Recensione: JSA: l'età dell'oro

Stupenda JSA
di Giuliano Scialpi

JSA: L'ETÀ DELL'ORO
Autori: James Robinson (testi), Paul Smith (disegni)
Formato: 208 pagine, colore, cartonato, 17x26, 19,95 €
Editore: Lion Comics

Otto anni prima del pluripremiato La Nuova Frontiera vincitore di un Eisner Award, un Harvey Award ed uno Shuster Award, ad opera di Darwin Cooke, ecco nascere un volume a cui questo deve molto: JSA: l'età dell'oro. Scritto da James Robinson e disegnato da Paul Smith anche questo come il suo epigono racconta il passaggio tra Golden e Silver Age; i vecchi supereroi degli anni quaranta passano il testimone a nuovi talenti più moderni ed atti ai tempi ed alla sensibilità accelerata del dopoguerra.

Un grazie alla Lion che ci consente di apprezzare un cameo, uno dei migliori "Elseworlds" mai scritti dagli autori DC Comics perché, oltre a fornire una trama gialla degna di una spy story alla 007 con suggestioni tratte da I ragazzi venuti dal Brasile, offre spunti di riflessione su ciò che veramente accadde alla società americana allorquando, dopo la catastrofe nucleare che anticipò di poco la fine del conflitto mondiale, ci si trovò a fronteggiare la cosiddetta Guerra Fredda col blocco delle ex repubbliche sovietiche. La paranoia dilagante, la propaganda interna, il clima da caccia alle streghe contro i comunisti o presunti tali, traditori dei veri valori americani, sono fenomeni che traumatizzarono il popolo a tal punto che qui stigmatizzano la ritirata dei vecchi eroi a favore dei più moderni tutti racchiusi nella indimenticabile vignetta a tutta pagina finale. Anche qui si sente l'influenza di quel Watchmen che qualche anno prima aveva riscritto le regole del supereroismo spogliandolo di quell'aura epica tipica degli albori per metterne in vista luci ed ombre. Infatti si scopre che l'incorruttibilità e l'imperfezione tipiche degli esseri umani non risparmiano neppure i superumani con i loro sfavillanti costumi ed incredibili poteri, il che ammanta di malinconia e disincanto questa fase di passaggio. Il germe della decadenza incarnato da Ultra-Humanite sotto mentite spoglie non risparmia neppure la buonafede di personaggi come Atom e Johnny Thunder. Lo scontro risolutivo in cui tanti muoiono serve a giustificare la scomparsa di molti personaggi oltre che a donare pathos alla storia.

Da leggere e rileggere per poter cogliere appieno i colpi da maestro della sceneggiatura che ad un occhio distratto possono sembrare confusionari. In una parola... stupendo.
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