Recensione: John Doe 55

Rimpiangendo i tempi in cui si poteva ancora morire
di Michele Miglionico

JOHN DOE 55
Autori: Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni (testi), Andrea Del Campo (disegni), Massimo Carnevale (copertina)
Formato: 98 pagine, b/n, brossurato, formato 16x21, € 2.70
Editore: Eura Editoriale

Su John Doe si è già scritto di tutto. Per aggirare l'ostacolo, partiamo dai disegni: Andrea Del Campo è un disegnatore (non si può dirlo per tutti), ha grandissimi margini di miglioramento e sicuramente si farà le ossa, se gliene verrà data occasione. Questa sua prima prova convince a sufficienza.

Roberto Recchioni ci proietta in medias res nell'ennesima strana città della provincia americana, apparentemente pacifica, ma guidata da qualcuno con un senso della giustizia tutto suo. Come dice lo stesso protagonista, uno scenario già familiare. Così come il tema portante della terza stagione: la libertà dalla morte non risolve granché, anzi, priva del sollievo definitivo alle pene dell'esistenza e offre nuove possibilità di infliggere agli altri atroci sofferenze. L'arte di RRobe si esprime tutta nel modo a dir poco accattivante in cui scrive e nella sincerità nell'esplicitare puntualmente la mancanza di originalità, citando le fonti narrative per l'albo di turno. Questa volta anche la Storia è vittima del saccheggio: John Doe si confronta, ambiguamente, con una versione post-apocalittica di Roy Bean, leggendario "giudice" del Far West, che negli ultimi anni sembra godere di una riscoperta (come nell'ultima storia di Don Rosa, che lo vede al fianco di Paperon de' Paperoni!). 

Tutto sommato, è sempre difficile resistere al fascino di John Doe e dei suoi creatori. Vedremo se l'attuale impostazione regge in mani diverse, come accadrà nel prossimo numero.
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