojPcsdzHmQcGS_OIM_4awnU7L6U9xfKbR2JeSpzTYPkO/s831/the-phantom.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="596" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBhK1qCi6iC-8YT2ip3PpccEF4KUc7y66iX-iFcVatPHLxvVWRkvUyZ4QCUEOu-j-_Ji8l9Z3GBJQIcF_63t9sCnjElQ1idlYKojPcsdzHmQcGS_OIM_4awnU7L6U9xfKbR2JeSpzTYPkO/s320/the-phantom.png" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Segue da</div><div style="text-align: justify;">- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-1.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Prima parte</a></b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Questione di stile</span></b></div></b><div style="text-align: justify;">di <b>Alberto Gallo </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fino alla terza storia di <b><i>Phantom</i></b> (“War in the Jungle”, 12 aprile - 18 settembre 1937) lo stile di Moore non registra particolari cambiamenti, se non qualche aggiustamento al costume dell’eroe (come la comparsa del poco felice slip a righe). Ma già a partire dal quarto episodio (“Little Toma”, 20 settembre 1937 - 5 febbraio 1938) si nota qualcosa di diverso: Ray inizia a schiarire la figura del protagonista, disegnandola con un volto più pulito e riducendo progressivamente la pesante ombreggiatura che fino a quel momento ha caratterizzato il corpo di Phantom. È <b>un cambiamento graduale</b>, quasi impercettibile, che poco alla volta coinvolgerà anche le altre figure e gli sfondi, portando alla sparizione di quel chiaroscuro diventato un punto di forza del suo stile. Se nella quinta storia (la bellissima “Prisoner of the Himalayas”, 7 febbraio - 18 giugno 1938) l’artista sembra tornare sui propri passi (sfornando uno dei suoi lavori più riusciti), negli episodi successivi il vento del cambiamento ricomincia a soffiare più forte. Non è chiaro quale sia il motivo di questa scelta: probabilmente la stanchezza e i ritmi pressanti colpiscono l’autore ai fianchi, facendogli abbassare la guardia e convincendolo a semplificare il lavoro per velocizzare i tempi. </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOTEgXYIRqtRbiQ-WPdO_KpclDF9g83NPWaACCHyATYJLWfvOuXuet-oX4WbuhblX5_vY_RXKPrEIkZr9Zi-PMtNLBO_PODP68tDfyiFonWZO1nTHWBTlMOLKkXm3qrgZC23uO9pAk6oZj/s1161/phantom1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1161" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOTEgXYIRqtRbiQ-WPdO_KpclDF9g83NPWaACCHyATYJLWfvOuXuet-oX4WbuhblX5_vY_RXKPrEIkZr9Zi-PMtNLBO_PODP68tDfyiFonWZO1nTHWBTlMOLKkXm3qrgZC23uO9pAk6oZj/w640-h224/phantom1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il 30 giugno 1939 Ray sposa Claire Lydia Moehlenbrock, al suo fianco per tutta la vita, mentre la passione per il volo gli permette di ottenere una licenza privata e lavorativa di volo strumentale per viaggi all’interno del Paese. Acquistato un Monocoupe, l’anno successivo inizia a operare tra Lambert e St. Louis Field: chissà che gli interessi in campo aeronautico non contribuiscano ad allontanarlo dal lavoro su Phantom, forse non più gratificante come nei primi due anni di pubblicazione. Il contenimento dei tempi di lavorazione resta comunque la pista principale per chi voglia indagare sulla <b>trasformazione stilistica dei disegni</b>: il 28 maggio 1939 inizia infatti la serializzazione delle tavole domenicali, aumentando ulteriormente i carichi di lavoro. Per rispettare le scadenze, Moore si fa aiutare nella realizzazione degli sfondi da alcuni <b>assistenti non accreditati</b>: tra questi ci sono <b>Lester Harry “Tex” Willman</b>, <b>Hugh Hackaday</b> e il talentuoso <b>Robert Wilson McCoy</b>. I nomi di Moore, Willman e McCoy sono strettamente collegati: Willman, infatti, era stato compagno di studi di Moore alla Washington University e dal 1933 aveva lavorato negli stessi studi di McCoy. Classe 1902, quest’ultimo era stato allievo della medesima università dei due colleghi, ma non li aveva incrociati per una manciata di anni. Il suo incontro con Moore era avvenuto poco più tardi, quando entrambi avevano uno studio al 2313 di Washington Avenue, a St. Louis. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FSZEP7vp4ttP491n_nhMvX4yxT5sFNfotz-8wXZwAjYPTiXDcQOZMaEdvFEQd-UyckfdqbfdlLY9PoQ18LJ8eYtiX3ZvYqrQj0OXdjVCtpsK6un_5TFwbsxFPfxUaKGHGuRoC88be5H6/s789/phantom2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="789" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7FSZEP7vp4ttP491n_nhMvX4yxT5sFNfotz-8wXZwAjYPTiXDcQOZMaEdvFEQd-UyckfdqbfdlLY9PoQ18LJ8eYtiX3ZvYqrQj0OXdjVCtpsK6un_5TFwbsxFPfxUaKGHGuRoC88be5H6/w640-h328/phantom2.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se nella prima storia domenicale (“The League of Lost Men”, conclusa il 15 ottobre 1939) Moore sfoggia ancora lo stile cupo degli inizi, già dalla seconda avventura (“The Precious Cargo of Colonel Winn”, 22 ottobre 1939 - 10 marzo 1940) le tavole sono nettamente più chiare ed essenziali, quasi completamente alleggerite dai tratteggi e con il chiaroscuro reso solamente tramite neri pieni. Tanto nelle strisce quotidiane che nelle pagine domenicali, inoltre, poco per volta la regia si fa più statica, mentre la figura di Phantom perde buona parte del suo dinamismo e a volte cambia proporzioni di vignetta in vignetta. Questo particolare si nota soprattutto nel viso e nella testa, dove il cranio assume spesso forme diverse (diventando ovale, tondo o allungato, a seconda delle vignette) e molti primi piani lasciano a desiderare. È un ulteriore segnale della stanchezza di Moore: ormai privo della brillantezza e degli stimoli iniziali, l’artista lascia sempre più spazio agli interventi degli assistenti (in particolare McCoy), al punto da far mettere in discussione la reale paternità di diverse vignette. Il discorso vale soprattutto per le strisce quotidiane, visto che le prime storie delle tavole domenicali offrono una qualità grafica decisamente più elevata. Evidentemente Moore vi si dedica con più attenzione, lavorandovi personalmente e lasciando agli assistenti solo gli sfondi o poco altro, forse stimolato dal formato diverso oppure semplicemente favorito dai tempi di lavorazione meno pressanti. La scarsa simpatia del disegnatore nei confronti delle deadline è un fatto assodato: sarà Lee Falk, in un’intervista rilasciata qualche decennio dopo, a confermare che <b>Moore non amava granché il lavoro su <i>Phantom</i> a causa dei ritmi di produzione serrati</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL7pRr8zxh-l3v06HaSwEkfV4iwhwvHwQkqrsjcoy7BFlE3TfZXw1QRNcsAPaurwmGmkLkIWMeUGn88fAAMrvDAZWpym9eQFaSk9yxmjj8ekC7eptcB2NuLfWISZnL49PXU-Fv74L7pMWb/s987/phantom3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="987" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL7pRr8zxh-l3v06HaSwEkfV4iwhwvHwQkqrsjcoy7BFlE3TfZXw1QRNcsAPaurwmGmkLkIWMeUGn88fAAMrvDAZWpym9eQFaSk9yxmjj8ekC7eptcB2NuLfWISZnL49PXU-Fv74L7pMWb/w640-h262/phantom3.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Convenzionalmente, l’inizio della nuova fase grafica viene fatto coincidere con la nona storia giornaliera (“The Slave Traders”, 30 gennaio - 6 maggio 1939), ma <b>il mutamento radicale arriva in contemporanea all’avvio delle tavole domenicali</b>. A partire dall’undicesima storia giornaliera (“The Golden Circle”, 4 settembre 1939 - 20 gennaio 1940) il corpo di Phantom viene disegnato con un’unica linea continua, quasi fosse una silhouette, i dettagli della muscolatura sono ridotti al minimo, il fitto tratteggio sparisce completamente e l’uso dei retini si fa meno massiccio. Il cambiamento dello stile è accompagnato da una profonda trasformazione dei personaggi principali e degli sfondi: il fisico dell’eroe diventa sempre più muscoloso, mentre l’aspetto hollywoodiano di Diana fa posto a un’interpretazione più borghese e i fondali vengono definiti da un segno più preciso e regolare. Alcune di queste caratteristiche (ulteriormente estremizzate) si ritroveranno proprio nei disegni di McCoy quando l’assistente erediterà il ruolo di artista titolare della striscia, alimentando l’ipotesi secondo cui sia proprio la sua mano a spingere Moore verso il cambiamento stilistico. Paradossalmente, insomma, <b>non è tanto l’assistente a uniformarsi allo stile del disegnatore titolare quanto il titolare dello studio a subire l’influsso del collaboratore</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcpTRTFuJmzc01TWBeZhYzHSnml2fnMQw_1HH2ddRN8_ZjqFhXtXyRKOsilPO-CTdSBZBaB1rnVBsCNw40YjEA01124Hmr92w-vCLqZnqhP_GY65TwXjkR7rdzYUwpE0YzkY5YhC39_Age/s800/phantom4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="800" height="324" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcpTRTFuJmzc01TWBeZhYzHSnml2fnMQw_1HH2ddRN8_ZjqFhXtXyRKOsilPO-CTdSBZBaB1rnVBsCNw40YjEA01124Hmr92w-vCLqZnqhP_GY65TwXjkR7rdzYUwpE0YzkY5YhC39_Age/w640-h324/phantom4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, <b>Ray Moore viene chiamato alle armi</b>. Unitosi all’esercito, verso la fine del 1942 inizia l’addestramento da istruttore militare presso Kelly Field e in breve tempo ottiene i gradi di tenente al South Plains Army Air Field. Curiosamente, l’artista deve lasciare Phantom nelle mani di McCoy per arruolarsi nell’Air Force proprio mentre sta disegnando una storia intitolata “Phantom Goes to War”, tuttora l’avventura più lunga del personaggio: pubblicata tra il 2 febbraio 1942 e il 9 gennaio 1943, la vicenda narra del coinvolgimento di Phantom nella Seconda Guerra Mondiale e nasce dopo aver scartato una precedente idea di Moore sullo stesso tema. <b>La guerra richiama in divisa anche Lee Falk, costretto a cedere le storie di Phantom e Mandrake ad Alfred Bester</b>, uno scrittore di fantascienza che si era già cimentato con i fumetti sceneggiando Superman e Lanterna Verde. Intervenuto alla macchina da scrivere come ghost writer, Bester si cala talmente bene nel ruolo da non far notare differenze tra il suo operato e quello di Falk, tanto che ancora oggi non è possibile stabilire quali storie abbia effettivamente scritto. Probabilmente Falk viene sostituito da Bester in due periodi diversi, prima tra la primavera 1942 e il settembre 1943 e poi dal marzo 1944 al luglio 1945, ovvero quando il creatore di Phantom presta servizio presso l’esercito. Sebbene non vi siano certezze, è convinzione diffusa che a Bester si debba la creazione di Mr. Walker, l’identità segreta con cui Phantom si camuffa quando lascia la giungla per recarsi in città. Se così fosse, lo scrittore avrebbe certamente firmato le strisce giornaliere di “Bent Beak Broder” (11 gennaio - 22 maggio 1943), dove il nome ‘Mr. Walker’ viene usato la prima volta, oltre a una parte di “Phantom Goes to War”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN0wnwUQ37tCP_GBg3rVfXdYXk-UWhL6Q5EGJ9ydWj12gbVz2hkdJx_ws5Pbfblg2LDWbEzif5LgsIK04YL1PirP3N-ZKfRMLtxhuWEJKOLOWU0Q2tUCzJZffoMg3GOb0D1PImYLGkS4Gj/s1210/phantom5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="1210" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN0wnwUQ37tCP_GBg3rVfXdYXk-UWhL6Q5EGJ9ydWj12gbVz2hkdJx_ws5Pbfblg2LDWbEzif5LgsIK04YL1PirP3N-ZKfRMLtxhuWEJKOLOWU0Q2tUCzJZffoMg3GOb0D1PImYLGkS4Gj/w640-h214/phantom5.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Esattamente come Bester, <b>McCoy lavora alle strisce senza essere accreditato</b>. Inizialmente, per sostituire Moore, viene pagato 75 dollari a settimana: una cifra che lo irrita quando scopre il compenso più sostanzioso incassato da Ray, ma comunque sufficiente a migliorare la situazione economica della sua famiglia. Sebbene la contaminazione di McCoy nelle pagine di Moore renda complicato stabilire l’esatto momento in cui avviene il passaggio di consegne, un’attenta analisi dello stile permette di identificare con una certa sicurezza la mano dietro le vignette. <b>Confrontando il disegno dei personaggi principali, si notano grandi differenze soprattutto nella figura di Diana</b>: nella versione di Moore, la compagna di Phantom ha i capelli più lunghi e più scuri rispetto a quella del collega, che la disegna con la frangia e un viso differente. I lineamenti della Diana di McCoy sono più dolci, gli occhi più grandi e il naso più marcato. Forte della sua attività di illustratore di pin-up, inoltre, Wilson tende a disegnare figure femminili delicate e prive di malizia, spesso colte in pose aggraziate, lontane anni luce dalle donne sensuali e provocanti di Moore. Le differenze tra i due artisti non si notano soltanto nei personaggi, ma anche nel disegno dei paesaggi. In McCoy, ad esempio, la giungla somiglia a un fitto bosco, suscitando un’impressione ben diversa dalla foresta selvaggia di Moore. In generale, i disegni di Moore presentano un’inchiostrazione scura e ricca di ombre, mentre la china di McCoy è chiara, caratterizzata da un segno stilizzato, morbido e rotondo. Se la prima parte di “Phantom Goes to War” appare disegnata principalmente dall’inconfondibile mano di Moore, in alcune strisce successive i due stili sembrano fondersi, alternandosi o spartendosi la produzione delle vignette e confermando di fatto una lavorazione a quattro mani. Gradualmente, però, gli interventi di McCoy si fanno sempre più consistenti, fino a raggiungere la completa realizzazione del lavoro. In base a quanto suggerisce l’analisi dei disegni, il <b>passaggio di testimone</b> tra i due artisti avviene verosimilmente nelle strisce pubblicate tra l’agosto e il settembre 1942, un periodo compatibile con quello della chiamata alle armi di Moore. Wilson dovrebbe soltanto tenere caldo il posto al titolare dello studio in attesa del suo ritorno dalla guerra, ma, per quanto l’esperienza di Moore su <i>Phantom</i> non sia ancora terminata, le cose sono destinate a prendere tutta un’altra piega.</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Continua con</div><div style="text-align: justify;"><div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-ray-moore-3.html" target="_blank">Il Phantom di Ray Moore - Terza parte</a></b></div><div>- <b><a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-wilson-mccoy.html" target="_blank">Il Phantom di Wilson McCoy</a></b></div><div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/11/phantom-sy-barry-1.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Prima parte</b></a></div><div>- <a href="https://www.comicsviews.it/2020/12/phantom-sy-barry-2.html" target="_blank"><b>Il Phantom di Sy Barry - Seconda parte</b></a></div></div></div>ComicsViewshttp://www.blogger.com/profile/05690982325219508234noreply@blogger.com0